Capitolo 6

163 9 2
                                    

Ciaooo Ragazzi!! Come promesso eccovi il capitolo, spero tanto che vi piaccia. Un grandissimo bacioo e fatemi sapere cosa ne pensate!!
By Moonline
P.s. Fatemi sapere del nuovo personaggio!

Mi precipitai in bagno distrutta, gli occhi erano così pieni di lacrime che a stento riuscii a trovare la maniglia per l'entrata. Una volta dentro scoppiai a piangere singhiozzando, era da tanto che volevo farlo, solo che non avevo mai avuto un'occasione per farlo. Controllai che il bagno fosse vuoto e aprii la prima porta verde che mi trovai di fronte; la spalancai e una volta chiusa a chiave mi ci appoggiai con il mio corpo strisciando fino alla fine. Mi portai le gambe al petto stringendole forte e piansi come non avevo mai fatto prima. Piansi per aver sentito per l'ennesima volta quella parola, per essere stata umiliata davanti a tutti, ma soprattutto per le risate che ancora mi fischiavano dentro le orecchie, perché? Perché le persone dovevano essere così crudeli?
La porta pincipale si aprì e io trattenni un singhiozzo, poteva essere chiunque e io sperai tanto che fosse Bethany. I passi si avvicinarono sempre di più e io mi appiattai contro la porta verde, non che avesse risolto qualcosa eh, ma tentar non nuoce. La porta dopo la mia fu aperta e io temetti di star trattenendo il respiro per non far sentire la mia presenza; mi zittii completamente anche se avevo ancora gli occhi lucidi, così cercai di leggere le scritte che si trovavano di fronte a me sul muro bianco che ormai quasi non si vedeva più. -Ehi, che fai tutta sola?- Sussultai e trattenni un grido acuto che avrebbe messo in allarme tutti, alzai la testa e ne vidi un'altra rossa sbucare da sopra, mi stava sorridendo in un modo strano. Mi portai le mani agli occhi e capii il perché, e le annuì continuando a sorridere. -Sai mia madre cosa dice? Quando mi vedeva piangere mi si avvicinava e mi diceva sempre: non piangere perché qualcosa finisce, ma sorridi perché è accaduta- Sorridi perché qualcosa è accaduto... Dovevo essere felice della zuppa che mi trovavo sulla maglietta? O perché ero stata umiliata davanti a tutti? Scossi la testa e tornai a guardare la ragazza: aveva capelli ricci di un rosso acceso, il suo viso era bianco candito decorato con una spruzzatina di lentiggini, era davvero bella, anche se non l'avevo mai vista a scuola. La rossa sollevò una busta e inclinò la testa da un lato continuando a sorridere: -Credo che tu abbia bisogno di un cambio, spero che questa maglia ti stia bene- Mi strizzò l'occhio e scomparve, ma poi sentii la porta aprirsi e capii che mi stava aspettando. Feci un lunghissimo respiro e ebbi paura nell'uscire, e se fosse stata una complice di Emily? Cosa mi avrebbe fatto? Ma poi ripensai a quel sorriso davvero dolce e a quella frase che stranamente mi aveva fatto bene e decisi di uscire. La ragazza era poggiata al bordo del lavandino e quando mi vide sorrise, mettendomi in imbarazzo; indicò il getto e poi me: -Credo che però dovresti sciacquarti un po' la faccia- Annuii e mi avvicinai a lei, aprii il rubinetto, e mi feci scivolare l'acqua fredda sul viso e immediatamente mi sentii meglio. Sgrondai l'acqua dalle mani sul rubinetto, e quando alzai la testa vidi la rossa che mi stava porgendo due pezzi di Scottex, sorrisi riconoscente mentre li prendevo e lei fece lo stesso. Una volta buttati la guardai di nuovo e la osservai, doveva essere più piccola di me, forse di un anno. La rossa continuò a sorridere e poi scosse la testa come se si fosse appena risvegliata da una specie di trans. -Oddio scusami! Non mi sono presentata, mi chiamo Andromeda Allen- Spalancai leggermente gli occhi, wow... Che nome particolare. Andromeda doveva essersi accorta della mia faccia perché sbuffò e scoppiò a ridere, aveva una gran bella risata. -Lo so ho un nome molto strano, mia madre era una fan dell'Iliade- Strizzò l'occhio e prese la busta che aveva con sé, aprendola. Tirò fuori una t-shirt semplice con il logo dei Nirvana al centro, la guardò e poi me la porse: -Grazie mille, oh a proposito io sono Caitlin Wood- Andromeda annuì, certo dopo quella figura in mensa doveva saperlo per forza il mio nome... Mi girai verso lo specchio e mi guardai il volto: il colorito cadaverico era tornato, solo che le guance erano ancora arrossate per via del pianto e gli occhi ancora grandi. Feci un profondo respiro e mi alzai l'orlo della maglietta sporca, quando la rossa si girò guardando il soffitto: -Ehi non ti preoccupare, puoi girarti. Non che abbia un bel corpo eh, ma non c'è bisogno che ti giri- La ragazza inclinò la testa e roteò sui talloni per poi trovarsi di nuovo nella postazione di prima. Sorrisi, e per la prima volta mi sentii a mio agio, anche se ero con una sconosciuta. Mi alzai la maglietta e la buttai bel cestino dato che ormai la zuppa si era seccata e ci sarebbero voluti molti lavaggi per levare quella gigantesca macchia che ormai aveva in grondato la stoffa, e mi infilai la maglietta nuova, che profumava di lavanda. -Allora Andromeda...- Feci per proseguire quando la rossa alzò una mano e mi bloccò, scuotendo la testa: -Non chiamarmi così, solo Andy- Mi strizzò l'occhio e io sorrisi mentre con la coda dell'occhio vidi l'orologio appeso sulle mattonelle bianche del bagno; mancavano ancora alcuni minuti. -Non ti ho mai vista qui, quindi deduco che tu sia nuova...- Andy annuì portandosi dietro l'orecchio un riccio ribelle: da vicino i suoi occhi sembravano più grandi e luminosi, sfumando dall'azzurro al grigio perla. -Sì, sono nuova e frequento il terzo anno- Annuii a mia volta poggiandomi sul lavello con tutto il corpo: -Da dove vieni?- Domandai di punto in bianco visto che il silenzio si stava prolungando. Andy sembrava parecchio a disagio, dato che si stava dondolando sui talloni e ai miei occhi fu un immagine buffa, ero sempre stata io quella più timida. - Sono originaria del Texas- Spalancai gli occhi e temetti che le orbite prima o poi sarebbero uscite fuori, continuai a osservarla e notai che aveva una maglia a maniche lunghe di cotone che le arrivava fino ai gomiti mentre al collo portava un foulard di seta. Incliani leggermente la testa di lato, era una giornata piuttoso calda dato che eravano ancora in Estate per mettere quel genere di abbigliamento, ma non erano fatti miei, dopo tutto ognuno è libero di vestirsi come gli pare. -Wow... Del Texas? E come ci sei arrivata qui? Voglio dire in tutti i posti possibili e immaginabili sei venuta proprio nel Minnesota?- Andromeda scoppiò a ridere e annuì concordando la mia supposizione, aveva una bellissima risata e un secondo dopo mi trovai a ridere anche io, contagiava con la sua allegria. -Lo so, pensa che anche io faccio fatica a crederci, solo che mio padre ha avuto un trasferimento di lavoro e quindi eccomi qui- Annuii e guardai per un attimo dritto a me; il silenzio calò in quella stanza e gli unici rumori che sentivo erano quelli dell'orologio e del lavandino. Mi schiarii la voce e tornai a guardare Andy che sembrava molto interessata a guardare il rotolo di carta igienica: -Grazie, se non fossi venuta dubito che sarei uscita da questa fogna- Sorrisi e temetti che da un momento all'altro sarei di nuovo scoppiata a piangere, quella ragazza era stata davvero gentile, anche se non ci conoscevano, lei era venuta lo stesso e mi aveva perfino portato il cambio. Avrebbe dovuto farlo Bethany, ma invece sembrava troppo occupata a guardare qualcuno... Andy scosse la testa violentemente facendo volteggiare i suoi riccioli rossi: -So a cosa stai pensando, ma come appena te ne sei andata dalla mensa la tua amica si è alzata ed è corsa subito da quella cheerleader e credimi se ti dico che era davvero fuori di sé. Sorrisi a quell'affermazione e tornai subito seria, chi sa cosa aveva combinato. La campanella suonò sentendosi fin dentro il bagno e Andromeda si diresse verso l'uscita per poi bloccarsi, si girò lentamente e tornò a fissarmi mettendomi in imbarazzo. -Lo so che tu non mi conosci, ed è normale che tu pensi che io possa essere una maniaca o che soffri di qualche problema ossessivo compulsivo, ma se non esci da questo bagno ti metterai ancora più in ridicolo, Caitlin- Disse il mio nome per intero e sussultai come se avessi appena toccato qualcosa di bollente. -So che non avrei dovuto, ma ho sentito la vostra conversazione e se Emily ti ha detto quelle cose è perché è gelosa di te, quindi tira fuori le palle se ce le hai e cammina a testa alta, credimi non esiste nemico più temibile di quello di cui nessuno ha più paura- Rimasi letteralmente a bocca aperta, ma come sapeva tutti quegli aforismi? Andromeda mi strizzò l'occhio e sorrise, aprì la porta principale del bagno e uscì, lasciandomi sola.

Il mio incubo preferitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora