6.

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Simone rientrò in casa a mezzanotte inoltrata cercando di fare meno rumore possibile, mentre camminava in punta di piedi per casa riflettè su quell'uscita appena terminata cercando di mettere ordine tra i vari pensieri e sentimenti, constatando che si era trovato bene con Riccardo quella sera, si era trovato bene a parlare con lui come parlava con un amico e trattarlo da tale.
Appena terminò le scale per il piano superiore trovò suo fratello a braccia conserte davanti la porta di camera sua e fu istintivo portarsi una mano sul petto.

«Ja in penombra fai paura» il gemello alzò gli occhi al cielo.
«allora?»
«allora che?»
«com'è andata?»
«bene Ja, come doveva andare?» fece una pausa osservando il ragazzo davanti a lui che alzò le spalle. «pensavi m'avrebbe fatto qualcosa?»

A quella domanda non ci fu risposta, ma non sarebbe nemmeno servita perché entrambi sapevano quale fosse il pensiero di Jacopo in merito a quella situazione, o a Riccardo in generale.

«ve rivedete?»
«venerdí alla festa»
«t'ha invitato alla festa?» il tono di Jacopo in quel momento si fece più duro.
«si Ja, m'ha invitato alla festa, alle feste funziona così, si portano gli amici» il gemello rise in modo ironico e lo sorpassò per andare diretto in camera sua.
«amici, certo» Simone sbuffò per poi aprire la porta ed accendere la luce. «simo» prima di varcare la soglia si girò verso di lui facendogli intendere che lo ascoltava. «te dico solo de guardatte intorno»

Appena Jacopo sparì dietro la porta di camera sua, Simone rimase a fissare il corridoio vuoto cercando di capire il significato di quella frase, cosa doveva guardare intorno a se? Gli sembrava fosse tutto nitido vicino a lui, non c'era nulla da guardare bene, non c'erano degli occhi castani da guardare bene.

**

«venerdí io questo lo appendo al muro Manuel, segnate ste parole»

Jacopo stava avvitando un bullone di una moto nel garage del maggiore e da più o meno venti minuti stavano parlando ininterrottamente di quei due e della conversazione avvenuta la notte prima con Simone.

«è popo un coglione è ancora convinto che sia amico suo»

Manuel principalmente ascoltava in silenzio lo sfogo del più piccolo e pensava a come sarebbe stato vedere Simone ad una festa insieme ad un deficiente del genere.

«zí me puoi dá cenni de vita? Sennò vado a casa e parlo cor muro»
«che te devo dì Ja? Tanto lo sai che non cambia idea, annamo a sta festa e vedemo»
«ma perché non fai qualcosa te?»

A Manuel scivolò di mano la chiave inglese che stava utilizzando e spostò lo sguardo su Jacopo poggiando le mani sulla moto.

«ma che stai a dì?»
«eh, devi fa qualcosa Má, Riccardo sta a fa i salti mortali e te stai fermo a guardá, te devi fa notá da Simone»

Non era proprio certo del fatto che le sue orecchie avessero sentito quella frase, Jacopo lo stava guardando come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo ed effettivamente un po' lo era, se ti piace una persona ti fai avanti, a maggior ragione se qualcuno ha il tuo stesso interesse e si fa avanti prima di te.
Era vero anche che Simone non sembrava vederlo, vedeva il Manuel amico di Jacopo e amico suo, ma non vedeva gli sguardi di Manuel per Simone e il maggiore doveva far si che notasse un po' di più la sua presenza.

«ho capito Ja ma mica è detto che je interesso eh»

Effettivamente nessuno ne aveva la certezza, nemmeno Simone che in quel momento era sdraiato in camera da solo a pensare senza un apparente motivo a due occhi castani.
Stava ripercorrendo con la mente quel mese burrascoso che aveva passato e inevitabilmente una delle novità principali era Manuel, quindi il suo pensiero andò al crescendo rapido che aveva avuto il loro rapporto, in un mese era passato dall'essere uno sconosciuto ad essere una presenza quasi fissa nelle sue giornate e quando non c'era ne sentiva la mancanza.

Non te innamorá. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora