VENTISEI

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Questo capitolo contiene menzioni

di tentativi di suicidio e autolesionismo.

Leggere con cautela.

Aiden

Non lo avrebbe mai fatto. Non si sarebbe mai recato a casa di Tristan per interrogare suo padre, lo avrebbe ritenuto un atto vile, crudele, privo di ogni moralità, estremamente contro i valori che gli erano stati inculcati.

Eppure, mentre guidava verso Hampstead non riusciva a pensare ad altro che alla ragazza. Superò la villa in cui si erano scambiati il loro primo bacio, cercando di scacciare quelle immagini che gli assillavano la mente da giorni, per fermarsi poco dopo, di fronte alla residenza dei Dutt.

Doveva trovarla, non si dava pace dal giorno in cui le disse di andarsene, quella notte buia e tempestosa gli era impressa in mente come una polaroid, il suo sguardo impaurito e deluso era marcato nei suoi ricordi, nitido come un fotogramma ben sviluppato. Era certo che non fosse al sicuro, lo aveva capito da tempo: suo fratello era vivo, lo aveva riconosciuto subito nel momento in cui Evelyn gli mostrò una foto che lo ritraeva insieme a John. A quanto gli era stato detto da suo padre, i più intimi soci e amici di Christopher Wallace erano a conoscenza del fatto che il fratello di Evelyn fosse vivo e avevano giurato che non ne avrebbero mai fatto parola con anima viva.

Il figlio primogenito di Christopher Wallace era vivo e nessuno avrebbe dovuto saperlo finché non sarebbe stato il momento, Evelyn sopra tutti.

Matthew Scott lo aveva cercato ovunque negli anni precedenti, senza darsi pace, aveva setacciato tutta l'Inghilterra senza sosta per trovare il ragazzo, ma era come sparito, dissolto nella nebbia delle campagne inglesi. Christopher e Matthew erano nemici naturali, la lotta per la supremazia sulla città li rese rivali dal momento in cui iniziarono a muovere i primi passi nel mondo della malavita, entrambi avrebbero fatto qualsiasi cosa per saziare la loro sete di potere e denaro al punto che anche contribuire alla scomparsa di un figlio non sembrava una cosa così fuori dal sistema. Scott era un sadico, una persona così malvagia che era in grado di compiere i più efferati omicidi rimanendo nel buio della città. Non c'era nulla che potesse intimorirlo, se non il fatto che il figlio del suo nemico numero uno, nonché uno degli avvocati più affermati a Londra, fosse sparito insieme alle prove che avrebbero potuto sbatterlo in carcere a vita se solo fossero finite nelle mani sbagliate: il suo regno sarebbe crollato, e la sua potenza distrutta tra le quattro mura di una cella di Belmarsh.

La scomparsa di Wallace aveva destato stupore, ma più di tutto aveva scatenato una vera e propria corsa all'oro: c'era chi tentava di prendere il suo posto, provando ad appropriarsi della sua droga, delle sue armi e, soprattutto, di sua figlia. Eliminando Evelyn, non ci sarebbe stato più nessun successore a cui passare il testimone, nessuno dei suoi soci più fidati era stato informato di nulla, non avevano idea di quello che avrebbero dovuto fare, da Christopher avevano ricevuto il solo ed unico ordine di proteggere la ragazza, unica erede dell'impero Wallace.

La mente di Aiden non faceva altro che tormentarsi mentre rabbrividiva dentro al suo cappotto firmato davanti al cancello di casa Dutt: si sentiva in imbarazzo, improvvisamente, ogni parola che aveva immaginato durante il tragitto scomparve dai suoi pensieri. Ebbe paura, per un solo istante, del fatto che avrebbe potuto reagire male nel caso il padre di Tristan non fosse stato a conoscenza di qualcosa che avrebbe potuto aiutarlo.

"Aiden, sei tu?" La voce metallica dell'altoparlante del citofono lo fece sobbalzare, spaventandolo. "Che cosa fai fuori da casa mia?" Chiese Nolan, nel momento in cui lo vide tramite la videocamera di sicurezza.

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