Salve genteee!! Come state?! So che è da moolto che non mi faccio sentire, ma la scuola è sempre nei miei pensieri e quindi ho poco tempo per scrivere.. Maa, ecco qui un nuovo capitolo! So che è corto e non è niente di chi sa che, ma è molto fondamentale... Vi mando un enorme bacione, spero che vi piaccia, fatemi sapere!!
A prestoo
By Moonline
Mi stavo letteralmente mangiando le unghie dalla tensione, non sapevo cosa fare, ormai mancavano pochi minuti all'inizio dell'ultima lezione. Avanti Caitlin, puoi farcela. Alzai gli occhi al cielo; sembrava che dovessi andare a fare la III Guerra Mondiale; camminai furiosamente avanti e indietro per tutto il bagno mentre la lancetta dei secondi segnava il tempo che passava, feci dei numerosi respiri e titubante mi avvicinai alla porta principale, impugnai la maniglia bianca e chiusi gli occhi mentre la abbassavo. Feci sbucare per prima la testa, guardai sia a destra che a sinistra in modo da vedere se ci fosse qualcuno, ma per fortuna il corridoio era silenzioso. Sospirai e mi raddrizzai sistemandomi la maglietta dei Nirvana. Uscii del tutto e mi avviai verso destra, dovevo prendere i libri di testo per l'ultima ora. Anche se i corridoi erano semi vuoti riuscivo a percepire numerosi occhi puntati come fari su di me e persone che ridacchiavano. Avrei voluto fermarmi, fare retro marcia e tornarmene in bagno fino alla fine delle lezioni, ma poi che cosa avrei fatto il giorno dopo? E quell'altro ancora? Tira fuori le palle se ce le hai, Andy aveva perfettamente ragione, dovevo dimostrare di avere coraggio, di passare oltre quella scenata. Alzai la testa e guardai dritta davanti a me, svoltai l'angolo dove mi aspettava l'incubo: il corridoio degli armadietti era pieno di studenti e come se avessi qualche specie di radar addosso, tutti si girarono per guardarmi. Molti già ridevano e altri iniziarono a bisbigliare sotto voce, sollevai le spalle con finta non curanza e mi diressi verso il mio armadietto proprio quando la campanella suonò. Composi in fretta il codice e presi il libro di Matematica, l'unica materia che odiavo in assoluto e dove in tutti questi anni mi ero salvata solo grazie a una minima sufficienza. Mi diressi in fretta e furia verso l'aula 63 e arrivai proprio quando il professor Richard stava per chiudere la porta, chinai la testa in segno di scuse e lui annuì spedendomi dentro. Trattenni il respiro e squadrai l'intera classe, perfetto c'erano tutti. Bethany si trovava all'ultimo banco e si stava sbracciando per attirare la mia attenzione, davanti a lei c'erano altri studenti che mi guardavano bisbigliando qualcosa con il proprio vicino, mentre dall'altra parte c'era la squadra di football che senza esitazione era scoppiata a ridermi in faccia, lo stesso fecero le cheerleader e soprattutto Emily che per poco non cadde a terra rotolandosi. Poi tutto questo ridere, ok, la figura l'avevo fatta, ma ora non c'era bisogno di ingigantire la questione. Strinsi i pugni e digrignai i denti mentre mi incamminai tra il piccolo corridoio creato dai banchi, superai i primi ragazzi, e quando mi trovai vicino a quello delle cheerleader mi fermai mentre loro cessarono immediatamente di ridere. -Mi dispiace tanto Emily, ma il titolo di puttana non può essere mio, io sono ancora inesperta e poi non posso battere la campionessa del liceo- Sorrisi malignamente mentre squadrai dall'alto in basso Emily che si era irrigidita come una tavola da surf, socchiusi gli occhi e soffocai una risatina isterica: -E sai chi è?- Feci vagare i miei occhi su tutto il gruppetto di ragazze facendole rabbrividire, per tornare poi da lei che sembrava volesse appiattarsi sulla sedia di legno. -Sei tu- Sentii i ragazzi dietro la mia schiena sospirare e fare delle esclamazioni sotto voce, lo stesso fecero i giocatori spalancando la bocca come del resto anche le cheerleader che sembravano visibilmente sconvolte, ma cosa ancora più bella fu la faccia rossa di Emily che era diventata una statua di marmo. Sorrisi vittoriosa e mi avviai vicino a Beth proprio quando il professor Richard prese posto alla cattedra, aprendo il registro. Bethany mi guardò con occhi spalancati, ma poi sorrise e mi diede il cinque mentre io mi mettevo seduta, riuscivo a sentirmi ancora sotto i riflettori, ma questa volta fu diverso, mi sentivo a mio agio. Grazie Andromeda. Come appena mi misi seduta un brivido percorse tutta la mia schiena, mi guardai intorno alla ricerca di qualcosa, e quando mi trovai due fari verdi puntati su di me rimasi completamente senza parole; non mi era proprio accorta di lui dall'altra parte della stanza, appoggiato al muro. Per un attimo i nostri occhi si incrociarono, ma poi deviai lo sguardo e guardai la lavagna più arrabbiata che mai, che razza di stronzo. Maledetto
La campanella suonò la fine delle lezioni e un boato immenso si riversò per tutta l'aula, anche se era il primo giorno di scuola io ero a pezzi, figuriamoci i prossimi giorni... Bethany scattò in piedi come una molla, posando le sue mane rosee sul mio tavolo mentre io riponevo il tutto dentro l'astuccio. Sentii i tacchi delle cheerleader ticchettare per tutta la stanza, seguiti da quelli goffi dei giocatori, ma non sentii il suo. Il cuore riprese a battere all'impazzata, ma cercai di darmi una calmata, era solo uno stronzo, un maledetto stronzo. Come appena ebbi finito alzai lo sguardo incontrando gli occhi azzurri di Beth, dove intravedevo un'ombra di preoccupazione. -Bella maglia- Disse accennando con il capo la maglia dei Nirvana che mi aveva prestata Andy, annuì e mi tirai su portandomi al petto il libro di Matematica. Immediatamente Bethany mi affiancò senza dire niente, potevo capirla, aveva paura di dire qualcosa di sbagliato. Prese un respiro profondo e si girò di nuovo a guardarmi, scrutandomi: -Oh tesoro, mi dispiace tantissimo! Avrei dovuto seguirti e invece me ne sono rimasta in mensa, ma io...- Si portò una mano sulla faccia, era così dispiaciuta che temetti si sarebbe messa a piangere. Le strinsi il braccio sinistro con affetto e le sorrisi riconoscente: -Lo so, mi hanno detto che gliene hai detto quattro a quell'oca- Strizzai l'occhio sinistro, mentre Beth mi guardava sbalordita, ma poi sorrise a sua volta e uscimmo dall'aula.
Anche se le occhiatacce continuavano a perseguitarmi, mi sentii molto meglio grazie ad Andromeda. Visto che non avevo la minima voglia di andare in auto fino a casa perché anche lì sarei stata sotto i riflettori, chiesi un passaggio a Bethany che per tutto il tempo mi era stata appiccicata e ogni volta che qualcuno mi guardava più del dovuto lei li squadrava minacciosamente e li faceva scappare a gambe levate, lo stesso non si poteva dire di Ethan, certo non era obbligato a fare la stessa cosa, ma almeno vedere come stavo poteva farlo. Da quando aveva levato gli occhiali e messo su qualche massa in più, si sentiva Dio sceso in terra, e sinceramente preferivo l'Ethan di una volta. Bethany mi prese sotto braccio e insieme uscimmo da quel carcere, volevo presentarle Andy, solo che nei corridoi traccia di lei non ce n'era. Emily mi stava guardando da lontano e percepii il suo sguardo di odio, ma soprattutto di vendetta. Il piccolo battibecco che avevamo avuto io e lei all'ora del professor Richard aveva fatto il giro della scuola, e pensare che era solo il primo giorno. Mi aspettava davvero l'Inferno. Io e Beth raggiungemmo il suo scooter azzurro e proprio mentre stavamo per metterci i caschi, tre ombre ci passarono davanti. Era come se avessi qualche specie di sostanza nel mio corpo, perché come appena capii a l'appartenenza la rabbia si impossessò totalmente di me, mi infilai il casco grigio e presi i due laccetti sotto il mento, solo che non riuscii ad attaccarli, ero troppo nervosa, e se avessi avuto un fucile giuro che li avrei sparati. Bethany doveva essersene accorta, perché prese i due lacci e li attaccò, montò sullo scooter, e io mi misi dietro di lei, cingendole la vita con le braccia mentre lei fece ruggire il motore. Poggiai la testa sulla sua schiena e mi lasciai cullare dal vento che mi portò lontana da quel Mondo.
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Il mio incubo preferito
Roman d'amourIl silenzio si impossessò dell'intera mensa: Tyler Thompson fece la sua entrata con tanto di sorriso da cattivo ragazzo e una scritta in stampatello spiaccicata sulla fronte che diceva GUAI. Strinsi forte le mani, quanto avrei voluto dare una altro...