Il giorno dea festa di inaugurazione era arrivato. Avevo dormito poco e alzarmi dal letto fu una vera tortura.
Mentre preparavo la casa,mettevo in ordine e spargevo profumo alle rose in ogni stanza e preparavo qualche snak. Tutto contemporaneamente. (Sono una sonna)
Suono il campanello.
Non immaginavo minimamente una persona. Mia madre? Simon? Non lo so..
Il capello suonó di nuovo.
Andai verso la porta. Vidi dei capelli biondi,un naso lentigginoso. Vidi un mazzo di fiori e una bottiglia.
Vidi Hanna.
So quello che stai pensando - disse ha a con voce tremante - che io non dovrei essere qui..ma concedimi solo un minuto.
Con quel suo mazzo di fiori rosa e quella bottiglia.
Hanna entro lentamente,guardandomi con aria circospetta.
Stai bene,Juliet? - mi chiese con calma - sei bianca come un lenzuolo.
Scossi il capo e aprii la bocca per parlare. Ma non uscì niente.
Non posso credere che tu stia così male per mia - disse - avevo sentito che ti stavo riprendendo alla grande. Ecco perché sono venuta. Per scusarmi.
Mi guardava con grandi occhi preoccupanti.
Di qualcosa per favore - disse - lascia che ti prenda qualcosa da bere.
Per quanto la odiassi vedevo che la stavo spaventando.
Ok - farfugliai - cosa volevi dirmi?
Hanno scrollo le spalle,si accomodo sul divano.
Torno in Svezia per qualche settimana - disse - e vorrei fare pace con te prima.
Lo disse ad alta voce. Come se fosse un ordine.
Simon non viene con me - disse - non stiamo insieme. Non è il mio tipo. È stato solo uno stupido errore.
Mi guardó e mi fede un grande sorriso.Bellissimo appartamento - grido - lo hai fatto tu?
Non lo dovrei dire - continuo - ma mi manchi. Mi manca vivere con te.
Ma perché continuava ad essere dolce? Perché non capiva che io me lo aspettavo da tutte ma non da lei.
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Dove sei tu,quella,è casa.
RomanceChe cos'è la felicità? Una casa,con dentro persone che ami.