Cap 28

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Venere

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Venere

Quel pomeriggio mi trovavo insieme alla mia migliore amica, per le strade di Seoul.

Io e Byeol avevamo deciso di farci un giro per negozi e per le strade illuminate, dato che quel giorno non aveva avuto nessun appuntamento nel suo studio, ci eravamo presi una giornata fra donne.

A pranzo eravamo andate al nostro ristorante preferito vicino al suo studio e poi dopo pranzo avevamo deciso di uscire per negozi, per passare una giornata tra ragazze.

Sicuramente Anthony sarebbe rientrato tardi anche quella sera, era parecchio nervoso.

So che cercava di nasconderlo bene, ma avevo imparato a conoscerlo.

E dal suo modo di porsi e tutte le altre cose avevo capito che qualcosa lo stava tormentando.

Immagino che derivava dal fatto, di quell'orribile sera.

Non era riuscito ancora a trovare il colpevole, presumo.

Quindi era comprensibile che stesse andando fuori di testa per la rabbia.

Anche se con me si comportava sempre in modo tranquillo, le sue emozioni non trapelavano mai, ma i suoi occhi, quei suoi occhi scuri e pieni di tantissime parole inespresse a me trasmettevano tanto.

Dicevano tutto, anche quando lui non parlava.

Non glielo avrei mai detto, perché sennò sarebbe stato ancora più attento a non trasmettere nulla nemmeno dai suoi occhi, gli facevo credere che non vedevo la sua preoccupazione la sua rabbia nel suo sguardo.

Si addolciva solo quando guardava il mio pancione, accarezzandolo con amore, per poi puntare quello sguardo colmo di desiderio e amore verso di me.

Solo in quel frangente vedevi che il suo sguardo cambiava.

So, posso immaginare quanto sia difficile mantenere un certo potere e controllo che viene minacciato da una persona estranea e che tenta alla tua vita e non solo tua ma anche delle persone che ami.

Immagino e lo vedo, quanto stress e rabbia lo stia opprimendo, non trovando la soluzione di trovare quella persona orribile che ci aveva attaccato quella famosa sera.

Io da quando era accaduto, cercavo in tutti i modi di non tornare più alla mente di quell'avvenimento, volevo, mi costringevo a dimenticarmelo con tutte le mie forze.

Perché se mi ostinavo a tornare con la mente a quella famosa sera, allora vivrei costantemente nel terrore e non uscirei più di casa.

So che non è assolutamente paragonabile a ciò che sta passando mio marito e del forte stress che lo sta avvolgendo, però se mi sarei fatta opprimere dalla paura allora non avrei vissuto come dovrei, godendomi la gravidanza e tutto il resto.

Non voglio che la paura vinca e finire che la mia casa diventi la mia fortezza.

No, dovevo avere paura si, ma dovevo saperla controllare, perché non ero sola, c'erano gli uomini di mio marito che ci seguivano e ci tenevano al sicuro a me e Byeol.

Un amore predestinatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora