Capitolo VI: The Anger.

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Indelible Scars

Capitolo 6:

The Anger

Il borsone da viaggio di Josh era aperto sul letto, con dentro qualche indumento e lo stretto necessario per stare due giorni fuori casa.

Doveva andare solo per due giorni ad Atlanta, per annullare l'inizio delle riprese del suo primo film e sistemare alcune pratiche con i produttori.

Non si sarebbe mai allontanato due giorni se non fosse stato strettamente necessario.

Due giorni: due giorni lontano da Robert più di quanto lo fosse già ... Sentiva la rabbia salirgli dallo stomaco fino al cuore, per poi fermasi in gola e mozzargli il respiro.

Lacrime: l'unico modo per liberarsi era piangere. Infondo non serviva a nulla, perché sapeva che Robert non si sarebbe certo svegliato con i suoi pianti o con le sue urla.

Ripose maldestramente l'ultimo paio di pantaloni nel borsone e lo chiuse velocemente.

Jennifer arrivò alle sue spalle, silenziosa, tenendo una mano sul grembo, come per proteggere quel bambino che forse non avrebbe mai potuto conoscere suo fratello.

Poggiò la testa tra le scapole di Josh e iniziò ad accarezzargli una spalla, mentre lui respirava affannosamente, cercando di non piangere davanti a lei.

Jennifer gli diede un bacio fra le scapole, proprio come faceva sempre quando era nervoso, triste, arrabbiato. L'aveva fatto tante volte, ma ogni volta quel bacio aveva provocato a Josh un brivido, che lo percorreva per tutta la colonna vertebrale.

«Coraggio, amore mio» mormorò «Sono solo due giorni. Andrà bene.»

Josh annuì con la testa e si girò verso di lei, prendendole il volto fra le mani e asciugandole l'unica lacrima che aveva solcato il suo viso.

«Robert era sempre triste quando ero fuori casa» disse lui, sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Digli che non mancherò per molto e che ... che andrò a trovarlo presto.»

«Josh ... » altre lacrime scesero dagli occhi di Jennifer, prima che potesse posare le sue labbra sopra quelle del marito, screpolate dal freddo e morse fino al sangue durante la notte, cercando di trattenere i singhiozzi degli innumerevoli pianti.

«Andiamo, adesso ... o perderò l'aereo.» disse amaramente Josh, appena essersi staccato dalla labbra di Jennifer.

«S-Sì. Prendo la borsa e andiamo.»

Mancavano ormai pochi minuti alla partenza del volo di Josh, che stava salutando Jennifer, stringendola in un abbraccio intenso e posandole infinti baci su ogni parte del viso, come per imprimere sulle sue labbra il ritratto del suo volto.

«Sono solo due giorni, Jenn ...» le sussurrò all'orecchio, quando vide che non voleva staccarsi dalle sue braccia «Solo due.»

«Andrà tutto bene» continuava a ripetere, più a se stessa che a Josh «Andrà tutto bene.»

Si diedero un ultimo bacio, quasi fosse un addio e si staccarono, Josh camminava verso il Gate e Jennifer lo stava a guardare, mentre si allontanava da lei guardandosi ripetutamente all'indietro.

E Jennifer lo vide partire, cercando di scorgere lo sguardo di Josh dietro i finestrini oscurati dell'aereo.

Le aveva promesso di chiamarla non appena sarebbe arrivato ad Atlanta ... Non sarebbe passato molto, solo qualche ora e avrebbe potuto sentire nuovamente la sua voce.

Così uscì dall'aeroporto, si diresse verso la macchina e appena salita accese la radio, per non sentire il silenzio che costantemente la circondava, per evitare di immaginare le urla di suo figlio, stretto a Josh, che imploravano aiuto sotto le macerie di quella macchina maledetta.

Indelible scars. #3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora