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Nei 4 anni in cui Manuel era stato via, Simone si era laureato in architettura e aveva iniziato a lavorare per un architetto abbastanza famoso nella capitale.

Dopo l'incontro di venerdì sera, non ebbe più alcuna interazione con Manuel per tutto il weekend. In casa si evitavano, più che altro il minore evitava Manuel, mangiavano addirittura ad orari diversi e inoltre quest'ultimo era stato i due giorni a seguire con Giulio ad ultimare gli ultimi acquisti per il piccolo studio di fotografia che avrebbe aperto proprio in quella settimana; infatti, dopo la laurea all'estero, era tornato perché la madre aveva trovato per lui un piccolo fondo da affittare, per poter poi aprire il suo personalissimo studio. Giulio si era offerto di accompagnarlo, per fargli compagnia e dargli qualche consiglio se avesse avuto bisogno.

Quel lunedì mattina, la sveglia suonò molto presto. Manuel si alzò controvoglia dal letto, aprì la porta della sua stanza e nello stesso momento la porta di Simone si aprì, rivelando la figura di Alex che si stirava e passava una mano tra i capelli, soffocando uno sbadiglio. Dei morbidi pantaloni della tuta gli scendevano dai fianchi, mentre il suo busto era nudo. 

Il ragazzo probabilmente si accorse della presenza di Manuel, così biascicò un "buongiorno" e poi si infilò in bagno.

La morsa di gelosia nello stomaco di Manuel lo portò a stringere la mano sulla maniglia così forte che le sue nocche diventarono bianche. Chiuse gli occhi e respirò a pieni polmoni, prima di scuotere la testa e scendere giù per le scale.

In cucina, Anita e Dante stavano consumando la loro colazione in silenzio. 

Manuel diede loro il buongiorno e prese posto anche lui al tavolo, di fronte ad una fumante tazza di caffèlatte. 

"Devo essermi perso qualcosa comunque" disse poi di punto in bianco, "da quando viviamo in cinque in questa casa?"

La madre in un primo momento non capì questa sua affermazione, poi fece due più due e fece per rispondere, ma Dante parlò prima di lei

"Hai incrociato Alex di sopra? Ieri sera lui e Simone sono tornati tardi e si è fermato qui. È un bravo ragazzo, ed è simpatico. Dovresti dargli una possibilità"

"Non credo che lo farò" Manuel liquidò subito la proposta.

Anita terminò il suo caffè e si alzò di corsa per andare a lavorare, lasciando un bacio sulla testa al figlio e sulla labbra al compagno. Urlò un 'ciao Simo' e uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle. Dante si alzò subito dopo.

"Vado a scuola, oggi non torno a pranzo e nemmeno tua mamma. So che te e Simone non vi parlate, quindi tocca a me avvisarti. Lui pranza a casa, quindi sarete probabilmente insieme per quell'ora. Cercate di non ammazzarvi" si raccomandò.

Il ragazzo annuì distrattamente, così Dante riprese parola. "Davvero, Manuel, non ammazzatevi, ma penso che dobbiate quantomeno iniziare a provare a parlare. Affrontate le cose, mettete un punto e andate avanti. Avete intenzione di durarla ancora per quanto? Quanto bene pensate che possa farvi questa situazione?" concluse così il discorso, gli diede una pacca sulla spalla e uscì senza attendere una risposta dal giovane. Risposta che, per la cronaca, non sarebbe arrivata.

Nella testa di Manuel le parole del professore continuavano a frullare. Aveva ragione, avrebbe dovuto prendere in mano la situazione e parlare con Simone il prima possibile. E perché no, avrebbe potuto approfittare proprio di quel pranzo.

In cucina era ricalato un silenzio rilassante, che venne presto interrotto dai due ragazzi che scesero le scale. Manuel alzò lo sguardo dalla sua colazione in tempo per vedere Simone che finiva di infilare una giacca nera, poi Alex dargli un veloce bacio sulle labbra e successivamente vide quest'ultimo avviarsi verso la porta di casa, che venne chiusa con un tonfo dopo qualche secondo.

What about us? | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora