Evelyn
"Evelyn!" Gridò Tristan, rincorrendola sotto il temporale, fuori dalla villa. "Evelyn!" La richiamò ancora.
Tutti i suoi attorno a lei erano ovattati, le sembrò di vivere la sua vita sott'acqua mentre cercava di realizzare da sé ciò che le era appena capitato. Realizzò che si trattava sempre di lei, l'unica che, puntualmente, finiva con il cuore straziato era lei.
Aiden l'aveva tenuta al sicuro per giorni, si era preso cura di lei senza mai lasciarla, eppure tutto ciò che balenava nella sua mente erano le ultime parole che il ragazzo le aveva rivolto.
"Non ti voglio fra i piedi."
"Voglio che tu vada via."
"Ho ciò che mi serve."
Evelyn avrebbe meritato molto di più, ma non lo sapeva. Dopo aver passato la sua intera vita a subire violenza, non era consapevole di ciò che meritasse o meno.
"Evelyn! Aspetta!" Tristan gridò di nuovo mentre la pioggia gelata ricadeva sulle loro teste, e la sua migliore amica si fermò, come congelata dalle sue parole.
"Ti prego..." Sussurrò, scossa dai brividi di freddo che le correvano su e giù per la schiena. "Ti prego, andiamo via."
Tristan guardò la ragazza, lesse la sua anima e capì che nulla le aveva fatto più male di quello che le era appena successo. Si maledisse per averle imposto quella scelta, ma in un angolo del suo cuore, quello riservato solo a lei, sapeva che non c'erano altre soluzioni.
Aiden le avrebbe comunque spezzato il cuore, e lui lo odiava a morte per questo.
"Andiamo." Le disse prima di aprirle la portiera della sua macchina e superare i cancelli della villa.
Aiden
Era rimasto esattamente nello stesso punto in cui la sua mano aveva abbandonato la presa sul suo braccio, sperando con tutto l'egoismo che avevan corpo di vedere la figura angelica della ragazza rientrare in casa. Sarebbe stata completamente fradicia e lui avrebbe potuto scaldarla, l'avrebbe stretta così forte tra le sue braccia che nemmeno si sarebbe curato del fatto che avrebbe potuto ferirla.
Ci aveva sperato fino all'ultimo, silenziosamente, senza battere ciglio, finché il rumore della macchina di Tristan lo riportò alla realtà: se n'era andata. Se n'era andata perché lui le aveva mentito, per l'ennesima volta. Perché le aveva detto di non avere più bisogno di lei, quando invece era stata l'unica persona a riuscire a tirare fuori uno spiraglio di tutto il buono che c'era in lui. Evelyn era l'unica possibilità per lui di avere una vita migliore, di avere una vita che valesse la pena di essere vissuta.
"Sarebbe rimasta con te, Aiden." La mano di suo padre si appoggiò sulla sua spalla, mentre rimaneva dietro di lui.
"È per questo che se ne è dovuta andare." Sussurrò, con lo sguardo ancora fisso sulla porta socchiusa.
"Non capisco il perché, figliolo, non riesco a capire il motivo per cui..."
"Perché non posso proteggerla da tutto, e con me sarebbe molto più esposta al pericolo. Con Dutt è al sicuro." Lo interruppe.
"So che è stato difficile..." Sospirò John, mettendosi di fronte al figlio per affrontarne lo sguardo. "Ma sei stato bravo, Aiden. Sei stato bravo."
Il ragazzo si girò, conducendosi al piano superiore, fino alla porta della sua stanza. Prese a pugni il muro, più e più volte, e continuò, anche quando il fiato gli mancò nei polmoni, non smise un secondo di tormentarsi la mente con i pensieri della ragazza, pensando a ciò che le aveva detto. Il suo viso distrutto non lo abbandonava nemmeno per un secondo.
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𝑠𝑎𝑣𝑒 𝑚𝑒
RomanceQuesta storia contiene argomenti che possono urtare la sensibilità di alcuni di voi, come depressione, abuso, aggressione sessuale, stupro, tentativo di suicidio, trauma psicologico, autolesionismo e morte di personaggi. La lettura è consigliata ad...