Claudia aprì gli occhi di scatto rendendosi conto di essere estremamente in ritardo. Saltò giù dal comodo letto a baldacchino e corse al bagno per darsi una rinfrescata, sistemò i capelli neri con l'aiuto di alcune forcine scure in una pettinatura estremamente semplice e indossò il vestito beige che arrivava sino alle ginocchia, calzò un paio di scarpe e, indossò sul braccio la fascia della lega giovanile fascista: un pezzo di stoffa dallo sfondo nero e la bandiera tricolore con un'aquila al centro.
Si osservò ancora qualche minuto allo specchio, poi uscì dalla camera e corse giù per le scale in marmo. Si ritrovò in sala da pranzo dove, suo padre e sua madre sedevano a fare colazione in un silenzio tombale che, per lei era divenuto oramai assordante sorbirlo ogni mattina.
Il lungo tavolo in legno d'acero circondato da alcune sedie, era imbandito di ogni pietanza ottima per la colazione e ricaricare le energie.
<<Buongiorno>> salutò lei prendendo posto alla destra del padre che, alzò il suo sguardo da giornale e le rivolse un'occhiata, la madre, invece, le sorrise con dolcezza e le offrì un piatto ricolmo di macedonia tagliata egregiamente.
<<Mangia tesoro, ti farà bene della frutta fresca>>
<<Grazie Madre>> disse Claudia prendendo alcuni pezzi di mela.
Il silenzio ricadde nella stanza e Claudia si perse nei pensieri. Sua madre era una donna sulla quarantina, di statura media, fisico slanciato ma formosa. I capelli castani incorniciavano due iridi verdi e il viso dai tratti morbidi. Suo padre, invece, gerarca fasciata, era un uomo molto alto, dagli occhi scuri e capelli neri corvino. Vantava un fisico atletico e magro nonostante l'età che avanzava.
Si riscosse dai suoi pensieri e sorseggiò del caldo tè rosa dell'Abissina osservando il cielo scuro fuori dalle finestre. Non ricordava neanche com'era fatto il sole, il suo calore e la luce che emanava.
<< Claudia>>
la richiamò suo padre osservandola severo
<<Non dimenticare domattina di essere in orario>><<Certamente padre, non capiterà più >> si scusò abbassando lo sguardo.
<<Ne sono sicuro, riprese l'uomo rilassando il viso in un mezzo sorriso, sei una ragazza modello, non come quell'ingrato di tuo fratello>>
<<Lucio!>> lo ammonì la moglie con sguardo severo.
<<È la verità Cornelia>>
rispose l'altro alzando il tono di voce
<<Emiliano non perde tempo a deluderci>><<Abbi un po' di comprensione marito mio>>
<<Ne ho avuta fin troppa con lui!>> disse il gerarca gridando.
Claudia rimase nel suo silenzio tombale mentre i suoi genitori si scambiavano sguardi taglienti. Attese qualche minuto, poi decise che fosse il momento di andare.
<<Padre, Madre, vi auguro una buona giornata>> li salutò lei con un sorriso accennato mentre sistemava il tovagliolo di lino sulla tavola e si alzava.
<<Altrettanto Claudia>> la salutò suo padre con tono distaccato.
<<Attenta tesoro>> concluse invece sua madre regalandogli un dolce sorriso materno. Claudia annuì poi sparì dal salone e risalì nuovamente le scale.
Sistemò l'acconciatura e indossò la giacca scura e, prima di correre nuovamente per le scale afferrò la borsa e alcuni striscioni. Si incamminò verso l'altare della patria che distava da casa sua una mezz'oretta; nonostante avesse potuto prendere un taxi, le serviva camminare e sgranchirsi le gambe.
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All'ombra del Colosseo
Science FictionCatapultati in un dopoguerra in cui la resistenza era stata sconfitta, Roma cadde finalmente nelle mani dei fascisti istituendo una nuova organizzazione del territorio. All'ombra del Colosseo, narra la nascita di un amore che nonostante la voglia d...