1. LIKE A PERSON IN TWO BODIES

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Il locale era affollatissimo stasera, come sempre. Il The Local era sempre così e io ci andavo ogni volta per divertirmi e ballare. Amo ballare e amo divertirmi.
Avevo bevuto, sapevo che l'alcool cominciava a fare effetto e la testa rimbombava assieme alla musica.
Sentivo il ritmo salire e mischiarsi all'adrenalina, e incominciai a ballare e urlare come una matta. Improvvisamente un tipo mi si avvinghiò al corpo e iniziai a ballare in modo per niente casto con lui. Ero sempre stata così, mi piaceva apparire sensuale e spinta e i ragazzi mi desideravano per questo.
Ad un certo punto il tipo di fronte a me avvicinò la bocca al mio orecchio.

«Se ti muovi così anche a letto, allora mi farai impazzire splendore!» urlò per sovrastare la musica cacciando poi una risata senza mai staccarsi dal mio orecchio.

«Prova a confermarlo tu stesso.» risposi a mia volta nel suo orecchio per poi baciarlo.

Capii dal mio contatto su di lui quanto mi desiderasse e cominciò a baciarmi sul collo lasciando baci umidi e languidi senza smettere di ballare.
Senza pensieri chiusi gli occhi e godei di quella sensazione.
Dopo qualche minuto mi staccai, gli afferrai il polso e lo portai verso i bagni dove ci nascondemmo per bene.
Cominciammo a baciarci con vigore e lui a toccarmi.
Avrei potuto dire che queste fossero sensazioni forti, che mi scaturivano un certo effetto, ma no, non era così.
Succedeva quasi ogni sera, finivo per pomiciare con qualcuno, farci sesso, e sparire.

Non avevo mai pensato di innamorarmi, amavo sentirmi libera e l'amore non faceva per me. Chi ama è debole.
Continuammo a baciarci e stuzzicarci a vicenda ancora per un po' e le mie mani sul suo corpo muscoloso dominavano la situazione in una fase preliminare.
Alla fine finimmo, come sempre per me, a consumare un rapporto sessuale nei bagni del locale.

Con ancora un leggero affanno dopo un po' uscii, e nel frattempo mi risistemai la bretella del top e i capelli scompigliati.

«Chiamami!» urlò lui dietro di me mentre era intento ad abbottonare i jeans.

Io continuai a camminare senza rispondere e sorrisi tra me e me. Povero illuso.

CHRIS'S POV

Avevo la fronte madida di sudore assieme al resto del corpo. La ragazza che avevo portato a casa dal locale era veramente incredibile.
Capelli biondi con un taglio corto e spettinato, anche se avevo sempre avuto un debole per le more, occhi verdi, un corpo sexy e sapeva come muoversi.
La penetrai un'ultima volta per poi ricadere sfinito sul divano a peso morto, stendendomi accanto a lei ancora col fiatone.

«È stato fantastico.» mi sussurrò all'orecchio la biondina ancora eccitata.
«E ne dubitavi?» sorrisi in risposta.

A quel punto si avvicinò a me e cominciò ad accarezzarmi la faccia col pollice.

«Qualcosa mi dice che ci troveremo bene insieme noi due.» ammise poi sorridendo. 

«Come?» risposi chiaramente in disaccordo alzando il busto dal materasso. «Hey chiariamo una cosa, dopo stanotte tu sparirai dalla mia vista definitivamente, okay?»

«Aspetta, cosa?! Ma..io credevo..»

«Cosa? Cosa credevi? Che ci saremmo messi insieme? Che ti avrei chiamata ogni giorno? Che ti avrei messo un anello al dito? Ho già scordato pure il tuo nome bambolina.» continuai lasciando uscire una risatina beffarda.
Lei si alzò di scatto vestendosi velocemente.

«Sei solo un lurido bastardo! Vaffanculo!» urlò rabbiosa prima di sbattere la porta uscendo dall'appartamento.

Ogni volta la stessa storia, prima facevano le troie strusciandosi addosso, poi venivano a letto con me e credendo che le avrei sposate. Come se un ragazzo si trovasse così, in un locale qualsiasi, perchè per loro sei il primo tipo carino che capita a tiro.
E comunque, io non credevo a queste stronzate.
L'amore, le promesse, le belle parole. Sono tutti bravi in queste cose. Dicono qualcosa di dolce, ti assicurano che ti amano e che resteranno per sempre, e in meno di un anno si diventa perfetti cornuti sconosciuti. L'amore è solo una malattia che la gente si crea, non esiste.
Non si vive per un'altra persona da diventare dipendenti da essa, non si muore per amore.
Tutte stronzate, come le favolette per bambini, e francamente, non erano cose per me, Chris Meyers.

Steel [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora