sᴏɴɢ: ʜɪᴍ & ɪ - ɢᴇᴀᴢʏ, ʜᴀʟsᴇʏ
Jungkook's pov
«Yah kook-ah, perché l'hai detto davanti a tutti?»
disse ridacchiando leggermente.«Perché così capiscono che persone sono» dissi guardandolo sghembo.
«Lo so ma-» non lo lasciai finire di parlare perché risposi al telefono che stava squillando incessantemente da almeno 5 minuti.
«Scusami un attimo» risposi furioso.
«Chi cazzo è?» sbuffai stremato
«Jeon, le sembra il modo?»
Il mio capo, merda.
«Mi scusi tanto»
E senza calcolare le mie scusa disse subito dopo.«Devi coprire Woojin» rispose distaccato.
«Ancora? Ma è il mio giorno libero!»
«Non mi interessa, sta sera suoni» strinsi i denti e terminai la chiamata, grandioso, ci mancava solo questa.
«Ma che cazzo, ero libero solo oggi e mi chiama al lavoro, che bastardo» sbuffai ancora frastornato dalla notizia.
«Non mi dirai mai che lavoro fai vero?» rispose un po' deluso, sapendo già la mia risposta
«No Jin e lo sai» risposi cercando di calmare i nervi già alti per colpa di quella telefonata
«Perché no? Ti vergogni?» mi guardò stranamente e negai velocemente.
«Non ora jin» e lo vidi incupirsi.«Dici sempre "non ora jin" "non adesso" e tutte ste cazzate, ma perché non me lo dici e basta?» mi guardò spazientito
«Perché no Jin, punto!» dissi alzando la voce
«Ooh nono! Non usare quel tono con me signorino!» sbuffai stringendo i pugni ancora una volta.
«É inutile che fai così, cazzo ma lo capisci che mi preoccupo quando mi nascondi le cose» disse parlando di nuovo, guardandomi seriamente negli occhi.
«Allora smettila e fatti i cazzi tuoi perchè hai rotto i coglioni!» urlai in mezzo al corridoio facendolo sobbalzare per il tono usato.
Notai la sua faccia indurirsi e i suoi occhi farsi lucidi accorgendomi subito della cazzata appena fatta.
Mi si strinse il cuore vederlo così.«N-No Jin, n-non volevo» dissi allungando una mano che, inevitabilmente, schivò come se avessi la peste.
«Sai, alcune volte penso di non essere più il tuo migliore amico, ma solo una persona da azzittire ogni volta che sei arrabbiato o frustrato» disse mentre una lacrima gli rigava il viso, lasciando una piccola scia di tristezza.
Cercai di avvicinarmi ma lui indietreggiò ad ogni passo. Sembravamo il topo e il gatto.
«Non posso credere che per te io non sia così importante abbastanza da non potermi dire dove stracazzo lavori, ti vergogni di me?» mi guardò con il viso bagnato di lacrime e mi sentii tremendamente in colpa.
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ᴘᴏᴘᴜʟᴀʀ | ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ
FanfictionItawon 1996. Tutto inizia nella Korean High School di Seoul. Il famoso Park Jimin, capitano della squadra di nuoto, dopo le vacanze estive ritornerà a scuola e incontrerà di nuovo la persona che ama infastidire di più al mondo, Jeon Jungkook. Quest'...