Claudia, quella mattina si era svegliata di malumore. Era passata una settimana da quel fatidico fine settimana e, in quei giorni appena trascorsi non era riuscita a correre al Colosseo per rivedere Giacomo. Aveva trascorso i giorni a pensare a come mettersi in contatto in un modo alternativo, aveva girato i luoghi nelle vicinanze dei fori imperiali per scorgere l'appartamento in cui abitava e lasciargli una lettera nella cassetta postale ma, non aveva vuoto successo nella sua ricerca forsennata inoltre, non era riuscita ad incontrarlo nei corridoi della sede in cui entrambi lavoravano e questo l'aveva inquietata abbastanza. In quella mattina fredda e appesantita dal suo umore instabile, si alzò dal comodo materasso, indossò un vestito nero di lana pregiata, sistemò i capelli grazie ad alcune forcine dorate ed impreziosite da alcune pietre azzurre concludendo, con soddisfazione, un'acconciatura semplice ma solenne. Prima di uscire dalla sua camera, prese la borsa portando anche una sciarpa e un libro in latino che stava tentando di leggere da qualche giorno. Corse giù per le scale e decise di passare in sala da pranzo dove scorse solamente sua madre intenta a ricamare. La donna alzò lo sguardo sulla figlia e le sorrise amorevole.
<<Buongiorno tesoro>>
la salutò la madre mentre Claudia osservò il tavolo vuoto stranita,
<<Tranquilla, tuo padre è uscito molto presto e ha preferito lasciarti dormire; sappiamo che hai avuto una settimana stressante>><<Molto madre>>
rispose lei rilassandosi poi afferrò una mela rossa e addentò il frutto mentre si dirigeva verso l'uscita,
<<ora vado, sono di corsa>>.
Cornelia sorrise alla figlia e le accennò un saluto con la mano per poi tornare a ricamare. Claudia uscì di corsa dalla villa e poté tirare un sospiro di sollievo poi, prese a mettere mentalmente in ordine alcuni compiti da adempiere prima di arrivare al Colosseo. Decise di andare subito da suo padre per recapitargli alcuni documenti che servivano al suo ufficio così, cominciò a percorrere via Italia gremita di persone intente a svolgere gli ultimi compiti prima di godersi i piaceri del pomeriggio di quel venerdì gelido. Dopo qualche minuto di cammino però, decise di prendere un taxi che, la portò in poco tempo a destinazione; una struttura grigia e scura, dalle dimensioni di un normale stabilimento che ospitava uffici. Pagò il tassista e lo ringraziò sorridendogli poi, quest'ultimo mise in moto mentre lei prese coraggio e salì i tre scalini in marmo ma, venne fermata dai controlli all'entrata così , estrasse il tesserino e l'uomo robusto vestito di nero diede un'occhiata al documento poi fece un cenno con la testa in segno di rispetto e le indicò la strada.<<Salite la rampa di scale, svoltate a destra e percorrete il corridoio, la terza porta sul lato sinistro è l'ufficio di vostro padre>>
<<Ricordavo fosse dall'altra parte..>> rifletté lei dubbiosa.
<<Ricordate bene ma, sono state fatte alcune modifiche>> concluse lui prima di allontanarsi da lei per passare al prossimo controllo. Claudia annuì distrattamente poi varcò la soglia del grande portone e venne investita dal calore confortante dei caloriferi; salì le scale mentre accennava sorrisi falsi ai gerarchi che la riconoscevano, e pensò a quanto tutto in quella struttura fosse ipocrito, un teatrino venuto male. Prese il corridoio a destra e, seguendo le indicazioni che l'uomo le aveva dato, si fermò alla terza porta sul lato sinistro, bussò alla porta e ricevette un'avanti scocciato; afferrò la maniglia argentata e aprì la porta di legno d'acero decorata da alcune iscrizioni in latino.
L'ufficio di suo padre era una stanza spaziosa, dalle pareti chiare, due scrivanie, una porta-finestra da cui si potevano osservare in lontananza i fori imperiali, un quadro del duce e due mobili alti contenenti diversi documenti. Appena suo padre si fu accorta di lei, mutò il suo atteggiamento e le sorrise caloroso invitandola ad entrare; Claudia osservò l'altra scrivania dalla seduta vuota poi rivolse la sua attenzione al padre accomodandosi di fronte a lui.
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All'ombra del Colosseo
Science FictionCatapultati in un dopoguerra in cui la resistenza era stata sconfitta, Roma cadde finalmente nelle mani dei fascisti istituendo una nuova organizzazione del territorio. All'ombra del Colosseo, narra la nascita di un amore che nonostante la voglia d...