"Almeno tu
rimani fuori
dal mio diario degli errori."[Tre anni e mezzo prima]
Il garage di Manuel è diventato il loro posto preferito.
Racchiude un po' i primi momenti, le prime tensioni, gli sguardi accennati e poi nascosti.
Manuel ha creato un angolino solo per loro due, con un vecchio materasso che sua madre stava buttando via, una piccola lampada e dei libri accatastati l'uno sull'altro, non allineati, in modo che Simone ci perda la testa ogni volta che li vede per poterli mettere in ordine e mettere la tacere la sua vocina ossessiva.A volte, Manuel, in garage ci va a rilassarsi quando vuole stare lontano da tutti, quando sua madre ha le giornate un po' storte, quando lui torna dal lavoro e appena docciato ha bisogno di riposare senza essere disturbato.
Altre volte, quello è il suo piccolo covo d'amore con Simone.
Lui la vede un po' come la loro casa.
E una casa è proprio quello che stanno cercando, da circa due settimane, esattamente il tempo trascorso da quando hanno deciso di andare a vivere insieme.Adesso se ne stanno distesi, Manuel ha sollevato un cuscino contro il muro per starsene con la schiena posata contro, Simone è appoggiato sul suo addome, adora sentirne i movimenti ad ogni respiro.
- Che ne pensi di questa? Un bagno, cucina open space con sala, due camere. Ha pure il giardino - Manuel regge un quotidiano fra le mani, legge ad alta voce alcuni annunci di case in affitto da qualche minuto, mentre l'altro ragazzo lo sta ad ascoltare guardando il soffitto con aria assorta ma concentrata.
- Fa vedere? - alza una mano, per ricevere il passaggio del giornale - non è per niente male. Ma che ci facciamo di una stanza in più?
- Può sempre tornare utile, no? Meglio una in più che una in meno. E poi ha il giardino, potremmo adottare un cane.
- Io preferirei un gatto.
- No Simó, il gatto no. A parte che dovrei vedermela con due ruffiani contemporaneamente e non me sembra proprio il caso.Simone ripiega il giornale e lo posa su un lato del materasso.
Si mette sulle ginocchia e poi supera Manuel adagiandosi a cavalcioni su di lui.
Gli afferra una mano e, dopo averci adagiato un bacio nel palmo, se la porta alla guancia e la strofina contro.- Dai, ti prego. Un gattino. Magari rossiccio - si avvicina al collo del ragazzo, ci sospira contro la pelle, ci posa delicatamente le labbra senza muoverle di un millimetro.
Sa che quel gesto risulta letale per Manuel e il suo intento è proprio quello di farlo ammattire.- Vedi? Sei un ruffiano. Ho già te, non mi serve anche un gatto - Manuel cerca di fare il sostenuto, ma ad ogni modo affonda le dita nei capelli corvini di Simone, inizia a muoverle circolarmente e lo attira per dargli un bacio, a labbra schiuse.
Simone, che adora mandare su di giri il suo fidanzato, fa per avvicinarsi per poi imporre resistenza agli ultimi centimetri di distanza.
Si respirano addosso, si desiderano.- Allora dovrai rinunciare anche al cane - sussurra Simone, avvicinandosi a sfiorare la punta del naso dell'altro, per poi scostarsi bruscamente.
- Quando te ce metti sai essere davvero perfido, ti odio - Manuel rimane disteso, col cuore palpitante e un desiderio non soddisfatto, mentre Simone, di spalle, cerca di allacciarsi gli stivaletti.
- Non è vero, mi ami. E anche tanto. Non puoi negarlo.
- Non nego.
- Però dimmelo.
- Cosa?
- Che mi ami.
- No.
- No, che non mi ami?
- No, che non te lo dico.
- Va bene, allora non te lo dirò più neanche io.
- Ma se me lo ripeti almeno quelle cinque volte al giorno.
- E smetterò.
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Veleno
Fanfiction[Simuel] "Sei diventato un veleno, Simó. Poche gocce alla volta... mi stai uccidendo."