𝟭𝟰

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Con te vicino la vita ogni giorno inizia un'altra volta
Eri speciale perché eri uguale a me
Mi abbracciavi come se ti salvassi dalla solitudine
[Torna da me - Luchè]

Autunno 2019
Rozzano

Teresa

Un pensiero fisso in testa.

Non riesci a pensare ad altro, ci provi, ti sforzi fino all'ultimo respiro ma non ci riesci.

Quella maledetta sera.

Si era aperto per la prima con me, cosa era cambiato?

Era dettato dalla paura o semplicemente voleva parlare?

-Teresa, scendi da lì. -

Smetto di ballare e svelta come la luce scendo dal palco e raggiungo Martina.

-Dove hai la testa stasera?- mi domanda con sguardo cuorioso, toccandosi i capelli e masticando una gomma che riesco a sentire nonostante il forte rumore della musica.

-Scusami, ma non è giornata.- le rispondo sbuffando e avvicinandomi al bancone da Michael, senza aspettare un riscontro.

-Bimba, che succede?- mi domanda il ragazzo impegnato a servire cocktail ai clienti.

Questa sera c'è poca gente, per lo più uomini di mezza età annoiati della loro vita di affari.

Sbuffo guardandolo negli occhi, cercando di farmi capire senza parlare.

-Non farmi quello sguardo dolce che non resisto.- mi dice fulminandomi e facendomi arrossire.

Fanculo.

All'improvviso faccio una domanda.

-Avete visto Vincenzo?-

Martina smette di bere la sua birra e mi fissa, non dovrebbe nemmeno toccare alcol durante il turno.
Ma in questo posto funziona tutto male.

-L'ho visto andare nel privé con una rossa.- risponde Michael quasi contento della cosa.

Perfetto.
Sento qualcosa smuoversi dentro il mio petto appena sento. Una rossa. Non dovrebbe interessarmi la sua vita sentimentale.

Eppure il mio umore è peggiorato all'improvviso.

Peggio di così si muore.

-Teresa, c'è una persona che vuole parlarti.- la voce del capo interrompe i miei pensieri. Lo seguo lanciando uno sguardo preoccupato a Martina che mi fa un occhiolino rassicurante.

Esco dal retro e la vedo lì davanti.

Mia sorella.

-Non dovresti essere qua.- le dico arrabbiata.

-Nemmeno tu, lo sai?- risponde sbuffando -Mi volevo scusare per tutto, non volevo dirti quelle cose. Cosa è successo l'altra sera? Dove sei stata?-

L'altra sera.
Vincenzo.
Salvatore.

Ci staranno ancora seguendo quelle persone?

-Non è successo niente, dovevo fare un favore alla mia amica e ho dormito da lei. Per il resto è tutto risolto.- le rispondo fin quando un rumore mi fa sobbalzare.

Mi giro di scatto e vedo Vincenzo barcollare con una ragazza stupenda incollata al suo braccio.

La famosa rossa.

-E voi che ci fate qua?- ci domanda Vincenzo a fatica, quasi non riesce a parlare.

Cosa diavolo si è preso?

-Dai Vi, rientriamo.-

La rossa lo incita a rientrare con la sua voce sottile e occhioni dolci.
Non l'avevo mai vista prima.

Mia sorella lancia un'occhiata a Vincenzo e mi chiede di aiutarlo prima di andarsene.

Erano queste le sue scuse?

Decido di pensarci dopo e di avvicinarmi al napoletano per controllarlo meglio.

Gli guardo gli occhi rossi come il fuoco, e l'alito puzza di alcol inconfondibilmente.

Ma non è semplicemente fatto, sembra quasi uno zombie.

-E tu chi sei? Non abbiamo bisogno di aiuto.- dice la rossa.

Le rivolgo finalmente la mia attenzione e mi trattengo dal risponderle, non è lucida nemmeno lei.

-Lasciala stare a lei, trattala con rispetto.- le ordina Vincenzo spingendola bruscamente.

Poi mi rivolge il primo sguardo della serata.
Il primo dopo quella notte.
Ce ne siamo andati all'alba quella mattina, senza proferire parola.
Poi ognuno è entrato nel suo appartamento, senza fiatare.

-Vuoi un passaggio?- gli domando avvolgendo un suo braccio sulle mie spalle tenendolo.

La rossa non si vede più, sarà rientrata?
Ammetto che la cosa non mi interessa.

Vincenzo annuisce e gli chiedo di aspettare, vado ad avvisare il capo che per un'emergenza me ne andrò prima.
Recupererò le ore in settimana.

Il tempo di uscire e Vincenzo non c'è più.
Dove diavolo si è cacciato?

Faccio un giro della via ma nessuna traccia.

Fin quando lo vedo seduto su un marciapiede con una Winston alla bocca.

Mi siedo al suo fianco in silenzio, gli sfilo la sigaretta dalla bocca e faccio un lungo tiro.

-Posso dormire da te stanotte? Non ho il coraggio di affrontare ancora mia madre in questo stato.- dice osservandosi disgustato dal finestrino di una Fiat.

Annuisco sperando che mi veda, passandogli la sigaretta.

-Cosa ti sei preso Vincenzo?-

Aspetto una sua risposta per quasi un minuto, poi si alza e senza rispondere si dirige verso la mia moto.

-Allora, non rispondi?- gli richiedo ad alta voce invogliandolo.

-Non ti risponderò Teresa.
Sappi solo che la dentro gira la peggiore merda.-

-E chi te l'ha data?- gli domando seguendolo a falcate. Un suo passo è tre dei miei.

-La rossa.
La figlia del capo.
La mia ex.-

Storie tristi ; 𝗣𝗮𝗸𝘆 𝗚𝗹𝗼𝗿𝘆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora