Erano circa 10 minuti che tutti i ragazzi circondavano la cattedra con Manuel seduto al posto del professore, teneva una penna tra le mani che serviva per stilare una lista ben precisa ed organizzata. Era difficile che Manuel organizzasse così attentamente qualcosa, ma quella lista riguardava il buffet per l'ultimo giorno di scuola e voleva che ognuno portasse qualcosa di ben preciso, così da avere tutto e passare un ultimo, ultimo giorno in modo sereno.
«io porto la crostata di mele»
«a Mattè la crostata de mele la facciamo io e Simone, fattene na ragione» Matteo alzò gli occhi al cielo mettendosi seduto sulla cattedra con un salto.
«perchè voi due insieme e noi da soli?»
«perchè c'hai qualcuno co cui fa coppia te?»Nessuno sembrò particolarmente turbato da quella frase, tranne Simone, in piedi dietro di lui, che sgranò leggermente gli occhi puntandoli sulla figura dell'amico. Era consapevole del fatto che non intendesse "fare coppia" in modo romantico, ma a lui faceva un certo effetto anche solo sapere che per Manuel non ci fosse un'altra persona con cui fare coppia, oltre a lui.
Manuel, dal canto suo, non si era minimamente scomposto, anzi, per rafforzare il concetto sottolineò i loro due nomi vicino alla scritta "crostata di mele", facendo arrossire leggermente Simone.
«vabbè porto i piatti» borbottò Matteo, facendo sorridere soddisfatto Manuel che segnò il tutto sulla lista.
«perfetto, deciso tutto no?» Manuel poggiò la penna sul foglio e si abbandonò allo schienale della sedia poco prima che Dante entrasse in aula e la calca intorno alla cattedra si dissolvesse.
«Manuel fai lezione tu?»
«lezione professò? È il penultimo giorno abbia pietà» lamentò il ragazzo.
«e come avresti intenzione di passarla la maturità» chiese Dante divertito.
«come ho passato gli scorsi tre anni» rispose, puntando gli occhi in quelli del migliore amico che era tornato al suo posto. «copiando da Simone» in tutta risposta ricevette un dito medio alzato che lo fece ridere.Tornò al suo posto facendo scivolare una mano sul collo del minore mentre passava dietro di lui e sentendo le dita bruciare sotto quel contatto, era abituato a toccare Simone, soprattutto da dopo l'incidente di due anni prima, il contatto fisico era aumentato a dismisura un po' perché lo aveva aiutato con la fisioterapia, un po' perché toccarlo gli faceva realizzare di più che era ancora lì con lui e che non lo avrebbe lasciato andare facilmente.
Inoltre da quando aveva iniziato a comprendere sempre di più i suoi sentimenti era un modo per vedere se Simone al minimo sfioramento aveva ancora la stessa reazione, se i suoi sentimenti erano rimasti invariati e, quindi, uguali ai suoi.
Nonostante questo Manuel non aveva mai avuto il coraggio di spingersi oltre, di nuovo. Il perché non lo sapeva nemmeno lui, semplicemente non trovava mai che fosse il momento giusto nonostante lo cercasse da davvero troppo tempo ormai.
«Manuel hai scordato la lista della spesa» si accorse di essere rimasto a fissare Simone solo quando la voce di Dante, seguita dalle risate di tutti, lo riportò alla realtà.
«prof per caso vuole partecipá?» chiese sorridendo, mentre il foglio gli veniva poggiato sul banco dal professore.
«si io porto i coriandoli così festeggio»
«guardi che de me mica se libera eh, starò a casa sua più de prima»E il sorriso seguito dalle guance rosse di Simone, gli fecero tremare il petto, ma non dipendeva dalla risata che fuoriuscí dalle sue labbra, bensì dal cuore.
**
«Manu- Manuel!»
La voce di Simone si propagò per tutta la cucina, esattamente come la farina che fuoriuscí dalla planetaria accesa senza il coperchio. Si affrettò a spegnerla, lanciando un'occhiata torva all'amico che invece stava ridendo mentre cercava di pulirsi la maglia nera dalla farina.