:) four (:

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Si gira lentamente verso di me. «Come scusa?» Fa quasi paura. «Hai capito benissimo.» Rispondo a testa alta.

«Fatti passare questa cotta.» Fosse solo una cotta l’avrei già fatto. «Ci ho provato.», «Provaci meglio!» Mi urla contro. «Rilassati cazzo; non sarà un problema, non ricambierà mai.» Rispondo sorridendogli per rassicurarlo.

Inizia a cucinare, senza rispondermi. Per fortuna non mi ha chiesto chi è.

Me ne torno in camera, addormentandomi e smettendo finalmente di sorridere. L’unico momento dove realmente vedi la mia faccia è quando sono nel mondo dei sogni, o incubi.

Sono così stanco di questo suo comportamento. Non capisce che realmente ci sto provando, cerco di accontentarlo sempre e mi offende, senza vedere i miei sforzi.

Dopo non so quanto inizio a sentire uno strano piacere provenire dal petto: qualcuno si sta divertendo con i miei capezzoli. Respiro profondamente, ansimando leggermente. Con la bocca riesce a stuzzicare punti specifici.

Trovo il coraggio di aprire gli occhi, finalmente vedo chi è colui che mi stava facendo provare quel magnifico piacere. «Souya…?» Riesco a dire con un filo di voce.

«Seriamente ti piace tutto questo?» Mi chiede sistemandosi bene sopra di me. Io semplicemente annuisco. Il fatto che sia lui rende tutto ancora più eccitante.

Gli allaccio le braccia al collo e le gambe al bacino, come per invitarlo a continuare.

Rimane un attimo sorpreso, probabilmente si aspettava che lo respingessi. «Stai alla larga da quello.» Raramente lo chiama per nome, ma ogni volta che gli da “soprannomi” so a chi sono riferiti. «Ma è un mio amico.» Cerco di controbattere.

Come risposta ricevo uno sguardo a dir poco agghiacciante. Inizia a baciarmi il collo lentamente, ma piano piano diventa sempre più avido. Il mio petto sale e scende, ho il respiro affannato.

Dopo poco i baci si trasformano in succhiotti. «Lo farò stare alla larga io allora.» Dice prima di addentarmi per bene il collo, facendomi gemere. Non avrei mai pensato di provare un tale piacere, ma soprattutto di saper fare certi suoni-

Finisce la sua opera d’arte su di me e si alza. «In giro devi dire che è stata una ragazza.» Sono ancora mezzo stordito, ma annuisco. «Vai a finire da solo, poi mangiamo. Ti aspetto in cucina.» Continua. «Sbrigati.» Conclude e se ne va.

Stronzo però, poteva almeno aiutarmi visto che mi ha creato un bel problema. Corro in bagno e mi procuro piacere da solo, pensando a quello che è appena successo. Una volta venuto mi pulisco e vado in cucina.

Mi chiedo come abbia fatto a non eccitarsi- Io stavo per esplodere. È stato così bello!

Mi accomodo sulla sedia e iniziamo a mangiare. Nessuno dei due parla, io non ne trovo il coraggio, lui probabilmente non ha niente da dirmi, come al solito.

Ceniamo in fretta e mettiamo apposto; credevo che ora fossimo più intimi, invece è sempre distante.

Lo vedo cambiarsi e vestirsi più elegantemente. «Dove vai?» Chiedo incuriosito. «Mi hanno invitato ad una festa, a casa di un nostro compagno di classe.» Finisco di sistemare e mi metto a guardarlo. «E io?» Domando ingenuamente. «Non mi ha detto niente, scusa.», «Chiamerò Mucho allora.» Gli sorrido ed esco di casa velocemente, senza lasciargli il tempo di ribattere.

Corro fino al fiume, esattamente dove eravamo oggi pomeriggio. Smetto di sorridere; come può non rendersi conto di quanto mi stia facendo male… Se fossimo a situazioni inverse io, o non andrei o l’avrei portato con me. Alla fine se è un nostro compagno di classe lo conosco anch’io.

Sento un forte dolore al petto, vorrei piangere ma non lo faccio. Prendo il cellulare e chiamo Mucho. «Puoi uscire?» Credevo di riuscire a dirlo senza lasciar capire il mio stato d’animo, invece mi ritrovo a balbettare. «Arrivo.» Dice senza scomporsi. «Sono dove eravamo oggi pomeriggio.» riattacco e lo aspetto.

Ho le gambe strette al petto e la faccia nascosta tra le ginocchia. Mi sento al sicuro in questa posizione, come se esistessi solo io ed i problemi spariscono momentaneamente.

Sento una mano che mi tocca la spalla ed alzo la testa sorridendo verso Mucho. «Grazie di farmi sempre compagnia.» Mi alzo e lo abbraccio. Ricambia calorosamente. «Cos’è successo?» Chiede immediatamente; probabilmente l’ho fatto preoccupare.

«Niente niente, solo non sapevo che fare allora ti ho chiamato.» Mento, ma solo in parte. «Perché ti vuoi tenere tutti i problemi per te? Fa bene sfogarsi.» Non ci stacchiamo e continuiamo a parlare. «Sto bene, davvero.» Mi accarezza la schiena e ci contiamo a coccolare per un po’. Dopo non so quanto mi allontano, questo contatto con qualcuno mi ha aiutato. «Grazie.» Sussurro. «Bene, che si fa?» Torno felice e pimpante.

La sua faccia muta completamente, si avvicina e mi sposta un po’ la maglia. «Chi è stato?» Ha un tono di voce più duro e leggermente aggressivo. «Eh? Ah- No niente, lascia stare.» Rispondo sperando mi ascolti; continua a spostare la maglia e guardare i “marchi” schifato.

«Dai non pensarci.» Cerco di tranquillizzarlo. «Hai una ragazza o un ragazzo?» Non riesce a non pensarci- «È complicato… Non sono fidanzato.» Riprende ad abbracciarmi. «Vuoi raccontarmi cos’è successo?»

Mi fa così pena, vorrei dirgli cosa è successo realmente e tranquillizzarlo un po’ ma Souya mi ha intimidato di dire che sia stata una ragazza. Non mi da nemmeno il tempo di rifletterci che inizia a percorrere il contorno di tutti i succhiotti con le dita, lentamente e non saltandone neanche uno.

Ahh vaffanculo, glielo dico. «È l’ennesimo stratagemma di mio fratello per farti allontanare da me.» Si stacca leggermente, mettendomi le mani un vita e guardandomi stranito. «In che senso?», «Crede che tu abbia una cotta per me e non vuole che divento gay. So che non ci si diventa ma che ci si nasce e che si capisce successivamente, solo a quanto pare non capisce niente.» Mi sfogo leggermente, poggiando le mie mani al suo petto. «Ma anche se fosse, perché se la prende tanto?» Mi domanda dopo poco.

«Precisamente non lo so; mi ha detto che i gay vivono una vita infelice e piena di delusioni. Non vuole succeda anche a me.» Ripetere ad alta voce certe oscenità è orribile.

In pochi millesimi di secondi tutto è cambiato; Mucho ha iniziato ad avvicinare la sua faccia alla mia.

Siamo a pochi millimetri di distanza, ma proprio quando sta per baciarmi mi stacco. «Scusami.» Riesco a dire velocemente, per poi iniziare a correre. «Aspetta Nahoya, parliamone!» Mi urla, ma non mi fermo e dopo poco arrivo a casa.

Una volta entrato mi chiudo la porta alle spalle e mi accascio appoggiandomi ad essa. Cazzo, Souya aveva ragione. Mi copro il volto con le mani. Mi farebbe bene uscire con qualcuno, sotto il punto di vista sentimentale, almeno smetterei di pensare a mio fratello… Non posso fare questo a Mucho però, lo conosco da anni e per me c’è sempre stato. Non si merita tutto questo.

Voglio smettere di pensare. Spengo il telefono e mi distendo sul letto, per un po’ non voglio avere contatti con nessuno, almeno fino a domani.

Guardo un po’di tv, poi mi metto a dormire finalmente, dopo questa estenuante giornata.

Amore proibito [NahoyaxSouya]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora