Natale era sempre stato il mio periodo preferito dell'anno.
Amavo l'idea di babbo natale, i regali, il camino acceso, le canzoni natalizie e l'albero addobbato che Kentucky non aveva mai avuto l'onore di tirare giù.
Amavo i dolcetti, la cena della vigilia e il pranzo del giorno dopo.
Amavo mangiare con i parenti, parlare, ascoltare le filastrocche dei miei cuginetti, il pandoro e il panettone senza canditi.
Avevo sempre amato tutto ciò, ma ora faticavo a vedere un lato positivo in questa festività.
Avevo scoperto che babbo Natale non esisteva, i regali si erano tramutati in soldi, le canzoni natalizie erano diventate commerciali e l'albero non aveva più tutto il suo fascino senza regali sotto.
I dolcetti mi nauseavano, la cena della vigilia era stata abolita mentre il pranzo di Natale era diventato solo un modo per rivedere i parenti lontani.
Non mi piaceva stare con la mia famiglia, che di "famiglia" aveva ben poco, il pandoro era troppo dolce e il panettone aveva quasi sempre i canditi.
Il Natale non era più Natale quando si diventava grandi.
Il Natale non era più Natale senza la persona che si ama.
Il Natale non era più Natale senza Lando.
~
"Sei sveglia? Andiamo di sotto? Tra poco arrivano i nostri parenti, papà è già qui" mi sveglia Blake delicatamente.
Sbuffo e mi giro dall'altra parte.
"Hai sentito Tom? Verrà?" chiedo speranzosa.
"Non penso, mamma non ha aggiunto nessun posto a tavola" mi spiega.
Annuisco.
Tom era rimasto segnato dalla morte di Kentucky.
Aveva provato a stare qui con noi, ma la casa gli ricordava troppo il suo cucciolo fedele.
Lo capivo, lo capivo bene.
Aveva sofferto.
Soffriva.
Non voleva trascinare la mamma nel baratro.
Diceva che sarebbe tornato.
Non ci speravo.
Mamma e Blake si, ci speravano tanto.
Io avevo imparato ad aspettare e lasciare che il tempo decidesse cosa fare di noi.
Tommaso si meritava di essere sereno e se stare in questa casa gli provocava una strana angoscia, era meglio che si riprendesse dal dolore.
D'altronde lo avevo fatto anche io quando Anthoine ci aveva lasciati.
Mi ero allontanata da tutto e in particolare dai circuiti, dalle auto.
Lo capivo appieno.
Mamma no.
Blake no.
Ma lo avevano comunque lasciato andare, perché se lo meritava davvero.
"Tornerò Coraline, ti amo davvero" aveva detto prima di andarsene.
Aveva sussurrato queste parole all'orecchio di mamma e l'aveva fatta scoppiare in lacrime.
Lei aveva pianto, per giorni era stata un vegetale, poi ho parlato con lei, le ho fatto capire che era la cosa giusta per tutti.
Una pausa dal mondo per me, per lei, per Tom, tutti.
Una pausa che ci avrebbe fatto bene.
Tom era una brava persona.
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LOVE ON THE RUN
General FictionGrace Jasmine Wolff, la figlia del famoso Team Principal Toto Wolff, ha 18 anni, quasi 19, e ha sempre avuto tutto ciò che una ragazza può desiderare dalla vita : due migliori amici stupendi, una vita passata a girare il mondo e una forza d'animo da...