Let's fuck

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Pov Antonella

" Mannaggia Chri, sei in ritardo di 5 minuti. Pensavo ti avessero rapito" dissi ridendo mentre aprivo la porta della camera d' albergo.

" sei proprio una stronza. Mi prenderai in giro a lungo per questa cosa vero?" Rispose lui riferendosi ai fatti accaduti il giorno prima.

Quella parola " a lungo" mi faceva sorridere...

" comunque sono ancora positivo " continuò a dire mentre a passo deciso si avvicinò a me.

" entrambi positivi..." risposi sconsolata.

Non fraintendetemi, passare tutto quel tempo con Christian mi faceva stare bene, ma sentivo il bisogno di vivere il mondo esterno.

Mi sembrava di essere una sorta di animale in gabbia, costretto ad osservare l'immensità del mondo che lo circonda pur avendo a disposizione una minuscolo fetta di esso.

Guardare e non toccare. 

"Sei preoccupato? " chiesi vedendo quanto freneticamente torturava le sue unghie.

" più o meno" rispose.

" come mai?" Chiesi avvicinandomi a lui sempre di più

"vedrai che presto saremo negativi" dissi non avendo ricevuto risposta. 

" Mattia ci prova con mia sorella" rispose sedendosi sul letto. 

Avrei dovuto capire non fosse a causa del COVID, dopotutto non si era mai lamentato di questa dolce seppur frustrante quarantena. 

" ma tua sorella non era fidanzata?" gli chiesi accennando a chissà quale nostra passata conversazione.

"Lo era, ma a quanto pare Mattia ha fatto colpo" disse con tono perentorio

" lo ha lasciato per lui?" chiesi sconvolta 

" si, si sono presi una pausa. Vuole capire se questa storia di Mattia è un capriccio oppure..."

" oppure è amore" conclusi.

Era così carino quando si preoccupava per la sua famiglia, vi era parecchio legato.
Soprattutto a sua sorella...

Dopotutto mi aveva raccontato quanto tempo passassero assieme sin da piccoli, mi aveva persino mostrato molte delle loro foto.

Potrebbe sembrare una cosa stupida. Che sarà mai mostrare una foto? Ma per lui non lo era. Per lui mostrare una foto della sua vita privata era come per uno scrittore pubblicare un romanzo, per un cantante un inedito per un architetto un progetto: mettersi a nudo.

La mano con la quale si attorcigliava i ricci si allungò verso di me e io mi sedetti sulle sue ginocchia abbracciandolo.

Sotto la morsa del mio abbraccio il suo corpo si rilassò, sembrava essersi calmato.

È così strano pensare che un gesto così piccolo e insignificante come un abbraccio, possa sollevare dal peso delle preoccupazioni.
Con lui era tutto così puro...

" posso chiederti perché sei preoccupato? " risposi incerta sul fatto che volesse o meno parlarne.

" perché lei è mia sorella e lui, beh lui è il mio migliore amico" mi rispose passando una mano dietro la mia fredda schiena. 

" ed è così grave?"

" non conosci il detto " mai mischiare lavoro e figa"?"

" non era " mai mischiare il lavoro e la famiglia"?" Chiesi dubbiosa ricordando vagamente la canzone.

" quella è la versione soft" rispose ridendo.

Le sue gambe si sollevarono e ci ritrovammo sdraiati sul letto. Io sopra di lui e lui sopra il peso delle sue paure.

" Mattia mi sembra una brava persona " provai a dire al fine di consolarlo.

" si lo è, ma spero che non faccia soffrire mia sorella "

La bontà di questo ragazzo mi stupiva sempre di più.

" e se la fa soffrire?" Chiesi curiosa

" se la fa soffrire dovrò farmi Bergamo/Bari con una mazza in mano"

"Christian" lo ripresi ridendo e tirandogli un leggero schiaffetto sulla spalla.

" hei, non si fa. Ora dovrò punirti" mi dice facendomi ridere per il pesante solletico inflittomi a scopo punitivo

" Chriiiistian fermati" lo implorai in vano.

A furia di muovermi freneticamente sotto le sue mani, la situazione si ribaltò. Lui su di me e io costretta a subire le sue mani su tutto il corpo.

" costretta" pensai....

La costrizione è una cosa brutta, ma quel tocco no, non era affatto spiacevole.

Dopo un momento di iniziale confusione nel quale sembrò non accorgersi della posizione in cui era, realizzò guardandomi intensamente.

Quei secondi sembrarono durare ore, era così bello da quella prospettiva. I suoi capelli scuri, sconvolti dalla lotta, gli contornavano il viso.

" sei bella" disse facendomi arrossire

" e tu sei pesante" gli dissi non perché fosse vero, ma per il bisogno che avevo di uscire da quella situazione imbarazzante.

Tuttavia non servì a molto poiché si appoggiò sui gomiti  per annullare la distanza che ci separava senza gravare con il suo metro e 80 cm circa su di me. 

Iniziò tutto come un casto bacio, un bacio puerile, delicato e leggero, ma finì per diventare passionale, a tratti violento.

La sua bocca passò sul mio collo  iniziando a torturarlo con piccoli e leggeri morsetti mentre passavo la mano sulla sua schiena.

" sei carina quando mugugni" disse lasciandomi di stucco.
Ero così presa dal momento da non essermi neppure accorta dei versi prodotti.

Christian era così: capace di estraniarmi dal contesto esterno. Potevamo essere fra 20000 persone o in 1000 contesti diversi, ma lui era capace di catalizzare l'attenzione su di lui, su di noi. 

Le sue labbra sfioravano la mia spalla e poi pian piano sempre più giù sino ad arrivare alla piccola voglia situata poco al di sopra dell'inizio del seno. 

Per un momento sembrò volersi sbarazzare della maglietta che copriva la mia terza abbondante, ma non lo fece. Lo vidi sorridere e continuare sul tessuto. 

Questo ragazzo iniziava a farmi impazzire. 

Lo desideravo forse quanto lo desiderava anche lui, ma ogni volta che sembrava essere giunto il momento di andare al sodo, si tirava indietro. 

Come sempre i suoi occhi indagatori riuscirono a leggere i miei pensieri e nonostante non avessi detto nulla ricevetti una risposta più che chiara:

"ti hanno mai detto che l'attesa aumenta il desiderio?"  disse con voce smorzata dall'eccitazione.

In quel momento pensai soltanto ad una cosa: mio caro Christian Stefanelli, ma vaffanculo!










Strappare lungo i bordi : CHRISTIAN STEFANELLI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora