Save me - The end.

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Penso di non aver mai abusato tanto del mio potere, almeno, di quello che la mia mente ha su di me. Ordina ed io ubbidisco, proprio com'è successo questa sera. Dire che sono confuso, forse, è un eufemismo.

Gente che mi chiede chi sono, quando la verità mi è sconosciuta. Non appartengo a questo mondo come vorrei, quindi meglio essere dissociato da esso.

Sono solo Evan.

L'Evan umano, che ha sbagliato.

L'Evan che, adesso, si ritrova ubriaco per strada.

L'Evan idiota, che ha mandato a fanculo tutto, quello convinto che potesse essere divertente agire d'istinto, come ha sempre fatto nella sua vita.

Ma lui è cresciuto, adesso, eppure è il solito ragazzo pessimista, sognatore, stronzo di merda che rovina ogni cosa bella nella sua vita.

Così menefreghista, assente nella vita degli altri, abituato a cavarsela da solo, non lasciandosi andare con gli altri, come avrebbe sempre dovuto fare, da tempo, ormai.

Ma Dio, la mancanza di qualcosa di bello, colmata dopo tanto tempo, ha portato alla sua assoluta perdita, come se questa potesse andare via in un istante, e per timore di rimanere ferito, fosse meglio procurare altrettanto dolore a colei che lo venera.

Mancanza che rimarrà tale, anche mentre cammino per questa strada, illuminata dalla luce chiara dei lampioni. Cani che, alla mia vista, abbaiano, facendomi ridere come un idiota.

Sto perdendo la ragione.

Il silenzio che parla al mio orecchio, come una preghiera mai pronunciata; come il dolore in un addio; come le urla intrappolate in un sussurro.

Mi passo una mano sui capelli, ormai bagnati dal sudore dovuto alla corsa da quell'inferno travestito da pub.

Se ci penso, è un po' così: gente che ti incita a fare ciò che non vuoi fare; tentazioni inaspettate; peccati su labbra innocenti.

Deglutisco, iniziando a piangere, con tanto di singhiozzi.

Questo posto mi è sconosciuto, solo buio all'orizzonte.

Vuoto. Ecco cosa sento in questo momento.

Vuoto immenso, solitudine.

Davvero, è questo quello che ha provato mia madre?

È questo questo quello che ha provato lei?

Sento una lacrima scendere lungo il mio collo nudo, mentre mi fermo sul mio cammino, sospirando: ho bisogno d'aiuto, solo qualcuno che mi salvi dall'immenso disastro che sono.

Zoey, 02:00.

"Salvami."

Un messaggio. Così diretto, senza doppi termini. Una richiesta d'aiuto posta da un ragazzo disperato alla ricerca di qualcuno che lo salvi dal mondo, da se stesso.

Nella vita ci capita spesso di sbagliare, eppure ricominci sempre da capo, pensando: ehi, fa nulla, la prossima volta non succederà.

Ma non è così; cadi, cadi, cadi così tante volte che, alla fine, ti demoralizzi, perché non c'è più quella persona che ti aiuta ad alzarti, neanche quella prima e neanche quella prima ancora. Sei solo, tutti si sono stancati della tua misera vita passata tra sbagli e commiserazione.

Nessuno lì con te per pulirti le mani sporche di terra, così come i jeans, ormai luridi; nessuna parola di conforto, solo un: "Ancora no, però, devi riprenderti."

Cavolo, la gente a volte è così stupida. O menefreghista, dipende dai punti di vista.

Non riesco a riprendermi da solo, cado così tante volte da non sapermi rialzare e tu continui a incitarmi, senza concludere nulla. 

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