"Ao, ma te muovi? Sempre in ritardo, li mortacci tua."
"Ma famme finire de infilare ste scarpe che so 'n ingegno del diavolo."
A Manuel non piacciono le scarpe eleganti. Ancora meno delle scarpe eleganti le occasioni in cui vanno portate.Luna lo guarda impaziente, il piede che sbatte veloce nel pavimento.
"Mi fai perdere la pazienza cazzo.""Oh ma te importa così tanto la laurea de Matteo? Che te piace ancora eh sotto sotto?"
Luna arrossisce violentemente, voltando lo sguardo verso la porta.
"Ho solo paura di fare tardi. Lo sai che odio i ritardi in generale, figurati se lo sono io.""Vabbè Lù, ho capito a te anc-"
Viene interrotto dal suono di un clacson proprio sotto la loro finestra."Hai fatto tardi, vedi? Questo è Simone che ci è venuto a prendere sicuramente. Pure lui fai aspettare adesso?"
Manuel accellera i movimenti nelle stringhe di quelle infernali scarpe, improvvisamente stanco di quella preparazione e volenteroso di arrivare in orario. Da Matteo.
Sono passati solamente due mesi da quando Simone è tornato nella sua vita.
Aveva sempre immaginato il suo ritorno come un ripresentarsi in punta dei piedi, senza scombinare nessun piano, riconquistando posto a poco a poco nel suo cuore.Invece, Simone era stato un tornado. Devastante, lo aveva riempito in pochi attimi di un forte vento, turbini di emozioni e di sensazioni, talmente forti che qualche volta Manuel doveva controllare di respirare ancora, tra tutto quel vento.
Ogni volta che si trovava a controllarlo si rispondeva che si, respirava meglio di prima.
Simone era stato la sua rovina.
Simone aveva rovinato Manuel, gli aveva strappato il cuore dal petto e lo aveva guardato con il cuore ancora pulsante in mano.
Simone aveva ferito Manuel, in modo irreparabile e lo sapevano entrambi.Però dopo Simone era stato la cura al malessere di Manuel.
Simone era stato la sua cura.
Simone aveva curato Manuel, gli aveva riappoggiato il cuore nel petto e lo aveva guardato controllando che pulsasse ancora.
Simone aveva medicato le ferite di Manuel, cercando di lenire anche le più profonde cicatrici.Il clacson sotto la finestra suona di nuovo, rendendo Luna ancora più nervosa e costringendo Manuel a prendere il cappotto e scendere, fanculo le scarpe.
Arriva alla macchina tuffandosi nel posto davanti e sprofondandoci dentro.
"Ciao anche a te, raggio di sole."
Manuel grugnisce, scivolando in avanti con la schiena mentre Luna si sistema nei sedili dietro di lui.
"Il tuo raggio di sole ha fatto tardi come al solito. State proprio bene insieme, du stronzi."
Simone sorride, consapevole nel profondo che l'astio che Luna prova nei suoi confronti non andrà mai via veramente. Se ne rammarica infinitamente, consapevole anche che il bene che lei provava nei suoi confronti era reale e genuino, come ogni sentimento quella ragazza provasse.
Simone poggia delicatamente la mano nella coscia di Manuel, posando una piccola carezza per poi portare la stessa mano al cambio, dove l'avrebbe lasciata per tutto il tempo del viaggio, ascoltando le litigate quasi comiche dei due amici.
Il percorso per tornare con Manuel non era stato affatto facile per Simone, al contrario, era stato un vero e proprio inferno.
Si era dovuto interfacciare con i propri fallimenti, con il male che aveva recato alla gente circostante.
Si era fermato a pensare più volte a quanto la scelta di tornare avesse effettivamente fatto del bene e quanto invece avesse causato ancora più danni.