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Elsa

Il sole splende nel cielo. Colora il castello con strani giochi di luce, e lo rende una meraviglia.

Non credo che Anna si sia svegliata, non si sveglia mai presto come me. Tranne da bambine. Quando eravamo bambine lei si svegliava sempre prima di me e mi supplicava di far nevicare in camera nostra o fi chiedeva di fare un pupazzo di neve. E io l'accontentavo sempre. Lo facevo perché era mia sorella e perché gli volevo bene, molto bene. E anche perché mi divertivo sempre con lei. Ma da quando l'ho colpita al cuore con il ghiaccio che avevo creato io, cerco sempre di non farla arrivare a un contatto fisico con il mio potere. Non creo più delle nuvoline che fanno scendere della neve sopra la sua testa. Non creo dei fiocchi grandi come un palmo di una mano e glieli faccio girare intorno. Non creo un venticello fresco che la fa ridere.

Anche se ho capito come posso usare il ghiaccio, senza fare del male alle persone che mi circondano, respingo l'onda di potere che vorrebbe uscire da me per decorare il mondo con uno strato di neve. Non voglio che finisca come l'ultima volta. Per colpa del mio potere ho congelato tutto il fiordo, ma mia sorella mia ha aiutato. Mi è difficile comprendere come ci è riuscita, ma quando mi ha abbracciato ho capito che non ero più sola e che con lei al mio fianco tutto si sarebbe sistemato.

Cammino per i corridoi insieme a Olaf, che porta un vassoio con del cibo per Anna. Ogni tanto lo guardo e vedo che cerca di mangiare un pezzo di pane.

< Olaf, quel pane è per Anna > gli dico prendendo il vassoio.

< Ma io ho fame. E poi quanto mangia? > mi chiede. Quella carota che ha al posto del naso e la nuvoletta che ha sopra la testa lo rendono un più dolce di quanto non è.

< Se vuoi che il bambino cresca forte e intelligente Anna deve mangiare molto > gli dico guardando il vassoio. Le cuoche hanno messo una tazza di cioccolato, dieci fette di pane, un barattolino di miele, due uova strapazzate, un pò di carne essiccata e quattro dadi di cioccolato. < Ma due fette di pane in meno non gli faranno male... > prendo una fetta di pane e la porgo a Olaf, che la prende subito, e una la prendo io.

< Anna aspetta un bambino? > chiede sorridendo

< Olaf, lo sa tutto il regno, è venuto anche quel troll a congratularsi con Anna e Kristof > dico ingoiando un pezzo di pane.

< Mmm... da quanto? >

< Da otto mesi e mezzo > dico. Sono passati otto mesi mezzo da quando ho scongelato il fiordo e sono diventata una vera regina.

< Secondo me non arriva più > dice guardandomi.

Tutti e due scoppiamo in una risata. Lui sa sempre come strapparmi un sorriso.

< Sai mantenere un segreto? > gli chiedo calmandomi

< Bè, sì! >

< Anna è incinta di due bambini, non di uno > gli sussurro.

< Due?! Ma che cosa bella! > esclama

< Olaf non urlarlo > dico < Non voglio che lo sappia, glielo dirò io personalmente >

< Ok... cos'è un segreto? > mi chiede.

< Uhm... > lo guardo e penso a una risposta che riesca a capire senza farlo pensare troppo < È una cosa che non devi dire >

< Davvero? >

< Davvero > dico. Finalmente siamo arrivati alla porta di Anna. E chiedo a Olaf di bussare.

< Chi... chi è? > chiede mia sorella. Sento che non si è ancora svegliata del tutto dal tono della sua voce.

< Siamo Olaf ed Elsa. Possiamo entrare? > chiedo

< Sì, sì > dice e Olaf apre la porta.

Trovo mia sorella in piedi che cerca di aprire la finestra.

< Anna! Attenta! > dico correndo da lei. Appoggio il vassoio su un tavolino vicino al suo letto e ordino ad Anna di tornare a letto.

< Ma oggi è una giornata bellissima > dice < E sono stanca di stare a letto >

< Aspetti un bambino, Anna > dico facendola rientrare a letto < E hai bisogno... >

< No, aspetta due bambini > mi corregge Olaf.

< Olaf, vai fuori > gli ordino

Lui mi guarda e chiede: < Perchè? >

< Olaf, vai fuori o ti faccio giocare con un fuoco >

< Ok... > il pupazzo di neve apre la porta, ci guarda, esce e la richiude.

< Aspetto... due bambini? > chiede Anna. Si guarda il pancione che si nasconde sotto la vestaglia verde chiaro.

< Vedi... io... volevo dirtelo... era una sorpresa... > farfuglio. " Dove ha il cervello Olaf! " penso toccando con una mano il pancione di Anna.

< Elsa, è fantastico! Il mio sogno si è realizzato! > esclama. Mi abbraccia e io le chiedo: < Come? Non sei arrabbiata perché non te l'ho detto prima? >

< No, anzi, sono felicissima. Io e Kristof speravamo di avere due bambini. Non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando lo scoprirà > prende il vassoio e lo appoggia tra le gambe.

< Dov'è Kristof? > chiedo notando il letto vuoto.

< È andato in città > beve la sua tazza di cioccolato e aggiunge: < Voleva parlarti, ha detto che era urgente, molto urgente > mi guarda e mi offre un pezzo di cioccolata e una fetta di pane < Prendine un pezzo >

< No, io ho già mangiato... > dico ripensando all'abbondante colazione che ho fatto.

< Bisogna festeggiare! > dice sorridendo.

< Grazie sorellina > prendo il cioccolato e il pane < Ora devo andare, voglio scoprire cosa voleva dirmi Kristof > dico andando alla porta.

< Dopo ti va se camminiamo un pò? > mi chiede

< Certo, quando vuoi > dico e chiudo la porta.

" Se Kristof voleva dirmi qualcosa d'importante è meglio che mi sbrighi... " penso correndo per i corridoi.

Cuori di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora