Ciaoo ragazziii! Come va?! Lo so, il capitolo precedente non era niente di chi sa che, ma come ho detto in quell'altro post era molto fondamentale...
Siete dei lettori alquanto... Silenziosi, ma va bene così! Vi adoro lo stesso, è solo che voglio capire se la storia vi sta piacendo, tutto qui
Voglio sapere cosa ne pensato del migliore amico della nostra Cat: Ethan, vi piace? Oppure avete già adocchiato qualcun'altro? Commentate!
Vi mando un enormee bacioo!
A presto
By Moonline
Lo scooter di Bethany mi lasciò fuori casa, avevo solo due ore per me, dato che poi sarei dovuta andare a prendere i miei fratellini. Salii i quattro scalini della veranda e feci schioccare la serratura e entrai buttando immediatamente per terra lo zaino e sull'attacca panni la sciarpa e la giacca. Accesi la luce principale che illuminò il salotto e mi diressi in cucina, avevo una fame da lupi, così mi avvicinai all'angolo cottura, aprii il rubinetto e mi sciacquai le mani; dopo di che mi avvicinai al microonde e lo azionai, ficcandoci dentro gli avanzi di ieri. Preparai la tavola solo per me e mi sedetti in attesa che il timer suonasse; sospirai e poggiai il mento sul tavolo: era a malapena passato un giorno di scuola e già era successo il putiferio. La mia mente percorse ogni attimo, dalla mattina alle sette fino ad ora e avrei davvero preferito nascondere la testa come gli Struzzi. Il bip del microonde mi fece sussultare e per poco non caddi dalla sedia; presi la pasta e iniziai a divorarla,letteralmente.
Avevo passato il resto del tempo abbandonata sul divano con la TV accesa, e in braccio a me un contenitore pieno di popcorn al burro appena fatti. Dovevo sfruttare al massimo il mio tempo libero, perché poi sarebbero iniziate le mazzate; pomeriggi interi chiusa dentro quattro mura a studiare, che vita.
Presi il necessario e uscii di casa verso la fermata dell'auto, dovevo andare a prendere quelle piccole bestioline. Presi il mio Ipod e mi ficcai le cuffiette nelle orecchie al massimo volume proprio quando l'auto blu mi affiancò; salii e mi misi su uno degli ultimi posti accucciandomi sul vetro freddo, chiudendo gli occhi. Sussultai immediatamente e scesi proprio di fronte la scuola dei miei fratellini, mi alzai in fretta e furia e uscii dall'auto dirigendomi verso l'entrata della scuola. Molti bambini già erano usciti e stavano raccontando la loro giornata alla mamma o al papà, sorrisi e mi avvicinai cercando di scorgere due teste bionde. Erano vicini a una donna sui quaranta stavano parlottando tra loro con un'altra bambina, cercai di chiamarli, ma non mi sentirono, così aspettai che si girassero e il primo fu Jax che come appena mi vide gli si illuminarono gli occhi, diede un scossone a Bonnie che sorrise e iniziò ad agitare la mano come una matta. Allargai il sorriso e mi avvicinai verso quella donna che doveva essere la maestra, cercai di sembrare più educata possibile continuando a sorridere: -Salve- Dissi guardando la donna mentre lei continuava a squadrarmi come se fossi una specie di Killer fino a quando sorrise, facendo apparire piccole rughe vicino agli occhi color nocciola. -Cat!- Esclamò Jax correndomi incontro per abbracciarmi e io ricambiai stringendomelo più forte. Bonnie fu la seconda che praticamente si buttò, facendomi vacillare all'indietro. La mastra continuò a guardarmi, ma questa volta il suo viso era tornato serio, cosa diavoli avevo combinato? -Jackson, Bonnie lei chi è?- In quel momento spalancai leggermente la bocca, avevo capito. Dato che era il primo giorno di scuola e mia madre non c'era, io potevo essere chiunque; quindi mi stava mettendo alla prova attraverso i miei fratellini. -E' la nostra sorellona, Caitlin- Bonnie si strinse a me strusciando il suo dolce viso sulla mia faccia, era davvero adorabile quando faceva così. La donna annuì e sorrise guardando la scena. -E' un vero piacere conoscerti Caitlin, io sono la maestra Theresa- Annuii mentre le mie mani prendevano quelle dei miei fratellini. -Il piacere è tutto mio, spero che queste piccole pesti si siano comportate bene- Bonnie mise il broncio e lo stesso fece Jax, così arruffai i capelli di entrambi e loro sorriso, come del resto anche la maestra. -Sono stati davvero bravi, è stato un vero piacere conoscerla Caitlin- Sorrisi cordialmente mentre lei si abbassava leggermente per guardare i gemelli: -Noi invece ci vediamo domani- Jax e Bonnie annuirono e dopo aver salutato Theresa ci incamminammo per prendere l'auto, dato che la fermata questa volta era molto più lontana. -Cat, dovevi vedere!- Esclamò tutta contenta Bonnie facendo ondeggiare quella chioma bionda, stringendomi la mano entusiasta. -Ci sono tanti bambini come noi! E Violette mi ha invitata a casa sua!- Feci per sorridere, ma frenai, chi diavoli era questa Violette? - Violette?- Domandai inclinando la testa per poterla osservare meglio, lei annuì e si sistemò una ciocca dietro l'orecchio: -E' una mia nuova amica e mi ha invitata a casa sua per merenda, posso vero?- Domandò sbattendo i suoi occhioni celesti, sapevo dove voleva andare a parare... -Per me Bonnie non ci sono problemi, ma conosci le regole e poi devi chiedere a mamma- Mia sorella sbuffò e annuì svogliatamente. Fu poi il turno di Jax che mi raccontò la sua giornata e per la prima vera volta sorrisi dopo una giornata tremenda; era bello stare con i miei fratelli, li adoravo, solo però quando non facevano nessun capriccio. Per fortuna il tempo volò e la fermata era a poca distanza da noi, così rallentai il passo seguita a ruota dai gemelli: -Ehi Cat, ma quella non è la macchina di Ethan?- Come appena Jax finì di formulare quella domanda, sgranai gli occhi e girai di scatto la testa verso la strada: una C1 bordeaux rallentò e ci affiancò, trattenni il fiato, era la macchina del mio migliore amico.
Ethan abbassò il finestrino di destra per poi guardarci. Sorrise, ma io no, anzi tutt'altro, ero nera dalla rabbia. -Ma guarda qui chi abbiamo- Allargò il suo sorriso e strizzò l'occhio, i maschi... -Ethan!- Esclamò Jax tutto euforico. Si erano sempre piaciuti fin dalla prima volta che Ethan aveva messo piede in casa, parlavano poi sempre e solo della stessa cosa: moto e macchine; eppure mio fratello ne aveva sei, mentre lui 17. Anche Bonnie lo adorava, bastava guardare le sue guance color melanzana ogni volta che lo vedeva, poi di corsa si rifugiava in camera sua. -Ehi ragazzi! Allora com'è stato il vostro primo giorno di scuola?- Domandò continuando a sorridere e questa volta guardò me. Senza rendermene conto arrossii e deviai lo sguardo, era tutto normale, era cambiato. -Alla grande!- Diedi uno schiaffetto leggero a Jax e lui si lamentò: non volevo che già a sei anni diventasse un deficiente che parlava solo con parolacce e altre cose volgari, lo avrei pestato. -Bene, allora perchè non me ne parlate mentre vi accompagno a casa?!- Bonnie fece uno scatto e lo stesso fece Jax, si guardarono in un modo strano, cosa che sapevano fare solo loro e sinceramente mi misero paura; dopo di che tornarono su Ethan e come due matti iniziarono a saltellare e strillare -Sii!- Serrai la mascella e strinsi la mani in pugni: -No- Calò un silenzio tombale, tutti e tre mi fissarono intensamente e io divenni rossa come un pomodoro; era la prima volta che usavo un tono così duro, e non mi si addiceva proprio. -Ma Cat...- Jax iniziò a grattarsi gli occhi, alzai gli occhi al cielo e sbuffai, sapevo cosa stava per fare; il solito pianto lagnoso, solo senza lacrime e prima che iniziasse a strillare come un forsennato alzai entrambe le mani in segno di resa, riuscivano sempre a battermi. -E va benee... Ma- Non feci in tempo a finire le mie raccomandazioni che quei diavoletti si diedero il cinque e entrarono nei sedili posteriori della macchina, sospirai rassegnata e li aiutai a salire; dopo di che mi sedetti vicino a Ethan, che dopo aver sorriso ai miei fratelli mi scoccò un'occhiata alquanto eloquente e anche se io guardavo davanti a me, sapevo che mi stava fissando. Incrociai le braccia al petto, si prospettava un pomeriggio alquanto... Interessante
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Il mio incubo preferito
RomanceIl silenzio si impossessò dell'intera mensa: Tyler Thompson fece la sua entrata con tanto di sorriso da cattivo ragazzo e una scritta in stampatello spiaccicata sulla fronte che diceva GUAI. Strinsi forte le mani, quanto avrei voluto dare una altro...