Capitolo sette

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Ma perché non ci avevo fatto caso? Non potevo credere di non aver avuto il minimo sentore di ciò che sta accadendo sotto il mio naso. Avrei dovuto fare più attenzione.

Aprendo la porta del mio ufficio vidi che i miei colleghi erano tutti al loro posto. Mi stampai un sorriso sulle labbra.
Riunione Juliet - disse Philip - sei pronta?
Arrivo - dissi - solo un momento prendo il bloc-notes.
Ogni volta che parlo del mio lavoro ai miei amici loro esclamano
invidiosi "oooh". Lavoro per la casa d'aste rosendale come addetta stampa nel dipartimento cultura popolare che si occupa di oggetti appartenenti a persone famose come Madonna,Kate Moss ecc.

Ero spesso in sovrapensiero.
Juliet stai bene? - disse Philip - hai gli occhi rossi.
Era il mio direttore,non si poteva dire quando fosse affascinante. Tutte le donne arrossivano al suo sguardo.
Oh si - dissi - beh un po stanca! Ho lavorato troppo.
Mi inizió a tremare il labbro. Non dovevo piangere. Le lacrime erano riservate al divanetto dello psichiatra o ai bagni delle signore.
Mi sentivo tutti gli occhi dei miei colleghi addosso e avrei voluto urlare "SIMON È ANDATO A LETTO CON LA MIA MIGLIORE AMICA"
Quel bastardo che ti fa stare così,merita di essere ripagato con la stessa moneta - disse - se vuoi me ne occupo io!
Per un secondo pensai.."stai flirtando con me?"
Su entriamo - disse - c'è qualcosa di cui dobbiamo parlare.
Guardai tutte le fotografie incorniciate d'oro dei suoi figli.
Vado al punto - disse Philip - sono preoccupato per te.
Philip si stavo preoccupando per me?
Per-perché? - chiesi - c'è un problema con il mio lavoro? Scusa se sono un po distratta ultimamente.
Al contrario - disse - sei una brillante addetta stampa. Voglio dire che sono preoccupato che tu non ti senta stimolata. Sembri annoiata.
Fece una smorfia.
Non che mi annoi,ma preferirei fare di più - dissi - con la sua stessa smorfia.
Così Philip decise di darmi l'incarico dell'anno. Ero felicissima.
E poi inviai un messaggio a Imogen,dovevo raccontarle tutto.
Rispose dopo qualche secondo.
"Mi dispiace tanto. Ore 18 solito posto?"

Andai al nostro solito posto..io e Imogen avevamo trascorso molte serate li ad ubriacarci e a ballare.
A scopo terapeutico - disse il barista - avvicinandomi un bicchiere di vodka.
Oh no - dissi - è così evidente?
Hai un aspetto che assomiglia al mio stato d'animo - disse ridendo -il che di merda.

Juliet - disse Imogen - sembri così triste.
Con il suo abito blu e bianco a pois i tacchi alti e i suoi capelli rossi era di una bellezza prorompente.
Simon non era affatto addatto a te - disse seriamente -superficiale,narcisista e per niente romantico.
Non so - dissi - mi sento tradita ed umiliata da tutti e due.
Ti hanno trattata di merda e la pagheranno - disse - come potranno andare avanti con questo peso sulla coscienza?
Non volevo continuare a parlare di Simon tutta la sera. Continuammo a bere vodka.
E arrivata a casa versai qualche lacrime sul cuscino.

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