Simone si era recato, furioso, a casa del fidanzato con l'intenzione di sfogare tutto il suo nervosismo con lui. Ed infatti quel pomeriggio, nella piccola cameretta, gli unici suoni udibili erano i sospiri e i gemiti dei due ragazzi, dettati dalle spinte con cui il moro entrava ed usciva dal corpo del compagno. Sembrava non volersi fermare, sembrava quasi assente ed ogni spinta era sempre più forte. Simone non era mai stato un tipo che faceva sesso in quel modo, infatti, soprattutto nei loro momenti di intimità, era sempre estremamente dolce e quando facevano l'amore preferivano godersi ogni momento. Ma quel giorno sembrava solo sesso, era come se Simone avesse spento il cervello e il fidanzato si accorse di questo, così provò ad attirare la sua attenzione e lo fermò.
"Simo, ehy" disse mettendo la mano sulla sua che era posata sul suo stomaco. Girò leggermente la testa e guardò oltre la sua spalla. Simone teneva gli occhi chiusi e sembrava non sentire proprio. Così lo richiamò più forte e fu in quel momento che il moro si accorse e fermò i suoi movimenti, uscendo dal corpo del fidanzato e portando gli occhi nei suoi che nel frattempo si era girato e lo guardava anche lui negli occhi. Erano sdraiati uno di fronte all'altro, con un braccio piegato sotto alla testa.
"Simò, che c'hai?" chiese, accarezzandogli la guancia con la mano libera.
"Nulla, che devo avè?" si lasciò andare sulla mano del fidanzato e chiuse gli occhi.
"Simone, non dì cazzate. Ti conosco fin troppo bene, e so per certo che c'è qualcosa che ti turba" provò ad insistere il ragazzo. E Simone lo sapeva che era vero, sapeva che lo conosceva bene e non si sentiva di mentirgli. Così prese un respiro profondo e lo guardò, mettendosi comodo sul letto. "È tornato, Alex. Manuel è tornato" . Minuti di silenzio seguirono questa affermazione.
"E la cosa ti da così fastidio?" spezzò il silenzio Alex, scostando dalla sua fronte una ciocca di capelli ancora sudati e appiccicosi.
"No, non fraintendere. Non mi interessa di lui, non più, sono andato avanti e lo sai. Amo te e non cambierà mai questa cosa. Semplicemente speravo di non doverlo vedere mai più; invece non solo è tornato, ma vivrà pure a casa mia. Sarò costretto a condividere i miei spazi con lui ed io non so se sarò in grado di sopportarlo. Tu sai quanta fatica ho fatto a superarla, sai quanto ho sofferto e quanto mi ha fatto stare male" Simone provò a spiegare quello che gli passava per la testa.
Quando quattro anni prima Manuel lo aveva abbandonato, si era sentito perso. Se n'era andato senza pensare a lui, al loro rapporto, l'idea di vivere lontano da Simone non lo aveva minimamente turbato. Al contrario, quest'ultimo, aveva messo in pausa la sua vita. Letteralmente viveva le giornate studiando e basta. Niente più uscite, niente pranzi fuori la domenica, niente più amici. Finché dopo un anno non incontrò Alex nei corridoi dell'università; e questo ragazzo dai capelli biondi e gli occhi scuri, piano piano, si fece spazio nel suo cuore un po' ammaccato, curando silenziosamente ogni ferita, senza mai chiedere qualcosa di troppo. Grazie ad Alex era tornato ad amare, e non pensava fosse possibile provare un sentimento tanto forte dopo Manuel.
Anche quel pomeriggio, dopo la piccola confessione di Simone, il fidanzato non disse nulla per non essere troppo invadente. Sapeva quello che il moro aveva passato per colpa di Manuel e quindi, nonostante il fatto che il suo ritorno aveva in qualche modo turbato il suo fidanzato, non si sentì nella posizione di poter fare una scenata di gelosia. Che poi, di fatto, non c'era nulla per cui essere gelosi perché era sicuro che Simone non si sarebbe mai più riavvicinato a Manuel. Così semplicemente attirò il ragazzo tra le sue braccia e lo strinse a lui, accarezzandolo di tanto in tanto. E Simone stava lì, a farsi coccolare; ancora una volta lasciò che Alex alleviasse tutto il dolore causato dalla ferita che, il ritorno di Manuel, aveva inevitabilmente riaperto.
*
In casa Balestra, intanto, Manuel si era sistemato per bene nella cameretta libera affianco a quella di Simone. Tutti i vestiti erano stati riposti nell'armadio, i cd e i libri in ordine sulla piccola scrivania in legno. Aveva anche recuperato dai vari borsoni tutte le foto che i suoi amici gli avevano regalato anni prima durante la festa di addio, che lui aveva accuratamente incorniciato e custodito con cura. Dopo averle appese al muro, gli rimase in mano l'unica foto con Simone, che si fermò ad osservare; ricordava bene il momento in cui era stata scattata.
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What about us? | Simuel
Fanfiction[...] "A tavola con questo?" indicò il ragazzo che ancora se ne stava in piedi senza muovere un muscolo. "Manco morto" concluse, poi si girò e uscì dalla cucina senza dare altra spiegazione. [...]