"Piccola" il sussurro di Lando mi fa aprire gli occhi di scatto e alzare dal letto con un sorriso a 32 denti.
Non so se grazie al discorso di Rebecca o grazie alla dormita decisamente rilassante, ma ero riuscita a farmi scivolare addosso tutto ciò che era successo e a pensarci un po' di meno
"Lando" grido per poi lanciarmi su di lui il più velocemente possibile "Finalmente sei qui" dico staccando il mio viso dal suo collo e guardandolo negli occhi.
Sorride e io mi innamoro sempre di più della luce che emette quando è felice.
"Mi sei mancata" dice posando le sue labbra sulle mie.
Le mie gambe sono attorcigliate sui suoi fianchi mentre le mie mani sono incastrate nei ricci che ha in testa, al contrario, le sue stringono in modo delicato la mia vita.
Le farfalle ricominciano a volare nel mio stomaco come se qualcuno mi avesse appena messo sotto il naso, una pizza napoletana.
Lando mi faceva più o meno lo stesso effetto che mi faceva il cibo.
"Se ogni volta mi aspetti in hotel con il culo all'aria penso che potrei tornare più veloce di quanto credi" ride.
Lo colpisco con una manata sul braccio e lui mi lascia cadere sul materasso.
"Io penso che potrei non venire più dopo che hai detto alla receptionist che mi chiamo Gocciola, mi hai fatto fare una figura di merda" dico ridacchiando.
"Secondo me era divertente" ride ancora.
Roteo gli occhi.
"Andiamo a mangiare?" chiede staccandosi da me.
"Ma sono le.. " mi interrompo guardando la sveglia sul comodino "È quasi mezzanotte" concludo.
Avevo davvero dormito così tanto?
"Hai ragione è tardi e se devo dirti la verità io ho già mangiato, ma ho comunque fame" si lamenta come un bambino mentre mi tiene ancora tra le sue braccia.
Sorrido e lascio un bacio sulle sue labbra per poi rimettere i piedi a terra e andare verso il mio zaino.
"Tieni" gli porgo il panino che mamma mi aveva fatto per il viaggio e il pacchetto di patatine aperto e non finito, che avevo comprato in aeroporto.
"Lo ha fatto mia mamma stamattina, non so quanto possa essere ancora buono" gli spiego riferendomi al panino.
I suoi occhi si illuminano e io scoppio a ridere.
Il ragazzo prende il pane tra le mani e si butta sul letto a mangiare.
"Io voglio tua madre in casa mia, posso assumerla come cuoca?" chiede.
"Ti direi di sì se non fossi gelosa di lei, ma lo sono, è solo la MIA mamma" sottolineo ridendo e stendendomi al suo fianco.
Lo guardo mangiare felice come un bambino che ha davanti al sua torta di compleanno preferita.
"Quindi lo ufficializziamo sta settimana?" chiede all'improvviso mentre continua a masticare.
I miei occhi si spalancano e ringrazio dio di aver il mio viso attaccato al suo petto in modo che non possa vedere la mia espressione.
Era chiaro che si riferisse alla nostra relazione, ma chiedo comunque per sicurezza.
"Ufficializziamo cosa?" domando tenendo la mia guancia sul suo pettorale sinistro.
"Il nostro fidanzamento" dice ovvio mentre mastica.
"Non erano questi i patti" dico dopo qualche attimo.
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LOVE ON THE RUN
General FictionGrace Jasmine Wolff, la figlia del famoso Team Principal Toto Wolff, ha 18 anni, quasi 19, e ha sempre avuto tutto ciò che una ragazza può desiderare dalla vita : due migliori amici stupendi, una vita passata a girare il mondo e una forza d'animo da...