5 - Guerriero

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"E non lotterò mai
per un compenso.
Lotto per amore
lotterò per questo."

Gli occhi di Simone, di nuovo e ancora, si posano su quella figura che proprio non ce la fa a eseguire gli squat correttamente.
Piega il capo, segue il movimento della donna con lo sguardo, poi scuote la testa per dissentire energicamente.

Si avvicina per l'ennesima volta e, con pazienza, prova a rispiegarle il movimento corretto.

- Posso? - la donna acconsente e lui, sempre con estrema delicatezza, le posa una mano sulla zona della schiena che dovrebbe raddrizzare. Sente il corpo piegarsi nella direzione giusta e la segue nei movimenti, la accompagna, cercando di darle buona memoria per poter fare da sola.

Si scosta poi, una volta sicuro di lasciarla proseguire senza il suo aiuto.
La donna sorride in sua direzione, poi si impegna a scendere nel modo corretto e continuare i suoi esercizi.

Simone si siede su una panca libera, quella mattina la palestra è quasi desolata, la sua presenza non è di grande aiuto e non ha nessun corso da dirigere.

Tira fuori il telefono dai pantaloncini e scorre fra le notifiche, nessuna da parte di Manuel.

- La farai innamorare di te - una voce conosciuta irrompe nel suo silenzio, distraendolo dalla sua stessa distrazione.
Simone mette via il dispositivo e alza la testa in direzione di Davide, che fa un cauto cenno per indicare la donna di poco prima.

- Ma non dire stronzate - replica Simone, scherzando. Si sfrega le mani cercando di mantenere la calma, ma la verità è che da quando ha rotto con Manuel si sente estremamente nervoso quando Davide gli ronza intorno.

Proprio quest'ultimo si siede accanto a lui, si guarda le ginocchia, non sa come preparare la prossima domanda.

- Senti ma... come stai? - lo ha notato che qualcosa non va, è titubante sul poter cercare di spianarsi un terreno per avvicinarsi a lui o dover continuare a mantenere le dovute distanze.
Ultimamente ha constatato che Simone è più lontano del solito ed ha paura che questa cosa possa riversarsi anche sulla loro collaborazione al lavoro.

- Non è un bel periodo - Simone risponde, deglutendo per mandare giù quel nodo in gola, amaro, enorme. Sente subito gli occhi inumidirsi, ma poi ripensa allo sguardo di Manuel della sera precedente, da dietro i vetri della loro casa, e un minimo gli passa la tristezza.
Perché lui una speranza ancora ce la vede.

- Me ne vuoi parlare?
- No, direi di no - Simone si alza, fa per allontanarsi e porre fine a quel discorso, anche se consapevole di apparire come uno stronzo e questo atteggiamento non gli appartiene.
- Simó, ti prego - Davide lo ferma prendendogli un polso - ne possiamo parlare? Ti ho fatto qualcosa?
- No, tu... tu non mi hai fatto nulla. È una cosa personale.

Invece sì, mi hai baciato. E non dovevi.
Non dovevi.

- Facciamo pausa pranzo insieme? Magari ti sfoghi un po', potrebbe farti bene.

Simone ci pensa.
Forse non è così male quell'idea, perché potrebbe dirgli esattamente cosa è successo, quel che indirettamente lui ha provocato. Potrebbe essere la volta buona per far comprendere a Davide di non dover insistere con lui, perché non ha nessuna intenzione di andargli incontro.

Perché ama Manuel.

- Va bene. Però, Davide... non prenderlo come un appuntamento. Non lo è.

Il volto di Davide si incupisce appena, il sorriso va a scemare, ma resta comunque fermo nelle sue intenzioni.

- Va bene, ho recepito il messaggio. Sarò la tua spalla - alza i pollici e, goffamente, si allontana per tornare ad allenarsi.


                                      * • * • *


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