SURPRISE || Atsushi Murasakibara

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T/n, stesa sul comodo divano color avorio del loro soggiorno, leggeva svogliatamente l'esito del bilancio dell'ultima campagna pubblicitaria intrapresa.

Sembrava abbastanza positivo, senza picchi eccessivi né rispetto al guadagno né rispetto alle perdite, e, fattore più che rilevante, loro ci avevano guadagnato circa ventimila dollari, grazie alla clausola del contratto che gli permetteva di ricevere il 70% degli introiti.

La donna si alzò e si diresse verso le vetrate che circondavano la stanza e che donavano una vista mozzafiato dello skyline di una New York illuminata dalle ultime luci del tramonto.

La ventisettenne attendeva con impazienza che il fidanzato tornasse dai suoi allenamenti per potergli finalmente mostrare la sorpresa che gli veniva promessa da due giorni.

Atsushi Murasakibara, famoso giocatore di basket sulla cresta dell'onda del successo, era entrato a far parte della squadra ufficiale della città da ormai più di tre anni e non smetteva di far collezionare alla squadra vittorie su vittorie.

Lei, sua agente dal momento stesso in cui aveva ricevuto la laurea in economia all'Università di Tokyo e sua fidanzata dai tempi del liceo, non aveva esitato un attimo nel seguirlo dall'altra parte del mondo, ma quando si ritrovava ad aspettare per ore il suo rientro, sicura che si fosse trattenuto oltre l'orario prestabilito per migliorare ancora di più le sue prestazioni, le scocciava.

Eppure, non appena le si prospettavano quei pensieri, si pentiva di aver provato anche solo una punta di rammarico verso la passione del fidanzato.

Era sicuramente conscia dell'atteggiamento irrispettoso di Atsushi e che lui non avrebbe dovuto farlo, ma sapeva anche che era la sua unica mancanza in una vita continuamente a stretto contatto quale era la loro da anni.

A dispetto di tutto, però, quando dopo un'ora dalla loro ultima chiamata Atsushi si presentò sudato e trafelato alla loro porta di casa, non poté fare a meno di scoppiargli ridere in faccia, tanto era buffa la sua espressione.

Non riusciva neanche a mettere in fila quattro parole per formare una frase di senso compiuto, quanto era esausto.

Sicuramente, come al solito in quelle situazioni, aveva fatto di corsa le scale del loro palazzo, essendosi reso conto dell'immenso ritardo, ovviamente in aggiunta ad un allenamento già sfiancante contornato dai supplementari.

Cosa non avrebbe fatto per quell'uomo adorabilmente premuroso, seppur a modo suo.

-Si si, ho capito che ti stai scusando, Atsu. Ora però muoviti, che rischiamo di non arrivarci più dove volevo portarti.

A farsi la doccia fu relativamente veloce, ma divorato dai pensieri com'era gli sembrò essere passata un'eternità.

Il centrale rimuginava su quale potesse essere la sorpresa che lo attendeva e temeva seriamente lo avrebbe costretto ad abbandonare i suoi impegni per alcuni giorni.

Infatti, a distanza di una settimana, avrebbero dovuto festeggiare l'anniversario di fidanzamento, quindi, a rigor di logica, ciò che gli aveva preparato t/n era sicuramente un viaggio in qualche posto montano, come piaceva a lui, probabilmente in Europa.

A quel punto, però, avrebbe dovuto saltare allenamenti e colloqui per altre campagne pubblicitarie, e, anche se era felice di potersi prendere una pausa da una città satura di impegni come New York, un po' se ne rammaricava, perché tutto sulla sua tabella di marcia sarebbe slittato.

Eppure per lei avrebbe fatto questo ed altro, sarebbe arrivato a lasciare definitivamente il mondo del basket se fosse stata lei a chiederglielo.

Infine, risoluto, uscì dalla doccia con il proposito di mostrarsi assolutamente sorpreso qualunque fosse la natura di ciò che t/n aveva in serbo per lui.

Mentre, seduto davanti allo specchio del bagno, le raccontava tutti i particolari dell'allenamento giornaliero, lei gli asciugava i capelli, che, imperterrito, aveva deciso di lasciare lunghi, a causa di una frase detta da t/n che tempo prima aveva affermato che quando li legava era più attraente del solito.

Atsushi Murasakibara non era il tipo di uomo da giacca e cravatta per andare a cena con la propria fidanzata, ma quella era per lei una serata speciale e fece tutto ciò che era in suo potere per legare quella cravatta in seta nera che proprio non voleva saperne di farsi rendere decente.

-Da' qua, faccio io.

T/n sorrise quando vide quale delle tante aveva scelto, perché quella in particolare era stata lei a regalargliela in occasione della prima cena con i compagni della squadra in cui giocava, i NY Knicks.

In poco tempo, tra un'effusione di affetto e l'altra, la coppia dopo un'ora e mezza circa si ritrovò in macchina diretta verso la loro destinazione.

Prima di uscire di casa, però, l'uomo si era voltato verso la sua fidanzata e teneramente lei aveva lasciato un affettuoso bacio sulla fronte per puoi sussurrarle che la amava.

Ad Atsushi servirono pochi minuti per capire che il locale dove t/n aveva prenotato quella sera era il loro preferito: elegante, discreto ed italiano.

-T/n, quando mi dirai perché siamo qui?

-Non posso semplicemente portare il mio fidanzato a cena fuori?- sperava con tutto il cuore che Atsushi si accontentasse della risposta che gli aveva dato, perché le riusciva sempre difficilissimo nascondergli qualcosa.

-Va bene, basta, ci ho perso le speranze con te.

L'adorabile broncio che i suoi lineamenti scolpiti assunsero subito dopo fece capire alla donna che ne era assolutamente valsa la pena di negargli una risposta soddisfacente.

Era dolcissimo.

Arrivati al ristorante la donna parcheggiò l'auto ed insieme si diressero all'interno del locale per prendere posto al tavolo già precedentemente prenotato.

Finirono la cena intervallando i bocconi con le proprie opinioni su argomenti completamente irrilevanti per i due che però, proprio perché avevano la compagnia dell'altro, risultavano i più interessanti che potessero esserci.

Lui non era mai stata una persona particolarmente loquace, ma si sforzava di interagire il minimo indispensabile per portare avanti la conversazione, visto che adorava a tal punto ascoltare t/n che non avrebbe mai voluto dovesse fermarsi perché a corto di argomenti.


Poco prima dell'arrivo del dolce, però, t/n annunciò di doversi allontanare un attimo.

Si recò dal caposala e richiese che le venisse portato al tavolo lo spumante più costoso che avessero, accompagnandolo, nel servirlo, con la lettera che lei gli porse.

Tornò al suo posto e con la maggiore indifferenza possibile tentò di non mostrarsi impaziente per l'arrivo del cameriere.

-Cosa sei andata a chiedergli?- sospettoso chiese l'uomo.

-Nulla che ti riguardi, Atsu.

-Ma dai, smettila con questa storia, l'ho capito che stai tentando di farmi una sorta di sorpresa.

-E quindi? Se l'hai capito lasciamelo fare, no? Almeno poi potrò essere soddisfatta della tua reazione.

-Okay, okay, hai vinto.- rispose rassegnato.

E mentre finiva di parlare, t/n adocchiò da lontano una figura in completo nero da divisa per camerieri avvicinarsi con la bottiglia richiesta ed un qualcosa tra le mani, che era sicuramente la lettera che aveva consegnato lei.

-Ecco qua, ora scoprirai la tanto attesa sorpresa.

E con un grande sorriso dettato dalla trepidazione accolse il cameriere che stappò e versò lo spumante nei calici, per poi porgere la lettera ad Atsushi.

Una volta che il cameriere li lasciò da soli, la donna si rivolse al suo fidanzato.

-Avanti Atsu, aprila.

Gli occhi le scintillavano di emozione e lui sarebbe volentieri rimasto a guardali, ma con un sorriso malcelato abbassò il viso e contemplò l'oggetto che gli era stato consegnato.

Sulla busta non erano riportate particolari indicazioni sul luogo di provenienza o su ciò che poteva contenere, quindi, rapito dalla curiosità, la aprì il più delicatamente possibile per estrarne un foglio.

Vi era scritto:

Siamo felici di informarla che di comune accordo con i giocatori, gli allenatori ed il centro direttivo, lei, alla prossima stagione dell'Nba (National Basketball Association), parteciperà da titolare nella posizione di centrale.


NY Knicks, la direzione.

Quando alzò lo sguardo su quello della donna seduta di fronte a lui, sul suo viso si potevano leggere emozioni completamente contrastanti che andavano dallo stupore al terrore di non poter sopportare le aspettative, ma anche all'incredulità più pura per l'onore ricevuto.

Non era un viaggio, no, era decisamente meglio.

Avrebbe accettato anche quello, felicissimo di fare qualcosa per la sua fidanzata, ma ciò che conteneva la lettera era su tutt'altro livello.

-Mi è arrivata l'altro ieri in ufficio, ma volevo dartela in un modo un po' più speciale.

Però il centrale non le stava prestando attenzione, intento com'era a realizzare ciò che aveva appena letto.

-È... È vera? Mi hanno davvero eletto titolare? Dopo soli tre anni?

-Sì, amore mio, sì.

T/n si alzò e con delicatezza ed affetto strinse a sé l'uomo della sua vita, che in quel momento le stava facendo scoppiare il cuore di commozione e felicità.

-Ce l'hai fatta.

-Sì, ce l'ho fatta.

Atsushi la strinse a sé con tutta la sua forza, stando comunque attendo a non farle male e non curandosi degli sguardi indiscreti degli altri clienti, focalizzandosi, così, esclusivamente sul calore che il corpo di quella che desiderava ogni giorno più ardentemente fosse sua moglie gli stava donando.

-Ti amo, t/n, ti amo da morire.

La donna non rispose, ma si chinò in modo tale da lasciargli un bacio delicato a fior di labbra.

Author
Bene, finalmente ce l'ho fatta.
Questa è una one shot scritta per Saturn_tomoe_chan. Perdonami per l'interminabile attesa, ma volevo scrivere un qualcosa che mi auguravo potesse piacerti <3
Spero l'abbiate gradita e se ne avete voglia lasciate un commento o una stellina :)


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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 06, 2023 ⏰

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