11.

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Simone, Aureliano e Chicca erano seduti sugli spalti del campo da calcio nell'attesa che le squadre entrassero in campo, Simone in realtà era leggermente preoccupato perché pensava al fatto che nello spogliatoio fosse presente anche Riccardo. Dagli allenamenti non era mai venuto fuori nulla, sembrava avessero convissuto in totale tranquillità nello spogliatoio, ma quel giorno, dopo due settimane, lui era lì e sapeva che la pazienza di Jacopo e Manuel viaggiava su un filo davvero sottile quando si trattava del ragazzo biondo.

«non ho capito perché so venuto a fa la candela»
«non fai la candela, l'unica coppia è quella de Simone e Manuel qua»
«se vabbè Chí, me pari Simone n mese fa»

Aureliano si beccò uno schiaffo sul petto da entrambi i ragazzi che aveva vicino ridacchiando sotto i baffi.

«guarda che è vero, io e Jacopo non stamo insieme»
«no infatti, però n s'è capito perché»

La conversazione venne interrotta dall'ingresso in campo delle due squadre e Simone individuò subito Manuel che rideva con Edoardo mentre camminavano verso il centrocampo. Guardò come il sole gli illuminava gli occhi di un colore più chiaro che riusciva a vedere anche da quella distanza, soprattutto perché Manuel si girò a cercarlo con lo sguardo in mezzo a tutte quelle persone.

«alla fine c'avevo ragione, er gemello normale t'ha proprio rincoglionito»
«Edoá se non te spezza na gamba uno de loro lo faccio io»

Il moro rise raggiungendo il suo posto in formazione e Manuel si imbatté  erroneamente nel volto di Riccardo che stava guardando verso gli spalti, guarda caso nel punto esatto in cui era seduto Simone in prima fila.
Prese un respiro profondo per non fare una follia ancora prima che la partita iniziasse e si girò verso Simone che aveva ancora gli occhi puntati su di lui, vedere il suo sorriso, anche se da lontano, lo aiutò a calmarsi un po' e concentrarsi sulla partita. Si sorprendeva ogni giorno di più dell'effetto che il minore aveva sul suo umore e sui suoi comportamenti, era decisamente la sua parte migliore.

Quando iniziò la partita Simone passò la metà del tempo a farsi spiegare da Aureliano come funzionassero alcune cose visto che non se ne era mai interessato troppo, andava lì con il solo scopo di rendere felice Jacopo, ma ora che le persone interessate a quello sport erano due nella sua vita, era il caso che imparasse quantomeno le regole base.

«ecco per esempio ora Jacopo ha appena segnato e sta correndo verso di noi»

Aureliano lo gridò nel frastuono del gol mentre il ragazzo correva nella loro direzione, fece leva sulla transenna davanti a loro e si sporse posando le labbra su quelle di Chicca scatenando l'urlo dei due ragazzi vicino a lei. Durò pochi secondi perché Jacopo ritornò in campo alla velocità della luce ma bastò per far diventare completamente rossa Chicca che si nascose il viso tra le mani.

«quindi sto facendo ufficialmente la candela» il ragazzo si beccò una spinta da parte di Chicca che ritornò a fissarsi i piedi imbarazzata. «mo manca solo Manuel»

Simone si strinse nelle spalle pensando a Manuel che faceva una cosa del genere con lui, non stavano tentando nascosto nulla ma non era nemmeno sicuro del fatto che la squadra lo sapesse, quindi escluse totalmente la possibilità che Manuel potesse quella cosa dopo un ipotetico gol. Lo guardò abbracciare Jacopo ridendo prima di fare l'occhiolino a lui che ricambiò con un sorriso inclinando leggermente la testa.
La partita comunque terminò con la vittoria della squadra di Manuel e Jacopo senza un gol del maggiore che si avvicinò agli spalti poggiandosi sulla transenna davanti a lui.

«commenti tecnici?»
«sei proprio bello» Manuel sorrise distogliendo lo sguardo dal ragazzo davanti a se.
«non è un commento tecnico»
«ma nemmeno na cosa sbagliata»

Non te innamorá. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora