Dante aveva sempre sostenuto che il contatto con la natura fosse importante per i ragazzi perché aiutava a comprendere un mondo che la città tagliava fuori, proprio per quel motivo la classe, spinta da lui, aveva deciso di andare a fare una gita in tenda l'ultimo giorno di scuola per festeggiare insieme. Stavano camminando da qualche minuto in un bosco poco fuori Roma che Matteo aveva trovato su Google, Manuel in quel momento stava pensando che non fosse stata proprio un'idea saggia affidare la decisione della loro meta a lui, ma ormai si ritrovavano in mezzo a quegli alberi e sicuramente non si sarebbe rifatto la strada indietro per cambiare posto.
Lanciò un'occhiata a Simone che chiacchierava con Monica poco più avanti, si erano divisi le cose da portare e, di conseguenza, si sarebbero divisi anche la tenda. Lo guardò passarsi distrattamente una mano tra i capelli e seguì quel movimento come se le sue dita fossero una calamita per i suoi occhi, da dopo l'incidente quelle mani le aveva sentite costantemente a contatto con la sua pelle perché Simone si era aggrappato a lui sia simbolicamente e fisicamente durante la convalescenza e una volta guarito avevan continuato a mantenere quel modo di fare con lui.
Manuel sarebbe dovuto essere abituato dopo tre mesi, ma la verità era che ogni volta che Simone lo toccava nel suo cervello si proiettavano tre scene: il suo compleanno, la litigata in garage e l'incidente, sempre in quest'ordine, quindi se in un primo momento cercava di liberare il suo cuore, due secondi dopo pensava che sarebbe stato meglio lasciarlo libero Simone.
Mentre pensava tutte queste cose arrivarono in uno spiazzo con un grande prato e tutti i suoi compagni iniziarono a posare le loro cose a terra.
«Manu dove la mettiamo sta tenda?» Si girò rapidamente verso Simone, che teneva sospesa a mezz'aria la sacca della tenda, fece scorrere lo sguardo dalla mano ai suoi occhi ed alzò le spalle.
«ndo te pare, è già tanto se riuscimo a montarla»
«dobbiamo solo infilare due stecche non ci vuole uno studio ad Harvard»
«e allora o fai te»Il minore alzò gli occhi al cielo e si girò di spalle per andare verso un punto un po' più distante sul prato, Manuel lo raggiunse e lasciò cadere lo zaino vicino a lui aiutandolo ad aprire la custodia della tenda, perché alla fine era così, gli diceva una cosa e ne faceva tutt'altra.
Alla fine constatò che aveva ragione Simone, non ci misero più di dieci minuti a montare quella tenda verde a due posti e i loro compagni ci misero tanto quanto loro, così da ritrovarsi in un semicerchio improvvisato di tende colorate. Osservarono soddisfatti il loro operato e il maggiore aprì la zip per buttarci dentro i loro zaini.«te la delicatezza non sai manco che è»
«me pare che ste mani te andavano bene quando te sistemavano il cuscino in ospedale» rispose agitando le mani davanti a lui.
Simone rispose con una risata e scosse la testa davanti a quel comportamento dell'amico, da dopo l'incidente avevano intrapreso un rapporto più affettuoso, ma entrambi avevano paura a parlarne perché avrebbero potuto rovinare tutto.Tra una cosa e l'altra il sole iniziò a calare e Giulio e Aureliano si dedicarono all'accensione del fuoco, ognuno aveva portato da mangiare per se, Simone aveva pensato alla cena sua e di Manuel e quest'ultimo aveva pensato alla loro colazione.
Ben presto finirono tutti insieme intorno al fuoco e Simone dovette ammettere che suo padre aveva proprio ragione, si stava veramente bene in mezzo ai rumori della natura, anche se un po' disturbati dalla loro confusione.
Tirò fuori dallo zaino i due panini che aveva preparato prima di uscire e ne porse uno al ragazzo affianco a se che gli diede una leggera spallata sorridendo.«è con il prosciutto crudo»
«Simò-»
«te l'ho levato il grasso» cantilenò il più piccolo.Il sorriso di Manuel si allargò e gli scompigliò i capelli in segno di ringraziamento, vide chiaramente le sue guance diventare rosse mentre si scostava e trattenne la tentazione di allungare nuovamente la mano per accarezzargliele. Passava la maggior parte del tempo con lui a trattenersi nel fare qualsiasi cosa, o meglio, a fare dei gesti che avrebbe voluto fare, ma che decisamente non si addicevano ad un rapporto tra due migliori amici.