Capitolo quarantatre

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Settembre 2002

Quando Hermione tornò alla baracca la settimana seguente, non c'era nessuna pergamena sul tavolo.

Non c'era nemmeno un tavolo e nessuna sedia. Il poco mobilio che c'era stato prima non c'era più.

Le cadde lo stomaco, e sentì la maniglia della porta tintinnare nella sua mano.

Continuò a fissare, desiderando che apparisse una pergamena. Si guardò intorno nel resto della stanza. Forse le era sfuggito qualcosa.

I mobili non c'erano più.

Entrò lentamente nella stanza e si guardò intorno.

Forse era solo occupato. Forse l'avrebbe portato in serata, pensò nervosamente.

Ma i mobili erano spariti.

Forse era stato ferito o ucciso. Non le era nemmeno venuto in mente fino a quel momento; avrebbe potuto morire e lei non l'avrebbe nemmeno saputo. Sarebbe semplicemente scomparso, e lei non l'avrebbe più rivisto.

Sicuramente Severus le avrebbe fatto sapere se Draco fosse morto...

Inoltre, i mobili non c'erano più.

Rimase in piedi al centro della stanza, chiedendosi cosa fare.

Sicuramente lui non avrebbe messo fine al suo accordo con l'Ordine solo perché lei aveva sanguinato sui suoi mobili di seconda mano. Si era fatto tagliare la schiena per essere una spia. Tracciare sangue nel suo rifugio non poteva essere il suo limite.

Forse aveva solo bruciato i mobili.

Si girò un'ultima volta e poi si avviò verso la porta. Sarebbe tornata in serata. Se non ci fosse stato nulla entro la settimana successiva, si sarebbe lasciata prendere dal panico. Non aveva ancora intenzione di lasciarsi prendere dal panico. Potrebbe esserci qualche altra spiegazione.

Era a metà strada dalla porta quando sentì uno schiocco. Si voltò e trovò Malfoy in piedi al centro della stanza.

Lei lo fissò, con gli occhi spalancati e incerti. Lui la guardò su e giù, come se si aspettasse che fosse di nuovo ferita.

"Dovremmo riprendere l'allenamento" disse dopo un momento.

Hermione non disse nulla. Si sentiva combattuta tra il desiderio di ridere o di piangere. L'angolo della bocca le si contorse e cercò di deglutire oltre un duro nodo alla gola. La mano le tremava debolmente mentre lottava per trattenere tutte le cose furiose che voleva dire.

Sono stata qui ogni settimana. Sei tu che hai smesso di venire. Non volevo nemmeno bere quella sera. Mi hai fatto rimanere e poi mi hai punito per questo. Perché ti interessa? Perché sei qui? Perché ci stai spiando? Perché non puoi avere un senso, così posso smettere di chiedermi se sei redimibile o no? Io ero qui. Io ero qui e tu eri quello che non è mai tornato.

Lei non disse niente. Rimase in piedi sulla porta.

Voleva solo girarsi e andarsene. Andare a cercare di dare un senso al perché le importava.

Le importava. Si sentiva tradita.

Lui l'aveva messa in guardia, le aveva ordinato di allenarsi, di praticare il duello e di stare attenta. L'aveva resa paranoica e stressata ogni volta che si avventurava alla ricerca di ingredienti per le pozioni, finché non riusciva a malapena a respirare quando era fuori; finché non era riuscita nemmeno a mangiare la sera prima perché il cibo sapeva di cenere, e il suo stomaco si annodava così strettamente con l'ansia che non riusciva a mandarlo giù.

Manacled - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora