Acqua passata

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Un modo loro - in quei giorni - l'avevano anche trovato.

Novembre era arrivato in un attimo e con lui era arrivato anche l'esame di Simone. Dopo l'ultima volta le cose erano decisamente migliorate tra loro e Manuel sembrava anche più calmo del solito. A Simone faceva abbastanza strano vederlo così, però gli piaceva decisamente passare il tempo con lui e questo l'aveva aiutato anche a staccarsi un po' da Jacopo. Dal maggio precedente, infatti, era tornato ad essere tutto incatenato tra loro e a Simone - a volte - sembrava che il fratello non stesse vivendo bene la sua vita per stare dietro a lui e quella era l'ultima cosa che voleva.

<<'A cilindrata?>> gli aveva chiesto improvvisamente Manuel mentre stringeva un bullone.

<<La capacità del motore?>> Simone ci aveva provato a sembrare sicuro, ma non sapeva perché gli era uscita una domanda al posto che una affermazione. Il fatto era che si sentiva terribilmente in ritardo e se il giorno dopo non avesse passato l'esame si sarebbe sentito ancora peggio.

<<M'o stai a chiede'?>> aveva visto l'altro alzare le sopracciglia e lui aveva scosso la testa prima di dire <<Me devi aiuta', no affossare>>

<<Sì ma nun è che domani - all'esame - ce sto io dietro a te, che te sussurro vero o falso, eh>> Se c'era una cosa che aveva imparato in quei mesi era che Manuel adorava fare quelle battutine solo per dargli fastidio. Lui - da parte sua - non poteva fare altro che dargli corda.

Che poi quasi se l'era immaginato sulla sua spalla come angioletto custode. Anzi, forse più come diavoletto.

<<Du palle, Manu. Quasi ho cambiato idea>>

<<Certo, così quando devi prende' quella pe' la macchina torni a piagne da me>> e chi gli aveva detto che sarebbero stati ancora in buoni rapporti quando avrebbe preso quella della macchina? In caso l'avrebbe presa soprattutto.

<<Ma quanto sei stronzo?!>> gli aveva dato una leggera spallata.

Gli era piaciuto però il fatto che l'avesse dato per scontato. Insomma, due mesi prima si stavano quasi picchiando nel corridoio della scuola per una semplice domanda: e ora come erano arrivati fin lì?

<<Io? 'O stronzo sei te che potevi pijarti il patentino quanno l'avemo fatto io e Lapo. No a sedici anni. Poi scusa, mica sei quello bravo nelle materie scientifiche>> e in effetti era vero. Lui era bravo con le materie scientifiche. Gli piacevano decisamente e le trovava anche interessanti eppure in quel momento era diverso. Probabilmente perché non lo faceva per puro interesse ma per necessità. Lui voleva prendere il patentino solo per alleggerire la vita di chi gli stava intorno. Per togliergli un peso in più che avevano.

<<Che c'entra, comunque è un esame quello di domani>>

Simone aveva visto l'altro scuotere la testa prima di rispondergli <<Guarda, se nun litighi cor computer da motorizzazione va tutto liscio. 'E cose le sai>>non aveva fatto in tempo a rispondergli o a chiedergli come mai avesse detto di non litigare con il computer, che Manuel aveva già ripreso a parlare <<Viè co' me, dai>>

*

Simone si stava già agitando troppo per i suoi gusti. Era tutto il suo contrario, lui cercava sempre di essere il più tranquillo possibile. Anzi, a volte passava addirittura per menefreghista, ma a lui andava benissimo così. Non gli importava poi di tanto quello che gli altri vedevano di lui in quei casi.
Era per quel motivo che aveva deciso di portarlo verso il giardino, dove c'era la piscina abbandonata. Lì ci sarebbe stata la giusta tranquillità. Nessuno andava mai lì e lui lo sapeva perché - in quei mesi che era stato in casa Balestra - ci era andato spesso e nessuno l'aveva mai visto.

Aspettando primaveraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora