Louis
Correvo con le cuffiette che continuavano a scivolarmi dalle orecchie mentre "highway to hell" continuava a suonare indisturbata, cercando di sistemare le cuffiette, mi accorsi di ritrovarmi nella zona di Central Park più vicina all'attico Payne.
Erano passati nove giorni, 15 ore e 17 minuti dal mio ultimo incontro con Harry.
Non ce la facevo più a sapere che fosse così vicino ed io non potevo avvicinarmi e sentire il suo profumo di vaniglia, abbracciarlo dopo aver fatto l'amore, stringerlo al mio petto per tutta la notte, guardarlo preparare i pancake in camicia mentre improvvisa un balletto sulle note di una canzone degli Immagine Dragons che passa alla radio, scapare via da un evento stringendoci la mano e ridere come cretini fino a non avere più aria nei polmoni, baciarlo così intensamente da scordarci i nostri nomi. Volevo dimostrargli di amarlo incondizionatamente in ogni momento.
Ed ero così fottutamente arrabbiato.
Con Liam perché tradiva l'essere più divino che la Terra potesse desiderare di accogliere fra le sue membra. Davvero non capiva la fortuna che aveva? Davvero non riusciva a vedere quanto Harry fosse speciale? In tal caso non lo meritava. Ed io? Io lo meritavo? No, chiaramente no, non dopo tutto quello che gli ho fatto passare. Nonostante in questi due anni abbia sistemato i problemi che mi hanno spinti a lasciarlo, sono stato ignobile, un uomo con l'egoismo intriso nella carne.
Con Harry perché, cazzo nemmeno io lo sapevo il motivo, ma qualcosa mi logorava ed ero convinto che la forte emozione che bruciava fosse rabbia.
Con me stesso, Gesù, soprattutto con me stesso. Avevo allontanato una delle poche persone che mi amasse davvero. Avevo cancellato quasi quattro anni di relazione perché non ero stato in grado di parlare, di spiegare. Non ero stato in grado di essere la persona che volevo, non ero stato in grado di essere la persona che il mio ragazzo meritava, non ero stato in grado di essere un buon figlio, non ero stato in grado di essere me stesso, non ero stato in grado di essere niente.
Ero inutile.
Ero un annualità.
Ero un perdente.
La persona che amavo preferiva stare con qualcuno che lo tradiva piuttosto che con me.
Ero spregevole.
Ero debole.
Ero un disastro.
Stavo ancora correndo. Correvo così veloce che le gambe bruciavano, i polmoni facevano entrare sempre meno aria ed il cuore era in tachicardia ma io correvo.
Sopravvivevo alle diverse dimensioni delle mia vita.
Mi dimenticavo come si respira quando poggiavo la testa sul cuscino soffocando le urla.
Sopravvivere mi rubava il respiro.
Mi ero dimenticato com'era vivere.
Ma stavo sopravvivendo.
Sono nato durante una tempesta di tuoni ed aspettavo il mio fulmine, aspettavo il lampo di luce che mi desse la scossa mostrandomi la tanto agognata direzione.
Il problema è che stavo sopravvivendo.
La gioia è che stavo sopravvivendo.
L'incognita è che stavo sopravvivendo.
Mi dovetti fermare di colpo, stoppando la cascata di pensieri, quando andai a sbattere violentemente contro qualcuno. Caddi a terra dolorante dal volo appena fatto. Sentivo come se la schiena mi si fosse spezzata, dovevo essere crollato su un ramo, e per mezzo secondo credetti che il ginocchio mi si fosse frantumato, anche perché era proprio quello in cui mi ero rotto il crociato anni prima giocando a calcio, e porca troia ahia ed infatti:
"Ahia porca troia." sussurrai.
Sentii un mugolio venire dall'altra persona che da come potevo vedere, dato che era voltato di spalle, doveva essere un ragazzo. Mi affrettai ad alzarmi per vedere le condizioni dell'altro e porca puttana.
"Harry stai bene?!" corsi ad inginocchiarmi, non con poca fatica.
"Ovvio Lewis, mi si è appena schiantato un fottuto treno addosso ma sì sto bene. Fanculo Tomlinson chi cazzo ti ha insegnato a correre?" disse cercando di alzarsi ma invenì dal dolore non appena appoggiò la caviglia sul suolo.
"Andiamo in Ospedale Harry, hai la caviglia slogata." affermai dopo aver controllato l'osso nonostante e critiche di H.
"Io non vado da nessuna parte con te Louis, scusa. Devo andare a lavorare fra un ora e no non posso." esclamò allontanandosi zoppicando gesticolando con le dita indicandoci frettolosamente sempre più nervoso.
Che razza di cocciuto.
"Harry-"
"Zitto Louis ce la faccio benissimo. Guarda!" esclamò stando in piedi come un cretino.
"Avanti Harold, appoggiati susu."mi indicai la spalla "ti accompagno a casa poi ti lascio in pace."
Rivoltando gli occhi verso l'alto, accettò il mio aiuto perchè, dico davvero, la sua caviglia era messa male.
In dieci minuti raggiungemmo l'appartamento e mi ero talmente beato della sua presenza che per poco non me ne accorsi. Risentire il suo intenso profumo mi fece battere nuovamente il cuore dopo due anni di arresto cardiaco ma, d'altronde come tutte le cose belle, finiscono.
Harry si staccò da me sbattendomi la porta in faccia.
Dire che ci rimasi male non si avvicinava minimamente al termine che avrei voluto utilizzare per descrivere il mio stato d'animo. Si può dire che mi sentivo come un vaso rotto? Bhè era esattamente così. La sensazione di non sentirmi completo, che il mio luz*non mi volesse più.
*luz: riferimento al libro "Che tu sia per me il coltello". Dal testo " [...]ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo umano ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte ne brucia nel fuoco. Da lì, da quell'ossicino, l'uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti. [...] quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero ricreati."
Note "Autrice"
Buona sera lettorx!
Come state?
Perdonate la mia assenza ma sono stata male e ho pure preso il covid. Rido
Comunque, so che questo capitolo non è nulla di che perciò pubblicherò a breve il nono, per dare un pò di pepe alla storia.
Detto ciò vi mando un abbraccio
Sinceramente vostra:
-F
XOXO
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Sex Life [Larry/Ziam]
FanfictionI miei occhi rincontrarono i suoi. Verde nel blu. Blu nel verde. Una scarica di brividi lungo la schiena. -Questa storia riprende delle parti della serie televisiva "Sex Life"-