𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑉- 𝐼𝑙 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑜

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«Cosa ci fai qui Liv?» Le chiese nuovamente Elisiel

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«Cosa ci fai qui Liv?» Le chiese nuovamente Elisiel.
«È una lunga storia El, dubito che io possa raccontartela qui in mezzo al nulla» si guardò svelta alle spalle.
Le foglie degli alberi in fiamme danzavano come accolte da una sinfonia distocica.
Le danze infernali erano qualcosa di meraviglioso e servivano a richiamare qualsiasi creature che vi ponesse ascolto.

Le vennero in mente poche parole per descrivere ciò che percepiva e per un momento anche lei si perse ascolto quel violento richiamo. Amariel le toccó un braccio per richiamare la sua attenzione.
«Non ascoltare» le aveva detto.
Le aveva dato nuovamente la spinta per proseguire.

«Lui mi starà cercando e non voglio essere trovata qui a discutere con degli voi.»
«Chi ti cerca all'inferno, Liv? Tuo padre? Un demone?»

Se avesse realmente saputo, avrebbe raggelato al solo pensiero che la loro amata figlioccia era finita proprio nelle mani del peggiore di tutti i demoni, uno dei più potenti e incontrastati.

Il principe di tutti i mali, capo di un gruppo di demoni assassini.
L'orda era sulle sue tracce ne era certa. C'era solo un modo per nascondere la sua presenza o per lo meno rallentare i suoi inseguitori.
Non doveva volare alta nel cielo.

«Avete un posto dove posso nascondermi?» chiese Liv nella speranza di una notizia positiva, aveva bisogno di certezza, e solo nella mano tesa di Elisiel e di Amariel era certa di poterla trovare.

Provo ad avvicinarsi poi, a Elisiel, cercando di non creargli troppe preoccupazioni.

Il neonato dormiva indisturbato, cullato dal canto silenzioso della sua mamma.

Non c'era traccia di alcun demone tra la foresta di fiamme e la radura degli angeli caduti.

Era tutto avvolto in un completo silenzio, ora solo il crepitio di quel fuoco si destava flebile nell'ambiente circostante.

Da quando non aveva più aguzzato l'orecchio in direzione delle urla tutto aveva taciuto.

«Seguici, mio marito si è dimenticato le buone maniere» lo guardo male «verrai a stare da noi. Lì sarai al sicuro. Nessuno ti cercherà qui nel confine.»

Amariel era l'incarnazione della purezza. Una ex regina delle Cherubine, che sapeva distinguere bontà e malevolenza.

Era la figlia dei tuoni.

Finalmente Liviel ne capiva il senso, cogliendo giusto una sottile ironia.

La quiete dopo la tempesta e parola non fu più azzeccata.

In questo caso era la quiete di Amariel, che viveva per servire ormai se stessa e la sua famiglia, incurante della guerra che si sarebbe scatenata da lì a poco.

I suoi poteri erano unici.

Oltre alla padronanza dei tuoni, vedeva le linee del cuore di un individuo. Le vene che andavano a formare la vera essenza di qualsiasi unione ultraterrena e non.

THE NEW HEAVENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora