9 - Epilogo

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"Eppure mi hai cambiato la vita"

Il mattino seguente, Matteo si risveglia da solo nel suo letto.
Le lenzuola stropicciate appena, accanto a lui vuote, sembrano suggerire che quel posto non è stato più occupato dall'amico, dopo averlo visto uscire dalla stanza.

La prima cosa che pensa è che possa aver passato la notte fuori, magari avendo seguito il suo consiglio per provare a riconciliarsi sul serio con quello che dovrebbe essere ancora il suo fidanzato.

In un secondo momento, ha paura che possa essersi cacciato nei guai, in qualsiasi modo possibile che, a quanto pare, riesce solo a Simone.

Allora si stiracchia, si porta le mani davanti alla bocca per coprirsi uno sbadiglio, anche se nessuno può vederlo, e si tira fuori dal letto trascinando i piedi nudi sul pavimento.
Ha bisogno di un caffè, prima di poter affrontare un nuovo problema con quei due, anche se li adora.

Ma non appena apre la porta della camera per riversarsi nella piccola sala, ciò che gli si para davanti agli occhi certamente non è quel che si sarebbe aspettato.

Sul suo divano antico e sgualcito, Simone se ne sta disteso abbracciando il corpo di Manuel, completamente addossato a lui, con la testa di lato sul suo petto.
Le gambe intrecciate, anche se quelle di Simone, un pochino più lunghe, escono appena dalle estremità.
Una mano di Manuel, immobile, appare come intrappolata nei capelli mossi e scompigliati di Simone, che ha dipinta sul volto addormentato un'espressione di serena beatitudine, che Matteo non ha mai visto durante le notti passate accanto a lui e nei suoi sogni agitati.

Sorride, si perde per un attimo a inquadrare quei due, così testardi ma tanto belli, e spera che al loro risveglio possano mantenere quell'immagine, spera che possano ancora apparire così rinchiusi in quella trappola d'amore.
E un po' li invidia, in quel loro percorso tormentato e tortuoso, che però li riporta da sempre l'uno dall'altro.

Si passa una mano fra i capelli, cerca di spegnere quei pensieri sul perché lui non sia mai riuscito a costruire qualcosa di tanto puro con qualcuno, si interroga sul motivo per cui tenda a nascondere sempre tutto dietro a un sorriso, al sarcasmo, senza riuscire mai ad esternare ciò che gli manca di più nella vita.

Ma poi, come al solito, decide di nascondere la polvere sotto al tappeto e di sfoderare la sua ironia, per non pensare troppo a sé stesso.

Allora si avvicina, posa una mano sulla schiena di Manuel e prova a fare pressione.
Al primo tentativo non si sveglia, quindi Matteo decide di metterci un po' più di forza e provare con un paio di colpetti.

Ed è lì che Manuel apre gli occhi, un po' confuso, come se non realizzasse davvero in quali braccia se ne stia accomodato.

- Ero rimasto a un ospite in casa mia, poi me so addormentato e siete diventati due. Anche se sembrate uno solo, aggrovigliati come state - gesticola, Matteo, per minare due incastri con le dita.

Manuel tenta di sollevarsi, con gli occhi ancora assonnati e ridotti a due fessure.
Prova a schiarirsi la gola un paio di volte, cerca le parole adatte per spiegarsi.
Nel frattempo, Simone emette un rantolo, segno che anche lui si sta svegliando.

- Oh, Matt, sei sveglio? - chiede quest'ultimo, di fronte all'evidenza, mettendosi subito a sedere di fianco all'altro.
Si porta le mani sulla fronte, preso da un improvviso capogiro.

- Beh, se non so diventato improvvisamente sonnambulo, , so sveglio - Matteo si indica dalla testa ai piedi, ancora dritto e con il suo classico sorrisetto provocatorio stampato sulle labbra.

Gli altri due, ora seduti vicini, si guardano a stento, un po' imbarazzati, come se fossero appena stati scoperti insieme dai rispettivi genitori.

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