Il paesaggio pareva tetro da dietro i vetri oscurati del grande Range Rover di John; Aiden era stato più che chiaro, nessuno avrebbe dovuto sospettare qualcosa, nessuno avrebbe dovuto vederli insieme, e cosa meglio di una macchina dove i vetri erano talmente tanto scuri da non scorgere nemmeno se ci fosse effettivamente qualcuno dentro?
"Hai un ingresso interno?" Le chiese il ragazzo.
"Dovremo solo entrare nel garage, da lì possiamo entrare direttamente in casa passando dalla cantina." Annuì lei.
"Sei consapevole del fatto che non potrai scendere dalla macchino fino ad allora?"
"Non ce ne sarà bisogno. Tengo sempre un mazzo di chiavi nella borsa, e anche il telecomando per il cancello automatico. Non ci vedrà nessuno, te lo garantisco." Gli spiegò lei, cercando di rassicurare entrambi sul loro destino. "Posso accendere la musica?"
"Dipende da che musica ti piace."
"Ho una playlist su Spotify, mi serve a staccare la testa quando leggo, o quando scrivo."
"E cosa scrivi?"
"Di solito, cose tristi. Tengo un diario da quando sono prigioniera a casa tua, sai?" Lo prese in giro, dandogli un piccolo colpetto sul bicipite.
"Spero non ci siano solo cose tristi da dire, allora." Affermò, con leggero rammarico. Come si chiama questa playlist?"
"Non te lo dirò, dammi il cellulare, il tuo è già collegato alla macchina."
"Sei l'unica donna a cui do in mano il mio cellulare, non farmene pentire." Le disse, estraendo l'iPhone dalla tasca dei jeans per poi passarglielo.
"Non mi interessano le tue fidanzate, Aiden. Voglio solo ascoltare la mia musica, mi è concesso?"
La musica partì dopo una manciata di secondi di accurata ricerca da parte della ragazza, O Children di Nick Cave risuonò nell'abitacolo.
"Non è così male come mi aspettavo." Aiden le concesse uno sguardo accompagnato da un sorriso.
"Questa di solito la ballo sempre in camera mia. È una delle mie canzoni preferite."
"Non avrei mai detto che Logan Ward sapesse ballare." Affermò, mentre il nome del fidanzato della ragazza gli graffiò la gola.
"Oh santo cielo! Logan?" Evelyn si abbandonò ad una risata mentre appoggiava la testa al sedile. "Lui non... non si interessa a queste cose. Io di solito ballo da sola." Concluse.
"Ti manca?" Chiese il ragazzo senza troppi giri di parole.
"Sarei una vera egoista se dicessi di no." Sospirò. "Ma è quello che penso, non mi manca, non ancora, per lo meno."
"Non sei egoista, dovresti smetterla di martoriarti il cervello pensando che la colpa di tutto sia tua. Non è colpa tua se lui ha fatto di tutto per farsi odiare."
"Possiamo parlare d'altro? Per favore?" Chiese, quasi ridacchiando per quella assurda situazione.
"Di cosa vuoi parlare?" Acconsentì.
"Ti hanno detto di più su quello che dobbiamo trovare? So che sono dei contatti, ma adesso è tutto digitale e il computer di mio padre è pieno di password."
"Non hai idea di dove possa tenere, che so, dei registri? Libri contabili?"
"Cercheremo ovunque, ok?" Evelyn cominciò ad agitarsi, realizzando che quei piccoli attimi di leggerezza che Aiden le concedeva, erano spesso seguiti da cose di cui non si sarebbe mai voluta occupare.
"Ci siamo." Disse Aiden, avvicinando la macchina al grande cancello automatico per poi avanzare fino al garage.
"Mi sembra passato un secolo dall'ultima volta che sono stata qui." Evelyn scese dalla macchina, sollevata dall'idea di potersi finalmente sgranchire le gambe e la schiena, così come il suo compagno di viaggio. "Vieni, andiamo."
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𝑠𝑎𝑣𝑒 𝑚𝑒
RomanceQuesta storia contiene argomenti che possono urtare la sensibilità di alcuni di voi, come depressione, abuso, aggressione sessuale, stupro, tentativo di suicidio, trauma psicologico, autolesionismo e morte di personaggi. La lettura è consigliata ad...