Simone era corso in camera sua chiudendosi la porta alle spelle, continuò a fissare quella notifica e ripetersi che era un semplice interessamento da parte di un ragazzo che voleva solo essere gentile, non poteva essere altro. Aprì il messaggio pensando a cosa rispondere mentre le parole di suo fratello continuavano a rimbombargli nella testa, lui non aveva intenzione di ficcarsi in nessun casino ne di essere complice di vari tradimenti, ma rispondere ad un messaggio in modo gentile non rientrava in nessuna di queste cose, fino a prova contraria, quindi digitò rapidamente il voto dell'interrogazione seguito da una faccina sorridente ed inviò.
Jacopo d'altro canto si era ritrovato in cucina con Manuel quando in realtà non era andato lì per lui e un po' lo faceva ridere il fatto che un suo amico si ritrovasse in casa sua a sua totale insaputa.
«allora?»
«allora che?»
«che c'ha sta moto?» lasciò il bicchierino sul tavolo sotto lo sguardo di Manuel che seguì quel movimento e poi lo guardò negli occhi.
«devo ancora capì bene se è il motore o la batteria»Il riccio giocherellò con il suo bicchierino sul tavolo sentendo lo sguardo di Jacopo puntato sul suo viso, pensò fosse un vizio di famiglia quello di fissare la gente insistentemente visto che sia lui che il fratello non sembravano volerlo mollare quando lo avevano davanti.
«e Simone?» Manuel fermò i suoi gesti lanciandogli un'occhiata.
«Simone che?»
«te sta simpatico?»
«ma che domanda è?» il riccio aggrottò se sopracciglia sistemandosi meglio sulla sedia.
«Che ne so, in un anno che se conoscemo non t'ho mai visto dá un passaggio a nessuno, manco a Edoardo quando gli hanno rubato il motorino»
«ma che stai a dì? A parte che a Edoardo er passaggio gliel'hai dato te, mica lo dovevamo portá in due. Poi tu fratello se doveva fa la traversata de Roma pe torná a casa e lo sai pure te che l'autobus che ariva qua non passa mai»Jacopo annuì accennando un sorriso, era tutto vero quello che aveva detto Manuel, ma comunque non gli aveva risposto alla domanda banale che gli aveva fatto.
«io comunque t'ho solo chiesto se te sta simpatico»
«che ne so, si, è tu fratello, peggio de te non può esse»Il riccio si beccò una spinta prima che entrambi scoppiassero a ridere, quei due avevano un carattere molto simile, proprio per quello all'inizio della loro conoscenza non facevano altro che gridarsi insulti e farsi falli continui durante le partite, poi dopo qualche mese avevano iniziato a comprendere che, bene o male, avevano lo stesso punto di vista sulle cose e da lì in poi avevano iniziato a frequentarsi sempre più frequentemente fino a diventare amici a tutti gli effetti.
«fa ride che non sei mai voluto vení a casa mia e mo so du giorni che stai qua dentro»
«non è vero che non so mai voluto vení, sei te che non m'hai mai invitato»
«ma che stai a dì sei n cazzaro»Manuel continuò a ridere ma la realtà era che lui non era abituato ad avere amici e quando Jacopo era entrato a far parte della sua vita si era prefissato l'idea di andarci con i piedi di piombo perché la fiducia nel prossimo per lui era praticamente inesistente, nella sua vita l'unica di cui si fidava era sua madre.
Dopo un anno di amicizia, però, aveva capito che Jacopo non avesse niente di cui preoccuparsi e che le sue paranoie poteva riservarle per qualcun altro, perché forse aveva trovato una persona che gli voleva bene in modo sincero.«vabbè, partita a fifa?» Il riccio annuì e si alzò in piedi seguendolo in salone.
«teniamo il volume basso che Simone quando studia è un cagacazzi allucinante»Quello che Jacopo non sapeva, però, era che Simone non stava assolutamente studiando in quel momento. Era finito seduto sul letto con il telefono in mano a scambiarsi messaggi con Riccardo che sembrava interessato a portare avanti una conversazione in modo amichevole.
L'avviso di una chiamata di Aureliano gli fece interrompere il messaggio che stava scrivendo e si affrettò a rispondere.
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Non te innamorá. | Simone x Manuel
Fanfiction«stai attento» «tranquillo, sembra vada bene» «non intendo solo co la moto Simò»