Perché è così difficile essere se stessi? Perché le persone non capiscono? Perché sembra che facciano sempre di tutto per non capire? In realtà non vorrei mai essere una persona che odio, ma forse odio quello che mi sono costruita, odio quello che sono e non me stessa. La mia vita è cose non fatte che vorrei fare e cose fatte che non vorrei aver visto o subito o fatto o anche lontanamente pensato. Mi chiedono spesso perché la pensi in questo modo, dicono che la vita è bella e hanno ragione.
La vita è bella se la sai vivere, la vita è bella se la vivi come vuoi, essendo chi vuoi, stando dove vuoi e con chi vuoi. E tutti i sacrifici e il dolore è giustificato e non fa così male. Ma per quelli come me, quelli che sanno cosa vogliono e non hanno il fegato di realizzarla, quelli che parlano e parlano sperando di risolvere qualcosa, quelli che hanno sempre paura di tutto, che analizzano ogni possibile conseguenza e fanno sempre un passo indietro, ecco per quelli come me il dolore non è di passaggio, non è un sacrificio in virtù della felicità, è solamente dolore, puro e semplice, che ti prende le viscere e le stacca dal corpo, che le annoda e le contorce, che ti fa agonizzare, sanguinare, gridare, ma mai morire, e non fai altro che vedere felicità, sollievo, pace, nella morte. Per quelli come me, quelli che hanno visto quello che vogliono andarsene per sempre, per noi non c'è nulla da fare. Non c'è l'opzione di una vita felice, non c'è nulla se non sofferenza, ed è un giusto prezzo per la nostra ignavia.