Ti prego, dammi un'occasione per cambiare situazione
Abbracci finti che non danno più calore
Baci insipidi che non hanno più sapore
Storie tristi, così si sente il dolore
Fucili di precisione sotto i sedili anteriori
Madri piangono in Corte di Cassazione
Perché il figlio è accusato di associazione
Quindici anni di prigione
[Storie tristi - Paky]📍Milano
24/12/2022Teresa
L'ho amato.
L'ho amato con tutta me stessa. E forse lo amo ancora, nonostante tutto.
L'ho amato così tanto da farlo diventare il padre di mio figlio, che porta il nome dell'uomo che più ha amato.
Mi ha fatto cambiare modo di vedere le cose, mi ha insegnato ad amare, a resistere.
Ma mi ha anche distrutta, mi ha consumato l'anima.
Il rumore delle sbarre mi fa risvegliare dai vecchi pensieri, insieme al rumoroso caos causato dalle famiglie oggi qua presenti.
Mi guardo intorno e finalmente incrocio il suo sguardo, ormai vuoto da troppo tempo.
Prendo Salvatore in braccio e mi avvicino lentamente al tavolo dove è seduto Vincenzo, impaziente di vederci.-Amore mio!- esclama a voce bassa guardando il bambino, il nostro bambino.
Lo aiuto a prenderlo in braccio e mi siedo aggiustandomi nervosa i capelli; nonostante tutto, la vicinanza con il moro mi provoca le stesse sensazioni della prima volta che lo conobbi.Quest'ultimo, con Salvatore tra le braccia, mi rivolge uno sguardo limitato, timido. Ha paura di superare i limiti che gli ho imposto.
-Come state?- mi domanda giocherellando distratto con le piccole mani del bambino, posando gli occhi sul mio esile corpo.
-Andiamo avanti.- gli rispondo fredda guardando le famiglie presenti nella grande sala vecchia e rovinata.
C'è chi litiga, chi fa l'amore con gli occhi, ci sono padri che abbracciano i propri figli sperando di tornare presto a casa.
Ormai venire qua dentro sta diventando una pesante routine. Spero di non abituarmici.-Tu come stai?- gli domando trovando il coraggio di guardarlo negli occhi.
Il viso è contornato da occhiaie, e lo zigomo sinistro da un livido violaceo.-Sto solo provando ad essere sereno.- mi dice abbassando lo sguardo. Ecco che ritorna assente.
-Domani verremo, per il pranzo di Natale.- gli dico prendendogli il viso tra le mani, chiedendogli un contatto visivo.
Vedo finalmente un sorriso uscire dalle sua labbra, che mi provoca brividi in tutto il corpo.
-Non potevate farmi regalo migliore.-
Mi passa Salvatore, che faccio sedere sulle mie gambe accarezzandogli i pochi capelli marroni presi dal padre, così come gli occhi.
-Questo non vuol dire che ti perdono.- gli dico puntualizzando la situazione. Mi ha causato troppo male, il problema però, è che credo di amarlo ancora.
-È già qualcosa. Tornerai mia, a costo di rimetterci la pelle.-
Lo guardo per minuti interminabili, rivivendo tutta la nostra storia, che forse non è ancora finita. Fin quando scade l'orario della visita, e sono costretta ad andarmene.
-Ti prego, dammi un'occasione per cambiare situazione...- mi dice pregandomi, con voce straziante.
Prendo mio figlio in braccio, e dopo aver guardato Vincenzo nei suoi occhi che tanto ho amato, esco dal carcere dirigendomi a casa.
Ora non mi resta che aspettare, e affrontare una delle tante notti insonni, con la speranza che il dolore che ho dentro possa diminuire, fino a sparire.
Anche se, l'unico che potrebbe farlo sparire è Vincenzo, che non è più qui con me.
L'unico in grado di uccidermi e di rendermi allo stesso tempo immortale, con uno dei suoi semplici sguardi pieni di amore.
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Storie tristi ; 𝗣𝗮𝗸𝘆 𝗚𝗹𝗼𝗿𝘆
FanfictionVincenzo e Teresa, classe '99. Entrambi accomunati da un passato complicato, da ferite ancora aperte. Diventeranno l'uno la salvezza dell'altro. Ma il passato ritorna. Tutto ritorna. -Uno come me a una come te non ha nulla da offrire. A parte una vi...