Ci sono le tue scarpe ancora qua ma tu non sei passato
Ho spiegato ai vicini ridendo che tu non ci sei più
Un ragazzo in cortile abbraccia e bacia la sua fidanzata
Proprio lì, dove ti ho incontrato
Non ci sei più**
Il sabato era passato, non velocemente, ma tra le chiacchiere di Luna volte a migliorare l'umore di Manuel e qualche bicchiere di prosecco era passato.
Le persone in turno nel bar erano cambiate un paio di volte, tranne Manuel, lui era rimasto da apertura a chiusura. Era il suo unico modo di passare le giornate.
Quel sabato era stato particolarmente stressante per lui, in attesa della domenica che avrebbe passato solo. Aveva durante il giorno mandato un paio di messaggi a Simone che non aveva visualizzato come succedeva da giorni.
Luca lo guardava dall'altra parte del bar, gli scrutava il profilo che aveva sempre trovato così perfetto. La cotta che aveva per Manuel dal primo momento che era entrato a cercare lavoro al bar gli premeva nello stomaco.
Avrebbe voluto consolarlo e alleviarlo dal dolore che l'altro ragazzo gli aveva lasciato, ma era consapevole che Manuel non avrebbe mai superato Simone.
Cercare qualcosa in quel momento di debolezza era spregevole e vile, eppure non riusciva a fare a meno di pensarci.
Manuel, sentendosi fissato rivolse il suo sguardo al ragazzo che asciugava gli ultimi bicchieri, rendendosi conto che erano rimasti soli.
"Che fai dopo, Lu?" Dal canto suo una domanda completamente innocente, che venne colta con un brivido dal ragazzo dietro al bancone.
"Se non c'è di meglio da fare penso che tornerò a casa." Si schiarì la voce che sembrava essersi nascosta nel fondo della gola e ne fece uscire una domanda. "Te che fai?"
Manuel venne colto alla sprovvista, che faceva lui? Di tornare a casa proprio non ne aveva voglia, di vedere attorno a lui tutti gli oggetti che gli ricordavano Simone proprio non gli va. "Non lo so. Hai qualcosa da proporre? Alla fine è sabato sera e non siamo dei vecchi."
Una risata gutturale uscì dalle gole di entrambi, forzata da Manuel e spontanea di Luca. "C'hai ragione anche te. Se può fare un paio de giri a vede' se ce sta qualche locale dove si balla, penso de conoscerne un paio qua vicino."
Manuel non ne aveva nessuna voglia, ma qualsiasi cosa era meglio di tornare a casa da solo. "Seh, andamo a ballare." Dopo quest'affermazione Luca era raggiante, era la serata giusta, se lo sentiva. Manuel si sarebbe finalmente accorto di lui.
Chiusero il bar insieme, rapidamente, desiderosi entrambi da uscire da quel posto, anche se per ragioni differenti.
Il locale che trovarono era una specie di discoteca, un pochino più tranquilla e in qualche modo esclusiva. Oltretutto a pochi passi da casa di Manuel, fatto appositamente per il fine serata in cui sicuramente sarebbe riuscito a fare non più di 100 metri con le proprie gambe.
"Se prende da bere?" Fu la richiesta di Luca, bisognoso di alcool per sciogliersi e riuscire a fare una qualsiasi mossa. "Si, bevemo." Fu la risposta di Manuel, asciutta e priva di ogni eccitazione, al contrario dell'altro ragazzo.
Presero da bere, inizialmente un drink, poi passarono a due, poi un paio di shot a testa e infine si misero a ballare, due corpi sudati e divisi nella poca folla di quel locale.
Le luci blu e viola illuminavano il collo di Manuel, facilmente visibile grazie alla camicia sbottonata. E tra i fumi dell'alcool che gli donava coraggio, Luca si avvicinò a lui cingendogli la vita.
Manuel ebbe una piccola repulsione, come sempre aveva avuto per chiunque che non fosse Simone. No, pensò, stasera è per me, stasera mi voglio divertire.