Evelyn era rimasta nella proprietà dei Davis per giorni, senza avere alcun tipo di contatto con nessuno. Aiden faceva avanti e indietro tra l'Essex e Londra per destare minori sospetti possibili, così come i suoi genitori. John e Selene erano tornata nella loro residenza a Mayfair e la madre di Aiden era solita a raggiungere saltuariamente la ragazza per assicurarsi che stesse bene e che non avesse bisogno di nulla. Selene aveva sviluppato lo stesso istinto protettivo del figlio quando si trattava della ragazza, così come quando si trattava dell'opprimente senso di colpevolezza che la colpiva ogni volta che Evelyn le rivolgeva parole gentili.
Nonostante fossero tutti preoccupati di mantenere nascosta la sua posizione, la ragazza si sentiva rinchiusa in una gabbia d'oro: le era concesso tutto, tranne varcare i cancelli che delimitavano i confini della proprietà. Gli uomini della sorveglianza vigliavano su ogni movimento sospetto che potesse presentarsi ed Evelyn non poteva fare altro che trascorrere le sue giornate a riempire le pagine di un diario e a suonare quel vecchio pianoforte perfettamente tenuto che le ricordava tanto casa sua.
Aiden si premurava di incaricare la cuoca per la preparazione dei pasti della ragazza, assicurandosi che non le mancasse nulla durante la sua assenza, anche se il ragazzo non le aveva praticamente più rivolto la parola da quando l'aveva lasciata la prima sera nella sua camera da letto. Ad Evelyn sembrava tutto così surreale che iniziò ad interrogarsi su ogni cosa, soffermando la sua attenzione specialmente su quel ragazzo così trasparente e allo stesso tempo così misterioso che aveva deciso di prenderla sotto la propria ala. Lei non conosceva nulla di lui, si era fidata, prendendo una decisione impulsivamente in un momento di forte pressione psicologica, e cominciò a chiedersi se davvero avesse preso la decisione giusta e se lui fosse stato completamente sincero con lei.
1 Dicembre 2014 - Terzo giorno
L'ho sentito urlare di nuovo questa notte. Le sue grida hanno scosso il mio sonno esattamente come ieri. Ha gli incubi, riconosco quel tipo di dolore, è lo stesso che provo anch'io, la stessa paura che ti fa svegliare con l'acqua alla gola e il respiro corto, con il petto dolorante e la lacrime sul tuo viso. Sento che mi sta nascondendo qualcosa, che mi sta mentendo su qualcosa di importante, eppure sento di non poter essere arrabbiata con lui. Vorrei poterlo aiutare, dirgli che non deve avere paura, che sono solo brutti sogni, ma so che cosa significa quando la realtà che vivi è ancora peggio dei tuoi incubi. Vorrei dirgli che non ha colpa di niente, che questa situazione non è colpa sua e che non dovrebbe sentirsi male per questo. Credo che potrei aiutare lui come lui ha aiutato me, facendogli posare la sua testa sul mio petto, alleviando il suo dolore nello stesso modo in cui lui ha alleviato il mio.
"Evelyn." Il bussare alla sua porta fece trasalire la ragazza. "Sei presentabile?"
"Entra, Aiden." Ridacchiò la ragazza prima di chiudere il diario e appoggiarlo sul comodino. Amava scrivere saggi al computer, ma scrivere a mano era una cosa che avrebbe sempre avuto un posto nel suo cuore.
"Stavi dormendo?" Le chiese il ragazzo, notando come stesse indossando il pigiama.
"No, stavo solo..." Si interruppe, guardando i suoi occhi chiari più stanchi del solito. "Non importa. Avevi bisogno di qualcosa?" Chiese dando un'occhiata alla sveglia che segnava le 3.30 di notte.
"Ho solo bisogno di parlare con te. Non volevo disturbarti ma giuro, Evelyn, non reggo più questa cosa." Era notte fonda e la luna e le stelle splendevano alte nel firmamento, così luminose da far luce nella stanza, illuminando i due ragazzi.
Evelyn annuì, spostando le gambe giù dal letto. "Mi stai spaventando, è successo qualcosa? I tuoi genitori..."
"Sono a Londra, ci siamo solo io e te qui." Il ragazzo spostò la poltrona dall'angolo della stanza e la posizionò di fronte a lei in modo da livellare i loro sguardi. "Mi dispiace così tanto per quello che sto per dirti..." Iniziò, e la ragazza prese a tremare. "Non avrei mai voluto farti niente del genere, voglio che tu sappia questo, sono stato obbligato." La voce di Aiden tremava, e mai si era mostrato così vulnerabile alla ragazza. "Ricordi quando ti ho detto di quelle persone? Le stesse che stanno cercando tuo padre per tutto il Regno Unito, quelle che probabilmente stanno cercando anche te."
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𝑠𝑎𝑣𝑒 𝑚𝑒
RomanceQuesta storia contiene argomenti che possono urtare la sensibilità di alcuni di voi, come depressione, abuso, aggressione sessuale, stupro, tentativo di suicidio, trauma psicologico, autolesionismo e morte di personaggi. La lettura è consigliata ad...