(Hey, secondo me questo capitolo potete leggerlo con in sottofondo una delle seguenti canzoni: Too Young- Falling- Because of you di Kelly Clarkson, soprattutto l'ultima ;) )
Louis
Harry rientrò dopo due anni a casa nostra, si guardava intorno come un cerbiatto che sa di essere entrato nella tana del lupo cattivo. Trovai la cosa ironicamente distruttiva. Ci accomodammo e per stemperare la tensione dovuta al litigio di una mezz'ora precedente gli offrii da bere. Accettò.
"Finisci il discorso che avevi iniziato prima dell'irruzione di Liam" sussurrò portandosi il bicchiere di vetro nero alla bocca.
Una goccia gli scivolò a lato e se l'asciugò con la manica che gli copriva le nocche. Adorabile.
Presi un grosso respiro cercando di non far trapelare l'emozione che violava il mio povero cuore, ed iniziai a parlare:
"Harry eravamo troppo giovani per capire che avevamo tutto, mi dispiace di averti ferito.
Ultimamente sto pensando al passato ed io e te sono l'unica cosa che riconosco. Era difficile pensare che avresti potuto odiarmi ma tutto sembra diverso ora.
Non posso credere di essermi arreso alle pressioni , vorrei averlo capito dall'inizio.
Faccia a faccia seduti al tavolo della cucina è tutto ciò che aspettavo, alla fine pensavo di avere una conversazione che disidero aver iniziato prima.
Ti ho tagliato fuori cedendo alle pressioni.
Mi manchi.
Mi manchi e sono due anni che non rivedo il tuo volto e provo a cercare le parole giuste da dirti, non voglio sprecare l'occasione, perché ora capisco.
Ora capisco-" I suoi occhi si fecero acquosi, indietreggiò velocemente con la sedia che quasi ebbi paura potesse cadere e non mi fece finire di parlare che scappò correndo. Le porte dell'ascensore si chiusero. Capii la sensazione che aveva attanagliato la gola di Harry due anni orsono.
Il lupo, nonostante i tentativi per non fare male, uccide sempre il cerbiatto. Preda dell'istinto non capirà mai cosa sbaglia. Ed io ero il lupo.
Piansi come non facevo da tempo.
Piansi perchè nonostante mi avesse perdonato io sarei stato il cattivo che l'avrebbe fatto allontanare.
Semplicemente piansi, come ogni essere umano in grado di amare.
Piansi.
Harry
Chiamai Louis ma ad accogliermi non fu la sua voce ma la metallica, suoneria telefonica.
Per un certo verso lo preferii.
Cominciai a parlare, dissi tutto ciò che avevo nella mente spinto dal coraggio liquido, anche denominato vodka liscia.
La registrazione cominciò:
"Sono nel mio letto e tu non sei qui, non c'è nessuno da incolpare se non il drink nella mia tremolante mano.
Ti prego dimentica quello che ho detto, non è quello che intendevo, non posso tornare indietro ed evitare di scartare il tuo pacchetto.
Mi stavo chiedendo cosa fossi diventato, e se fossi una persona che non vorrei avere intorno? una persona con cui nn vorrei parlare?
Hai detto che ti importa e che ti manco anche io. Mi rendo conto di aver scritto troppe canzoni su di te.
Mi uccide sapere che sono corso via dalla nostra conversazione. Mi sento crollare
Ho la sensazione che non ti servirò più
Cosa sono diventato?
Sto cadendo, ancora e ancora.
Louis, ti prego prendimi." i singhiozzi non mi facevano respirare. Il senso di colpa per essere scappato mi procurando un dolore disumano.
Cercai di addormentarmi ma le lacrime bollenti scavavano nel mio volto lasciando un' altra cicatrice.
La sofferenza nascondeva il suo scopo dietro ai singhiozzi strozzati dal cuscino.
Sdraiarsi nel letto cercando calore umano, quando, sai già di essere solo.
Alla ricerca dei battiti perduti fra i grattacieli in quei giorni che sembrano tanto lontani.
No, basta. Ora dovevo fare qualcosa. Non potevo continuare così.
Iniziai a vestirmi, presi le chiavi e corsi fuori dall'appartamento 515 per andare a casa.
Casa mia.
La pioggia aveva cominciato a battere insistente sull'asfalto, come il cliché più cinematografico che possa esistere.
I miei ricci si inzupparono, i vestiti fradici mi aderivano al corpo congelandomi ma l'adrenalina in corpo mi rendeva di fuoco.
Corsi a perdifiato fra le strutture che facevano a gara per toccare il cuore della luna.
Come un emerito idiota inciampai, appurato che ,fortunatamente, mi feci solo un graffietto ricominciai ad inseguire il profumo di casa.
Raggiunto il palazzo salutai il portiere notturno, Nick, che dopo uno sguardo, per pietà, mi acconsentì di salire.
L'ascensore riaprì le sue porte ferrose.
Il suonò mi procurò un leggero sorriso.
"Louis? Ci sei?"
Zayn
Ero steso in pigiama sul divano che leggevo per la millesima volta Cime Tempestose, dall'ampia vetrata mi gustavo il temporale dare tutto se stesso, amai la melodia che stava componendo. Il campanello suonò.
Non aspetto visite, corrugai la fronte.
Incuriosito mi recai a controllare nello spioncino chi fosse e non appena riconobbi la figura aprii la porta.
"Liam tutto bene?"
"Non lo so"
Note "Autrice"
Sera carx lettorx!
Oggi sono un pò dopata dalle lacrime che mi sono finite in bocca dal pianto isterico che mi ha afflitto, tipo 20 minuti fa? quindi vi lascio questo capitolo (scritto in 20 minuti quindi non giudicate hahah, scherzo, distruggetemi di critiche, solo così si può migliorare no?) , più corto del solito, per farvi gustare il prossimo.
Non vedo l'ora di pubblicarlo!!
Rido adesso sono tutta gasata, poi vedete che vi fa cagare che nemmeno prugne, pere e acqua calda dopo il caffè freddo.
Detto sto squallore vi mando un bacio e come il solito scusatemi peer eventuali errori.
Sinceramente vostra:
-F
XOXO
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Sex Life [Larry/Ziam]
FanfictionI miei occhi rincontrarono i suoi. Verde nel blu. Blu nel verde. Una scarica di brividi lungo la schiena. -Questa storia riprende delle parti della serie televisiva "Sex Life"-