GPS umano

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"Ok questa è la cucina, qui c'è il bagno, la tua camera. Dormi con serena va bene ?"

"Si ok" risposi sforzandomi di ricordare chi fosse Serena.

"Ora ti lascio sistemare, ma dove sono i tuoi bagagli?" Chiese Albe guardandosi intorno.

"In realtà non ho bagagli, questa è sicuramente una cosa che dovrò dire alla Mary"

Il ragazzo sembrava confuso, forse non aveva attentamente ascoltato come Maria mi avesse conosciuta.

Tuttavia sembrava simpatico e questo sicuramente era positivo visto che la maggior parte delle persone in casa era sparita appena rientrati. Come biasimarli, con il serale alle porte saranno super impegnati. Mi chiedo ancora cosa ci faccio io qui.

Congedatami da Albe mi diressi verso quella che sarebbe dovuta essere la mia stanza, niente male nel complesso.

Che voglia di mettermi qualcosa di comodo. Purtroppo non avevo nulla con me a Roma e neppure volevo dire a mia madre di spedirmi qualcosa perché questo significava doverle spiegare tutto e no, non mi andava proprio di affrontare il cerbero a tre teste di mia madre. Non ora almeno.

"Ciao Antonella"

"Tu sei Serena?" chiesi con un sorrisino imbarazzato

"No io sono Carola" rispose gentilmente la ragazza "immagino avrai rimosso tutti i nomi " continuò.

"Si diciamo che ho resettato tutto"

"Tranquilla è normale"

"Già"

"Sei abbastanza di poche parole vedo"

"Abbastanza. Cioè no, insomma. Ok si sono molto, ma molto timida"

"Si lo abbiamo capito tutti" disse ridendo la ragazza.

"Insomma è che non sono abituata a vivere con delle persone. Mi spiego meglio perché così suona piuttosto male. Mia madre e mio padre sono separati, mia madre vive praticamente fuori casa e mia sorella non è stata mai presente. Poi sono parecchio timida e con i problemi alimentari che ho avuto in passato ho ancora più difficoltà ad approcciarmi con la gente"

"Ti capisco sai, la mia famiglia vive in campagna isolata dal mondo e con il fatto che ho studiato in Francia mi sono sempre ritrovata da sola. So cosa vuol dire fare i conti con la solitudine. Maria sta facendo una cosa bella con te, non è vero?"

"Si, ma non mi sembra ancora vero"

"Credimi, tutti noi in questa casa non abbiamo ancora realizzato di essere i nuovi concorrenti di amici e di mesi qui ne abbiamo passati. è normale sentirsi spaesati i primi giorni"

La guardai sorridendo timidamente

"grazie" sussurrai con lo sguardo rivolto al pavimento.

"Non mi devi ringraziare, anzi quando vuoi mi trovi nell'altro letto. Siamo compagne di stanza"

Almeno potevo dire di aver già parlato con qualcuno e questo mi rendeva felice.

"Chissà cosa mi faranno fare" dissi alla ragazza.

"penso che già domani vedrai i professori e ti daranno delle indicazioni. Qui si lavora veramente tanto, ma ti posso assicurare che si riesce ad emergere parecchio. Bisogna solo essere se stessi"

"Tu lo sei?"

"Si finalmente ci sto riuscendo. Non solo nella danza ma anche con la persona che ho pensato di amare qua dentro"

" e chi è?"

"Luigi"

"perché quello sguardo triste?"

Strappare lungo i bordi : CHRISTIAN STEFANELLI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora