9. TWO LOVERS

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Non potevo credere che Chris fosse andato via con quella. Ero stata stronza con lui, ma non poteva dirmi di essere pazzo di me e poi andare via con un'altra un secondo dopo senza dire nulla. Ero frustrata e incazzata, così senza dire niente ritornai a casa in autobus. Entrai in camera e presi a calci il letto, la scrivania e ogni cosa mi si parasse davanti. Sapevo di non dover affidare i miei sentimenti a lui. Perchè avevo seguito il mio cuore? Perchè? Era sempre stato di ghiaccio ed era la testa solitamente a guidarmi. Ma per una volta avevo seguito il cuore, e come mi aspettavo, avevo commesso un errore madornale. Per circa dieci minuti mi ero sfogata sulla mia camera, ma dovevo assolutamente calmarmi per evitare di essere sentita. Così andai al Palham Garden a fumare erba, almeno mi sarei tranquillizzata.

CHRIS'S POV

Mi sentivo una merda, Amber mi teneva ancora per mano mentre mi portava via e io non potevo smettere di pensare a quello che era appena successo con Kyla. Avrei dovuto reagire, dovevo dire ad Amber che volevo Kyla, invece ero stato zitto. Andammo a casa sua, dove cominciò a baciarmi e a spogliarmi, ma non ce la feci. Nella mia testa c'era Kyla, e non riuscivo a fare niente con nessun'altra. Questo mi faceva molto pensare, dato che non mi ero mai interessato di nessuna mentre scopavo con un'altra.
"No, sta' ferma." -dissi togliendomi le mani di Amber di dosso.
"Che c'è? Ora fai il sostenuto? Oh andiamo, lasciati andare." -ricominciò a baciarmi ma la fermai di nuovo spingendola via da me.
"Ti ho detto no!" -mi guardò sbalordita da quel rifiuto insistente.
"Che cazzo ti succede Chris?"
"Non ne ho voglia Amber. Lasciami in pace."
"Io non sono una che perde tempo. Quindi, o togli da quella faccia quel broncio da idiota, o quella è la porta." -senza pensarci due volte, mi avviai verso la porta per andarmene.
"Se esci da quella porta, non ti scomodare ad entrarci mai più." -senza aggiungere altro, uscii sentendo Amber urlare "te ne pentirai, coglione", ma me ne fregai proseguendo ugualmente. Quando tornai a casa chiamai Stacey che sicuramente si stava chiedendo dove fossi finito.

(Conversazione telefonica):
-Pronto, Chris! Ma che fine hai fatto? Ti sembra questo il modo di andartene?-
-Scusa bimba, mi stavo annoiando.-
-Cos'è quella voce?-
-Ho fatto un casino Stacey, sono un coglione.-
-Kyla?-
-Sì.-
-Dammi dieci minuti e sono lì.-

Staccai la telefonata e mi lasciai cadere sul letto portandomi le mani al viso. Quando Stacey arrivò mi urlò diversi insulti, e mi disse anche che aveva avuto modo di conoscere Kyla quella sera.
"Va' da lei Chris, non lasciartela scappare!"
"Ma...mi odierà, non vorrà vedermi di sicuro!"
"VA'!" -a quel punto mi alzai deciso dal divano e chiamai Talìa mentre ero per strada. Mi disse dove abitava Kyla e mi precipitai immediatamente alla porta di casa sua. Bussai un paio di volte, finchè non venne ad aprirmi una ragazzina che immaginai fosse la sorella.
"Ehm, serve qualcosa?" -disse confusa. In effetti, uno sconosciuto a quest'ora della sera non era esattamente il benvenuto da nessuna parte.
"Vive qui Kyla?"
"Tu sei?"
"Christian Meyers, un suo amico."
"Sì abita qui, ma è rientrata per pochi minuti e poi è uscita di nuovo."
"Cosa? E sai dov'è andata?"
"Non mi informa molto dei suoi spostamenti, mi spiace."
"Oh, okay. Grazie lo stesso...ciao." -corsi verso la mia moto e cercai di pensare il più presto possibile. Dove poteva essere finita? Cercai nei bar, locali e posti vari del quartiere, ma nulla. Poi m'illuminai, non ero andato in un posto ancora. Impiegai circa dieci minuti ad arrivare al parco più vicino, cercai per svariati minuti ma di Kyla nessuna traccia e io cominciavo a preoccuparmi. Stavo per arrendermi e mi avviai verso la moto, fino a che non notai un movimento oltre delle panchine. Un tizio sicuramente ubriaco o quel che era teneva ferma un ragazza che urlava in protesta ma troppo fatta per respingerlo. Immediatamente focalizzai che era Kyla. Fui preso da una rabbia cieca e corsi verso lo stronzo scaraventandolo a terra con un pugno solo, era talmente perso da non avere più la forza di rialzarsi.
"Kyla! Stai bene?" -dissi avvicinandomi.
"Che cosa vuoi, lasciami in pace!" -disse barcollando ed emanando un eccessivo odore di erba.
"Maledizione, quanto hai fumato?"
"Lasciami ho detto!" -mi prese a pugni sulle braccia ma era troppo debole per farmi male. "Sei un bastardo! Ti odio, ti odio, ti odio!" -furono le sue ultime parole prima di collassare tra le mie braccia. Cercai di riprenderla con degli schiaffetti e urlando il suo nome, ma fu tutto invano. Così la presi in braccio portandola a casa mia con notevole difficoltà essendo in moto. Arrivato a casa le tolsi il giubbotto e la poggiai sul letto, e a quel punto, si svegliò.
"Hey piccola, come ti senti?" -dissi preoccupato.
"Chris..."
"Sì piccola, sono qui." -a quel punto si alzò restando seduta sul letto avvicinandosi a me.
"Ti odio!"
"Lo so...mi dispiace tanto Kyla, sul serio."
"Ma...non posso essere arrabbiata con te, mi piaci troppo." -avvicinò le sue labbra al mio collo e cominciò a baciarlo facendomi provare dei brividi.
"K-Kyla...ferma." -dissi incapace di fermarla. Mi piaceva troppo, ma non potevo.
"Oh andiamo, lasciami fare. Non è quello che vuoi anche tu?" -disse iniziando a togliermi la giacca e facendo sfiorare le nostre labbra. La fermai e le presi il viso fra le mani.
"Io ti voglio, dannazione se ti voglio, sto impazzendo sul serio ma...non così." -a quel punto sbuffò e la rimisi a letto. Volevo Kyla, volevo fare sesso con lei dal primo momento che l'avevo vista, ma così non era giusto. Lei era fatta, e non mi sarei mai approfittato di lei, ci tenevo davvero, e troppo anche. E in qualche modo assurdo e inspiegabile, non la desideravo in quel modo. Passarono pochi minuti e si addormentò beatamente, così ne approfittai per andare a fare una doccia. Mi sentivo stanco morto e mi feci spazio sotto le coperte accanto a lei. Era uno spettacolo, anche quando dormiva, e dopo essere stato lì a guardarla per parecchio tempo, le palpebre mi si chiusero e mi addormentai. Il mattino seguente mi svegliai per i raggi del sole che entravano furtivi dalla finestra, sfregai gli occhi con le mani, e notai che anche Kyla si stava svegliando. Sembrava stesse bene e che avesse smaltito del tutto la roba di ieri, e non appena mi vide sobbalzò.
"Che cazzo succede? Dove sono?" -sentenziò allarmata guardandosi intorno.
"A casa mia." -risposi rilassato.
"E che ci faccio qui?"
"Ieri eri al Palham strafatta, e sono arrivato in tempo prima che ti stuprasse un coglione."
"Woh, dovevo essere proprio fatta perchè non ricordo niente..."
"Sì, lo eri." -dissi ridendo mentre ricordavo i suoi tentativi di scoparmi.
"Perchè ridi?...Dio. C-Chris...che ho combinato?" -disse preoccupata.
"Lascia perdere Kyla, non eri in te."
"Dimmelo, dannazione!"
"Ehm...hai tentato di venire a letto con me."
"COSA?!" -urlò allarmata.
"Tranquilla, non è successo. Ti ho fermata." -le risposi per tranquillizzarla.
"Oh. E stanotte quindi, dove hai dormito?"
"Qui."
"Ma sei scemo o cosa? Dici che avevo voglia di scopare con te e dormi nel letto con me? Ma che problemi hai?"
"È il mio letto."
"Ah, vaffanculo! E comunque perchè sei venuto a cercarmi? La tua puttanella aveva la vagina infiammata forse? Questo lo ricordo, purtroppo." -disse isterica. Voleva ovviamente litigare, ma aveva ragione in fondo.
"Sono andato a casa tua per parlarti, ma mi ha aperto una ragazzina e mi ha detto che eri andata via, e sono venuto a cercarti."
"Con che coraggio. Lasciami in pace una volta e per tutte Meyers!" -scese dal letto e fece per andarsene, ma la seguii e le afferrai i polsi.
"Lasciami! Ma che cazzo vuoi si può sapere?"
"Voglio te! Non so che cazzo mi sta succedendo. Sei nella mia testa ogni secondo della mia giornata e sto impazzendo. Non so come, ma arriva sempre un pretesto che ci allontana e io non ne posso più. Tu sei mia, hai capito? E non ti lascerò andare ancora! Non lascerò che altri ti tocchino ancora..." -non potevo crederci, l'avevo detto. La cosa che negavo a chiunque e a me stesso, che non avevo il coraggio di urlare l'avevo tirata fuori. Non ricevetti risposta, se non uno sguardo sbalordito e confuso. Senza pensare a nient'altro presi il viso di Kyla fra le mani e la baciai con foga. Desideravo tutto di lei, le sue labbra, i suoi occhi nei miei, il suo profumo incredibile. Senza esitare, con le sue piccole mani mi afferrò i capelli dando spazio ad un bacio più acceso. Le nostre lingue si unirono, e man mano ci dirigemmo verso il letto. Lentamente le sfilai la maglietta, mentre lei mi slacciò la cintura. Ci trovammo nudi dopo svariati minuti, eravamo passionali ma lenti, non avevamo il bisogno di fare sesso, ma quello di appartenere l'uno a l'altra, in modo più profondo. Così, lei si stese sul letto, io salii sopra di lei e con una spinta unimmo i nostri corpi lasciando uscire dei gemiti. Il mio corpo tremava a contatto col suo, e ad ogni spinta il ritmo diventava sempre più veloce. Sentivo le sue mani tirarmi i capelli e urlare il mio nome.
"È stupendo che il mio nome esca da queste splendide labbra." -le sussurrai in un orecchio per poi penetrarla ancora una volta. In quel momento non esisteva più niente e nessuno. Amber, le bande, la rabbia, i malintesi. C'eravamo solo io e lei, e in quel momento, ero pronto a giurare che quello che stavamo facendo non era sesso. Io l'amavo.

Steel [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora