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Cosa avrei dovuto raccontargli esattamente?

"Sono stata in Italia, niente di entusiasmante" sorrido.

Non era propriamente vero.

Ne avevo passate di ogni.

Mi ero persa in un bosco di notte, causando così un mezzo infarto a mia madre.

Avevo conosciuto Tommaso, il compagno di mamma, che era stato un pilastro importante nei due anni precedenti della mia adolescenza.

Tommy mi aveva permesso di avere un  cane che girava per casa, Kentucky, il suo cucciolo di husky.

Ero andata in discoteca.

Avevo bevuto, fumato e fatto cose poco legali.

Poi un giorno la foto di Anthoine è caduta dalla parete e mi ha colpita su una guancia come una sberla, riportandomi immediatamente alla realtà.

Sono ritornata in me.

Ma comunque, niente di entusiasmante.

Daniel annuisce capendo perfettamente che la mia voglia di parlarne è pari a zero.

"Sei sempre stata di tante parole" ride Perez.

Ridacchio.

Se ci fosse stato Pierre lo avrebbe sicuramente smentito.

Amavo parlare, sapevo essere logorroica, ma lo facevo solo con chi avevo più confidenza e Checo non era mai stato tanto legato a me.

Non fraintendetemi, mi piaceva la sua compagnia, ma non potevo dire di avere con lui lo stesso rapporto che avevo con Lew.

"Voi, com'è andata la prima parte della stagione?" chiedo.

"Prossima domanda" dice Ricciardo prendendo un sorso dal suo bicchiere.

Mi avvicino al ragazzo con i capelli scuri e la maglietta blu della Ralph Lauren, dovrebbe chiamarsi Lance.

Sono pessima a memorizzare i nomi.

"A me sta andando più che bene" dice un ragazzo biondino che si trova sul mio stesso divano.

"Non ci sperare troppo" lo smentisce subito Lewis che si trova dietro di me.

Si sposta al mio fianco e si siede sul bracciolo del divanetto.

"Qualcuno che mi spiega cosa sta succedendo? Mio papà mi ha spiegato qualcosa, ma non è che io abbia intuito tanto" sorrido verso i piloti.

"Un ragazzino che è entrato in formula uno a soli diciassette anni, sta sfidando il grande campione mondiale" dice Carlos.

La musica era alta e io avevo sentito solo poche parole di tutto quello che aveva detto lo spagnolo, ma avevo collegato la frase.

"Diciassette anni?" domando sicura di aver sentito male.

"Diciassette spaccati" afferma il biondino di prima.

Era lui il fenomeno?

"E chi sarebbe questo impavido?" chiedo ridendo.

Come avevo già detto la fama di Lewis lo precedeva e sapevamo bene tutti che era una tigre sul campo di battaglia.

"Io" dice una voce.

Lo stesso biondino.

Strizzo gli occhi.

Aveva tutto, ma non la faccia di uno che tra qualche giorno avrebbe affrontato un sette volte campione mondiale su un circuito davvero difficile.

Era estremamente rilassato.

LOVE ON THE RUNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora