ғᴏʀɢɪᴠᴇ ᴍᴇ, ɪ ᴄᴀɴ'ᴛ ʟᴏᴏsᴇ ʏᴏᴜ

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sᴏɴɢ: ᴀᴛᴛᴇɴᴛɪᴏɴ - ᴄʜᴀʀʟɪᴇ ᴘᴜᴛʜ

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sᴏɴɢ: ᴀᴛᴛᴇɴᴛɪᴏɴ - ᴄʜᴀʀʟɪᴇ ᴘᴜᴛʜ

Jungkook pov's
La guancia doleva e il cuore palpitava, il bruciore si estese su tutta la superficie e le lacrime smisero di scendere.
Il suo pianto, potevo sentirlo, come una lama che ti trapassa il cuore o un treno che ti investe a massima velocità.

«B-Brutto stronzo» disse prima di guardarmi.

«Come hai potuto?» disse singhiozzando.

«L-Lo so ho sbagliato, dovevo dirtelo prima m-ma ti prego, era l'unica via di fuga ed era l'unica che potessi permettermi» dissi guardandolo, mettendo in secondo piano lo schiaffo.

«Perdonami Jin-hyung, non posso perderti, non tu» dissi mentre cercavo di non piangere e lui ricambiava tale sguardo.

I secondi passavano e sembravamo due ghiaccioli, fermi, nessuno faceva o diceva niente, due corde tese, la prima stronzata e potevamo rovinare tutto.

Lo vidi alzarsi e in un nano secondo me lo ritrovai addosso.

«S-Stupido Jungkook!» disse stringendomi per poi continuare a piangere.

«Dovevi dirmelo prima! non mi interessa niente!» disse stringendomi più forte.

«L-Lascia stare la questione di mia sorella, oramai non c'è più e ci guarda dal cielo ma, n-non ti odierò mai perché lavori in uno s-stripclub Jungkook, voglio solo che tu sia sincero»
disse singhiozzando e come svegliandomi, lo strinsi a me piangendo con lui.

Quel giorno fu l'ultimo di mille, quei pianti strazianti che ci segnarono e quelle parole pesanti ma anche dolci che ci guarirono.

Grazie a quel giorno io e Seokjin, imparammo a conoscerci per la seconda volta.

...

All'alba di martedì, mi svegliai con un brutto mal di ossa, le lacrime del giorno prima avevano segnato i miei occhi e a quanto pare la mia testa aveva preso a girare come una trottola.
Non avevo mai pianto, nemmeno davanti ai miei genitori, mai, nemmeno una lacrima, ma vedere Seokjin in quel modo, riaffiorò in me memorie che cercai di accantonare, memorie che pensavo mi avessero abbandonato.

Ritornammo a casa nostra dopo che Nam ci offrì la cena e dormimmo abbracciati, tanto che quando mi svegliai, Jin fu ancora sul letto di fianco a me.
Lo guardai, cristo mi era mancato tantissimo, sono stato uno stronzo e non posso perdonarmi per questo.
Avvicinai la mano accarezzandogli le ciocche viola e mi alzai lentamente non volendolo svegliare.
Mi feci una doccia veloce per poi uscire, salire sulla mia moto e andare a scuola. Fortunatamente arrivai in tempo, essendoci un cazzo di traffico ogni fottuta volta.
Appena varcai il cancello notai Jimin e i suoi "scagnozzi" che notandomi, vennero da me.

ᴘᴏᴘᴜʟᴀʀ | ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora