Esiste la felicità?
O è solo una malata invenzione della società o della nostra speranzosa e fervida immaginazione che ci illudono di poter star meglio? Dicono sempre : "I soldi non comprano la felicità", e se invece non fosse così? Al giorno d'oggi se non hai una vita agiata il lavoro ti rende schiavo e il tuo destino non sarà più quello di lavorare per vivere ma di vivere per lavorare, per essere usato e sentirti stressato, sotto pressione e magari anche depresso per la maggior parte della tua vita.
E cosa ottieni?
La libertà, si, in un corpo flaccido e dolorante, hai la libertà di morire, non sei più utile a quel grande meccanismo che ti controllava e che ora ha in pugno i tuoi figli, i tuoi nipoti, che faranno la tua stessa fine. È un ciclo continuo.
Pochi riescono a ottenere la vita e il lavoro dei propri sogni, avendo il massimo con il minimo sforzo, ma si può definire felicità? È solo fortuna.
Le uniche persone libere sono gli artisti, i sognatori, che non si fanno sottomettere e inseguono le proprie ambizioni senza badare alla società. Forse loro sono felici, o almeno alcuni; io per esempio non lo sono, pur non sentendomi al momento oppressa o sottomessa a nulla e a nessuno: forse è una maledizione, ma se non potrò mai essere felice allora rimarrò libera.