Capitolo V: The After.

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Indelible Scars

 

Capitolo 5:

The After

 

 

 

Se ne stava sdraiato sul letto, Josh.

Non li sentiva, i tuoni fuori dalla finestra.

Non li vedeva, i fulmini squarciare il cielo.

La ignorava, la pioggia che batteva sulle finestre.

Assente.

Era passato qualche giorno — Josh non sapeva esattamente quanti — ma i genitori di Jennifer avevano offerto loro ospitalità in modo che non viaggiassero ogni giorno da Union verso Louisville per vedere Robert e questo non faceva che aumentare il suo dolore.

Si sentiva solo, in una casa che non era sua.

Era diventato come un cadavere vivente, un corpo che eseguiva solo le azioni necessarie per poter sopravvivere.

Era quello che stava facendo, Josh: sopravviveva.

Sopravviveva alle urla di suo figlio nel sonno, che gridavano un aiuto arrivato troppo tardi.

Sopravviveva ai suoi occhi riflessi nello specchio, identici a quelli di Robert.

Sopravviveva ai pianti di Jennifer, mentre si stringeva le mani in grembo temendo di perdere anche quel bambino.

Non gli importava di quello che gli aveva detto il medico, non gli importava quante possibilità di risveglio ci fossero per Robert, Josh — finché non avrebbe potuto riabbracciare suo figlio — non riusciva a credere nella sua uscita a quel terribile coma.

Era quello il periodo peggiore: il dopo.

Josh lo sapeva, lo aveva già vissuto, ma tutto ora si faceva peggiore.

Quando ci fu l'incendio che uccise la sua famiglia, lui aveva la certezza che fossero morti ... erano diventati quei segni indelebili che aveva sul petto, all'altezza del cuore.

Chris: papà, dammi la forza di tornare in vita, aiutami ad essere quel buon padre che tu sei stato per me, quello sempre col sorriso e con gli occhi luminosi.

Michelle: mamma, dammi la forza di amare di nuovo, il coraggio di riuscire ad amare nuovamente qualcuno senza paura che questo possa morire.

Connor: fratellino, dammi la forza di credere: di credere in qualcosa di migliore, come facevi tu quando tutto si complicava.

Ma ora Josh camminava sul filo di un rasoio, c'erano momenti in cui riusciva a credere che avrebbe potuto rivedere suo figlio sano, lo avrebbe potuto stringere di nuovo tra le braccia e vederlo crescere.

C'erano certi momenti, invece, in cui pensava che non si sarebbe svegliato mai più, che la miglior cosa fosse porre fine a quel supplizio in cui vivevano e far staccare le macchine che lo tenevano in vita. Rassegnarsi per sempre all'idea di aver perduto un figlio.

E forse lo avrebbe fatto da un pezzo, se non ci fosse stata Jennifer al suo fianco, se non lo avesse sorretto, dandogli una spalla un po' più forte su cui piangere.

Piangevano insieme, la notte ... Lui stretto al petto di lei, quasi si vergognasse del suo volto, del volto che suo figlio aveva visto per l'ultima volta.

Ed era insopportabile, estremamente insopportabile.

Proprio in quel momento Jennifer aprì la porta della camera da letto: aveva il cappotto indosso e la borsa in spalla.

Indelible scars. #3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora