PROLOGO
I tanti bambini che popolavano il grande giardino di casa Hutcherson facevano un rumore assurdo, gridavano, ridevano, si rincorrevano intorno al grande tavolo posizionato sull’erba fresca di ottobre da Josh e Jennifer, per il compleanno di Robert.
Quel piccolo ometto compieva già cinque anni e aveva voluto invitare tutti i suoi amici, in quel mite pomeriggio di ottobre.
Il sole non picchiava molto forte, in Kentucky, anzi, spesso era coperto da qualche nuvola passeggera, ma non faceva neanche molto freddo. Si stava bene, per essere autunno.
Jennifer uscì dalla casa con in mano una torta enorme, tutta ricoperta di cioccolato e decorata con della glassa argentata.
Erano passati solo dieci giorni dal 30esimo compleanno di Josh e ormai lui era divenuto “l’uomo dell’anno”. Tutti i giornali parlavano dei trent’anni del ragazzino che, un tempo, aveva esordito con “Innamorarsi a Manhattan” e adesso stava per dirigere il suo primo film.
Mentre tutti i bambini si avvicinavano al tavolo per poter ammirare la grande torta di compleanno, Robert saliva su una sedia, pronto a spegnere le cinque candeline blu poste sulla torta.
Era felice, la famiglia Hutcherson, aveva riacquistato la felicità perduta, era stato un cammino difficile, ma erano riusciti a riemergere da quel mare di dolore in cui erano sprofondati.
Robert era ormai grande, l’anno prossimo sarebbe andato a scuola ed era meraviglioso vederlo così felice, vedere i suoi sorrisi riempire le giornate di Josh e Jennifer che, purtroppo, a volte stavano lontani per troppo tempo.
«Non mi sento troppo bene» mormorò Jennifer, quando Josh si sedette accanto a lei porgendole un pezzo di torta, che rifiutò «Ho un mal di testa assurdo … Voglio solo dormire.»
Josh le prese la mano, dove la sua fede d’oro brillava alla luce del giorno … A volte a lui sembrava quasi un sogno che fosse sposato con lei, con la donna che ha sempre amato, fin da quando era un ragazzo di vent’anni. Era sempre stata bella, solare, un po’ spiritosa, a volte un po’ stramba, ma Josh non ricordava neanche un istante in cui avesse smesso di amarla.
«Sei sempre la solita dormigliona!» esclamò Josh, ridendo.
«Stanotte non ho chiuso occhio, quel barbecue di ieri mi ha fatto male.» mugolò Jennifer, tenendo il broncio.
«Così la prossima volta ci ripensi, prima di strafogarti come un maiale.»
«Mi stai insultando, Hutcherson?» chiese Jennifer, con tono fintamente offeso.
«Sì, probabile.»
Il ragazzo – ormai diventato uomo – si protese a baciarla sulle labbra, mentre Jennifer sfoggiava uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
Si diceva di loro che erano fantastici insieme.
Jennifer tirò un sospiro, apparentemente perplessa, mentre si alzava per andare a salutare la mamma di Neal, un compagno di scuola di Robert.
Era una donna bassina, con lunghi capelli biondi e due piccoli occhi verdi. Subito il piccolo Neal corse incontro alla madre, sorridente, mentre le faceva vedere il regalino che Josh e Jennifer avevano dato ad ogni bambino, come ricordo del compleanno.
«Ti sei divertito?» chiese la donna a Neal, che annuì soddisfatto.
Sia Josh che Jennifer salutarono il bambino con un bacio, mentre Robert, tutto contento, lo abbracciò.
Ben presto tutti i bambini andarono a casa, Robert si mise a giocare con un camioncino, mentre Josh riportava dentro il tavolo e Jennifer puliva il giardino, spesso cercava lo sguardo di Josh, che era occupato a smontare e portare in cantina il tavolo bianco in plastica.
Sembrava che volesse dirgli qualcosa e aveva l’aria di essere qualcosa di molto serio, vista l’espressione preoccupata sul volto di Jennifer.
Ma Josh sembrava non accorgersene, troppo preso dell’emozione del suo primo lavoro da regista. Aveva promesso a Robert di portarlo sul set, gli avrebbe fatto vedere come funzionava il mondo del cinema, quanto era grande una macchina da presa.
Lo aveva sempre sognato, Josh, aveva sempre sognato dei figli, una famiglia, diventare un regista.
Sembrava proprio che i suoi sogni si stessero realizzando uno dopo l’altro e Jennifer non poteva far in modo di notare quanto fosse felice. Per ogni giorno che passava, la data dell’inizio delle riprese era molto vicina e Josh sembrava non star più nella pelle. Era eccitato, preoccupato, estremamente felice … Sembrava che tutto fosse stato messo da parte, anche Jennifer si sentiva un po’ accantonata, ma comprendeva che era pienamente plausibile.
Dopo tutto quello che aveva passato, quella felicità smisurata se la meritava davvero.
***
Jennifer attendeva impaziente, camminando avanti e indietro verso il bagno, sbruffando e incrociando ripetutamente le braccia, mentre attendeva quei pochi secondi che le sembravano eterni.
Aveva comprato quel test di gravidanza la mattina stessa, dopo che si era accorta dei tre giorni di ritardo e li aveva ricollegati alla stanchezza, alla nausea e ai momenti di fame assurda.
Tutto conduceva ad una sola strada: la gravidanza.
Robert era all’asilo, mentre Josh era andato a fare un giro in moto, giusto per rallentare un po’ la tensione di quei giorni.
Jennifer aveva parlato con Josh, la sera prima, gli aveva confessato della sue sensazioni e delle troppe coincidenze.
Josh aprì un sorriso a trentadue denti, dicendole che appena possibile sarebbero andati a fare delle analisi, ma non gli aveva accennato al fatto che il giorno dopo avrebbe fatto il test.
Un “bip” attrasse l’attenzione di Jennifer, che subito si affrettò a guardare il piccolo affarino bianco, scorgendo nello schermo due linee rosa e una parola accanto alle lineette: “Incinta”.
Fu come ricominciare da capo, quando in quella sera di fine febbraio scoprì di aspettare Robert.
Lo stesso calore e la stessa eccitazione la pervasero, un enorme sorriso si aprì sul suo volto e inaspettatamente si ritrovò a ballare per la stanza.
Aveva sempre desiderato un altro figlio, magari una bambina, stavolta, qualcuno a cui fare le trecce la mattina, prima di andare a scuola o a cui comprare quei vestitini carini, con fiori rosa e altri soggetti.
Pensò che Robert sarebbe stato felicissimo all’idea di avere una sorellina o un fratellino e Josh si sarebbe nuovamente trasformato in quel ragazzino dal sorriso ebete che parlava con una pancia, nella speranza che il bambino o la bambina lo potessero sentire e riconoscere la voce del suo papà.
Si portò una mano sulla pancia e con un sorriso la accarezzò:
«Ti aspetto presto, tesoro.» sussurrò, per poi riporre il test dentro una scatoletta ed uscire dal bagno.
Andava tutto bene.
FINE PROLOGO
Angolo Autrice:
Buonasera, ragazze!
Finalmente ecco a voi la tanto attesa Indelible Scars, che porrà la parola “FINE” alla serie “Indelible” … A me un po’ dispiace, perché ci ho messo anima e cuore in queste storie, ed è anche vero che non sono proprio capace di dare una “Fine” definitiva a qualcosa.
Uhm, mi sa che qualcuno è felice dell’arrivo del secondogenito hahahahaha (vero Vale?)
Vi anticipo che - qualunque cosa accada in questa storia - la responsabilità è di AnneMary, che mi ha COSTRETTO a scriverla. :)
Sinceramente non ho molto da dire sul Prologo, perché ancora non siamo nel vivo della storia e c’è poco da commentare … Spero che la seguirete con passione e aspetto i vostri commenti!♥
Grazie ancora, alla prossima.:)
_merasavia.
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Indelible scars. #3
Fanfic•{Long ~ Joshifer ~ Incentrato sul rapporto Josh/Robert} "Quanto amore potevano contenere gli occhi di una madre? Josh li guardò intenerito, fiero dell’immagine che aveva davanti, fiero che quella fosse la sua famiglia, che quell’amore riempisse ogn...