"Questa mattina, quando sono salito sull'autobus per andare a scuola, mi sono accorto che il mio dado aveva fatto 6. Il tuo invece?" Chiese il ragazzo al suo compagno di banco. "Oh non me ne parlare, oggi speravo di avere più fortuna dato che ieri per un 2 ho litigato con la mia ragazza, invece oggi ho fatto 1 e ho perso la metro!" Rispose seccatol'altro ragazzo. "Suvvia vedrai che al prossimo tiro andrà meglio" La porta dell'aula si aprì ed entrò la prof. d'italiano. "Bene ragazzi, interroghiamo." I ragazzi allora iniziarono a tirare i loro dadi, anche la prof. tirò. Gente che sospirava di solievo, gente che imprecava, gente che sperava. "NO! Ho fatto 3, vuol dire che non ho studiato! E tu?" Chiese scoraggiato il ragazzo. "Io invece ho fatto 5, per questa volta sono salvo." Rispose l'altro ragazzo. "Oggi chi ha fatto 3 è fortunato, nonostante gli sia venuto fuori il numero di "Non ho studiato" oggi interrogo solo i numeri pari." Il ragazzo tirò un sospiro di solievo. "Visto, te l'avevo detto che sarebbe andata meglio." Questo stava raccontando il vecchio seduto su una panchina, era insieme al suo migliore amico e stavano ricordando i momenti insieme. Guardavano anche le auto passare sul viale, guardavano il viso dei conducenti e si divertivano a indovinare su quale casella dell'enorme gioco da tavolo erano capitati. C'era chi era nella casella dell'amore, chi in quella del vizio, chi in quella del lavoro, chi in quella della tristezza. A quel punto il vecchio che, nella vita era stato il più fortunato, chiese. "Ma oggi abbiamo tirato i dadi?" L'altro vecchio per tutta risposta disse. "No, ma questo potrebbe essere il nostro ultimo tiro insieme." Con un sorriso lanciarono i loro dadi, il vecchio più fortunato fece un 6 mentre l'altro un 2. "E così sono io a finire il gioco per primo." Disse il vecchi opiù fortunato. " Un giorno un uomo mi disse che la vita è come un enorme gioco da tavolo, in cui noi siamo le pedine, le scelte e le azioni che compiamo i nostri dadi e le situazioni che si vengono a creare le nostre caselle, e non importa chi finisce il gioco per primo, l'importante è averlo giocato fino infondo. E alla fine ritrovarci tutti insieme senza vincitori nè vinti." Il vecchio sorrise, sapendo che quell'uomo era lui, e fu contento di aver finito la vita in compagnia del suo migliore amico.
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Poesie, filastrocche e altri racconti di una panchina
Короткий рассказUna panchina. Se ne sta lì tutta sola. Aspetta che qualche viandante trovi riposo tra le sue curve. Sperando in una nuova poesia, filastrocca o racconto. Cosa succederebbe se un giorno un uomo si sedesse su quella panchina e lei, prendendo coraggio...